Antonio Dias e Franco Vaccari in “Una collezione”

Sino al 14 aprile la Fondazione Marconi ospita due mostre, per certi versi parallele, dell’artista brasiliano Antonio Dias e del modenese Franco Vaccari. Due interpretazioni coinvolgenti del fare arte, oggi. ()
Dias immagine

Dall’ingresso su via Tadino della Fondazione Marconi l’accoglienza è affidata alle opere di Antonio Dias, brasiliano del nord est, ma assolutamente cittadino del mondo la cui prima presenza a Milano, nell’allora Studio Marconi, risale al 1969. Opere pittoriche a tecnica mista, tutte da interpretare, che hanno dalla loro l’utilizzo del bianco nero e le forme geometricamente rigorose. Nelle opere sembrano prevalere elementi assolutamente naturali (polvere, pietre, sabbia) rivisitati e resi emblematici.

Scriveva nel 1995 Gualtiero Schönenberger:” I quadri di Dias sono volutamente spogli e rigorosi: spesso si presentano come sequenze o iterazioni di un discorso, in quanto ripetono gli stessi elementi grafici con pochissime variazioni. Sono da afferrare come tracce di una progressione interiore aperta su varie situazioni collettive del momento storico che attraversiamo”.

Nel bianco e nero prevale spesso il nero come nell’opera “Terror Square” in cui l’elemento “darkness” mette all’angolo un’idea di “panther”. Nero su nero, dunque.

La rigorosità delle immagini contrasta con la provocazione della parola che assume valore non necessariamente interpretativo, sicuramente allusivo ed emblematico. Corposa la componente del gioco: la popolazione è affamata e la biografia è incompleta.

Di Dias si sottolinea la familiarità con il movimento dell’arte povera e l’influenza della pop art e del minimalismo.

 

I piani alti degli altrettanto rigorosi spazi della Fondazione sono dedicati invece a Franco Vaccari, nato a Modena nel 1936, artista eclettico che si è misurato, nella sua ormai lunga carriera, con tecniche differenti a partire dalla sua installazione “Lascia su queste pareti una traccia del tuo passaggio” ospitata dallo Studio Marconi nel 1977.

In mostra istantanee fotografiche rivisitate, collage, tecniche assolutamente miste a marcare lo “sguardo pionieristico dell’artista” come ebbe modo di scrivere Luca Panaro.

Dalle note di presentazione della mostra: ”Con “Esposizione in tempo reale” Vaccari intende sottolineare la necessità di generare un lavoro dalla contingenza del momento, relazionandosi in presa diretta con il luogo, il pubblico, l’identità del contesto”.

Ecco “in tempo reale”, “Viaggio per un trattamento completo all’albergo diurno Cobianchi” (1971) o “Viaggio sul Reno” (1974), opere ricche di suggestioni e allusioni. Ed ancora, le fototessera e le polaroid atemporali, o il “Sogno”, misterioso pastello su fotografia (1986).

Il visitatore si destreggia con inquietudine e curiosità nella visita di un mondo che solo apparentemente sembra essersi fermato.

Vasto programma, verrebbe da dire.


“Antonio Dias. Una collezione”

“Franco Vaccari. Una collezione”

Fondazione Marconi

Via Tadino,15 Milano

Martedì-sabato 10-13, 15-19

Ingresso libero.

www.fondazionemarconi.org



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