Ancora una volta oltre il ponte

Una ballata scritta quasi sessant’anni fa da Italo Calvino che rende appieno il senso della Resistenza e della liberazione dall’oppressione del fascismo e del nazismo. ()
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Nel 1958 Italo Calvino, che aveva partecipato attivamente alla lotta armata e alla Resistenza nell’entroterra ligure con il nome di battaglia Santiago, scrisse “Oltre il ponte”, una ballata dedicata ai giovani che allora, come oggi a maggior ragione, poco sanno e conoscono di ciò che accadde nel nostro Paese in quegli anni ormai lontani.

Il testo venne poi musicato l’anno successivo da Sergio Liberovici e inciso, per la prima volta, nel disco “Cantacronache 1” nel 1961. Nel 2005, nella raccolta “Appunti partigiani”, i Modena City Ramblers con Moni Ovadia ne interpretarono una straordinaria versione.

Pubblichiamo qui di seguito il testo della ballata per ricordare i valori del 25 aprile che vanno, ora e sempre, oltre il ponte…


Oltre il ponte

Testo di Italo Calvino, musica di Sergio Liberovici


O ragazza dalle guance di pesca,

o ragazza dalle guance d’aurora,

io spero che a narrarti riesca

la mia vita all’età che tu hai ora.

Coprifuoco, la truppa tedesca

la città dominava. Siam pronti.

Chi non vuole chinare la testa

con noi prenda la strada dei monti.


Silenziosa sugli aghi di pino,

su spinosi ricci di castagna,

una squadra nel buio mattino

discendeva l’oscura montagna.

La speranza era nostra compagna

ad assaltar caposaldi nemici

conquistandoci l’armi in battaglia

scalzi e laceri eppure felici.


Avevamo vent’anni e oltre il ponte

oltre il ponte che è in mano nemica

vedevamo l’altra riva, la vita,

tutto il bene del mondo oltre il ponte.

Tutto il male avevamo di fronte,

tutto il bene avevamo nel cuore,

a vent’anni la vita è oltre il ponte,

oltre il fuoco comincia l’amore.


Non è detto che fossimo santi,

l’eroismo non è sovrumano,

corri, abbassati, dai, balza avanti,

ogni passo che fai non è vano.

Vedevamo a portata di mano,

oltre il tronco, il cespuglio, il canneto,

l’avvenire d’un mondo più umano

e più giusto, più libero e lieto.


Avevamo vent’anni e oltre il ponte…


Ormai tutti han famiglia, hanno figli,

che non sanno la storia di ieri.

Io son solo e passeggio tra i tigli,

con te cara, che allora non c’eri.

E vorrei che quei nostri pensieri,

quelle nostre speranze d’allora,

rivivessero in quel che tu speri,

o ragazza color dell’aurora.


Avevamo vent’anni e oltre il ponte…










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