Peterloo

Ricostruzione cinematografica, con grande dispendio di mezzi, di un fatto storico dimenticato che,
duecento anni dopo i fatti, ci ricorda e ci ammonisce che la repressione è sempre in agguato.
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peterloo immagine
Subito dopo la fine dell’era napoleonica, decretata con la battaglia di Waterloo del 18 giugno 1815, i soldati inglesi che rientrano in patria trovano un paese prostrato dalla povertà e dalla disuguaglianza.

A Manchester le condizioni della classe operaia e delle classi meno abbienti sono ai limiti della
sopravvivenza e della sopportazione. In questo clima, con epocale riferimento alla rivoluzione francese,
iniziano le prime avvisaglie di una insubordinazione popolare che favorisce la nascita dei primissimi
movimenti di emancipazione politica e sociale, anche di carattere femminile.

Una pacifica manifestazione di piazza di alcune decine di migliaia di persone a St Peter’s Field, che accomuna in una pacata protesta anche donne, vecchi e bambini, viene repressa nel sangue dalla guardia
nazionale e dai dragoni manovrati dai potentati locali, con l’approvazione del principe reggente e dello
stesso governo dell’epoca. I giornali di allora, per assonanza con la carneficina di Waterloo, definirono
l’avvenimento con l’espressione Peterloo.

Intorno a questo fatto storico, Mike Leigh, premiato regista di drammi e psicologie familiari, ricava un filmpoliticamente più che corretto per ricordare a noi tutti il difficile cammino delle conquiste sociali e politiche e per lanciare, forse, un monito su quanto può ancora accadere ed è spesso accaduto in ogni parte delmondo (da noi la memoria va direttamente ai fatti di Portella della Ginestra del 1 maggio 1947 dove i mortifurono esattamente undici come a St Peter’s Field ).

Ne risulta un grande affresco d’epoca, molto ben fotografato e confezionato, da cui emergono soprattutto
le ingenuità e le brutalità della vita di allora, senza particolari compiacimenti.
Il film però si dilata con verbosità eccessive e ripetitive per 154 minuti e la stessa scena finale del massacromanca di ritmo e di coerenza.
L’approccio è schematico e manicheo, i buoni e i cattivi sono nettamente separati e, in qualche modo,
giustificati. Buona l’intenzione, discutibile il risultato.
La storia non è sempre maestra di vita.

In programmazione al cinema Palestrina.

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