Hsiao Chin. Una collezione
Gouaches, inchiostri su carta da riso, materiale prediletto dall’artista, acrilici su tela animano una grande esposizione che la Fondazione Manzoni dedica a un grande pittore contemporaneo.
Hsiao Chin, nato a Shanghai nel 1935, ha attraversato con curiosità e creatività tutto il secondo ‘900, interagendo con artisti come Joan Mirò, Antoni Tàpies, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Roberto Crippa, Enrico Castellani, Mark Rothko, Willelm de Kooning, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein e Sam Francis che del ‘900 sono stati eccellenti interpreti.
Hsiao Chin approda per la prima volta a Milano nel 1959 per ritornarvi pressoché definitivamente nel 1971 per dedicarsi, fra l’altro, all’insegnamento prima all’Istituto Europeo di Design e poi all’Accademia di Belle Arti di Brera.
La sua “milanesità” è anche confortata da uno stretto connubio con Giorgio Marconi per il quale diviene uno degli artisti di riferimento del suo Studio prima e della Fondazione ora. La prima grande retrospettiva che Studio Marconi dedica a Hsiao Chin risale al 1988.
Artista poliedrico, colpisce l’immaginario il suo uso del colore che sembra spingersi oltre l’astrattismo delle forme. Colori che provocano riflessioni ed emozioni in un equilibrio assoluto di cromie e di vuoti, di silenzi e di grida.
Scrive l’artista nel 2008:” Le forme che suggerisco le ho prese dalla storia della simbologia nella quale sono sempre esistite: il cerchio è la perfezione, il triangolo in alto è un’ascensione spirituale, il quadrato è come la base grezza che deve evolversi…La spirale è una forma atavica”.
Indubbiamente nella formazione di Hsiao Chin è ben presente la componente filosofica del taoismo che fa riferimento sul dualismo degli elementi, sull’equilibrio degli elementi dello yin e dello yang, al contempo complementari e opposti.
E del resto anche nella cultura occidentale il confronto/conflitto tra elementi diversi può essere benefico.
Nella pittura di Hsiao Chin dominano il simbolismo e la forza del colore. Dice l’artista: ”Il colore è un elemento determinante nel mio lavoro, non scelgo i colori di per sé, scelgo i colori che insieme vibrano di più”.
E questo vibrare accompagna il visitatore della grande mostra, nei locali ampi dalle pareti candide che ben restituiscono un’arte al contempo antica e sperimentale.
Le opere spaziano dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso ai nostri giorni a significare un percorso complesso e completo.
Dice ancora Hsiao Chin:” Oggi la questione se la mia arte sia cinese o globale non è più importante per me. Cerco di andare oltre questi confini, con l’intento di creare nuove opere che non siano condizionate da tecniche e idee” (2016).
Un’esposizione che vale il viaggio.
Hsiao Chin. Una collezione
Fondazione Marconi
Via Tadino, 15 Milano
orario: martedì-sabato 10-13, 15-19 sino al 10 giugno
lunedì-venerdì 10-13. 15-19 dal 12 giugno al 15 settembre
chiusura estiva: dall’ 1 agosto all’ 1 settembre
Ingresso gratuito