Dita di dama
Il quartiere di Niguarda conserva a tratti le piacevoli caratteristiche di un borgo autonomo con case basse con tetto spiovente e profumo diffuso di gelsomino. Ci si avventura in quei territori che distano qualche chilometro dal municipio di competenza non solo per riconoscere le tracce della vecchia Milano ma anche per andare al Teatro della Cooperativa che merita una visita.
Nel mese di maggio, l’occasione è fornita dalla messa in scena di uno scoppiettante monologo che tratta del tema delle donne in fabbrica alla fine degli sconvolgenti anni ’60 del secolo che fu.
Tratto da un romanzo di Chiara Ingrao, Laura Pozone e Massimiliano Loizzi hanno adattato uno spettacolo teatrale sorprendentemente vivace che viene abilmente gestito sulla scena dalla stessa Laura Pozone nei panni e nelle voci di alcune operaie che nel 1969 si trovavano a condividere le loro grame esistenze con il mondo della fabbrica, nell’anno in cui l’autunno venne definito caldo per le impegnative lotte della classe operaia, dei metalmeccanici su tutti e per tutti.
Nel microcosmo di una fabbrica, che tanto micro non era per via di centinaia di addetti, Maria e le altre si conquistano sul terreno una solida coscienza di classe che le porta a lottare contro i padroni, condividendo momenti di sconforto e di euforia, scioperi e rappresentazioni probabili del loro essere donne all’interno di un mondo del lavoro quasi sempre declinato al maschile.
Laura Pozone, almeno per noi una bella rivelazione, interpreta con vivacità e voracità narrativa le donne della fabbrica, restituendo con credibilità e partecipazione le loro piccole storie di paure e di debolezze, di lotte e di emancipazione.
Con appassionata capacità affabulatoria, misurandosi con lingue e dialetti diversi, ma predomina il romanesco, l’attrice richiama su di sé, con ironia e passione, la grande storia del movimento operaio in quegli anni al culmine del suo successo e del suo potere civile.
Sullo sfondo, la strage di piazza Fontana, le prime azioni delle BR, la grande manifestazione dei sindacati del 1972 a Reggio Calabria, così ben raccontata a suo tempo dalla grande Giovanna Marini in una sua ballata.
“Dita di dama” merita il piccolo viaggio in quel di Niguarda per assistere a una rappresentazione che si colloca a pieno titolo nel difficile campo del teatro civile e politico, senza enfasi e senza retorica, anche se dal 1969 sembra siano passati non cinquanta ma cento anni.
"Quanti abbracci e quanta commozione/ gli operai hanno dato una dimostrazione".
Dita di dama
Monologo tratto da un romanzo di Chiara Ingrao
Con Laura Pozone
Adattamento e regia Laura Pozone e Massimiliano Loizzi
Teatro della Cooperativa
Via Hermada 8 Milano