Jackie

Non ce l’ha fatta Natalie Portman, superata alla tombola degli Oscar da Emma Stone, nuova fidanzata d’America. Eppure la sua interpretazione di Jacqueline Kennedy resterà nella memoria per il perfetto distacco emotivo con cui ha reso una donna al centro dell’uragano, suo malgrado.

“Jackie” di Pablo Larrain concentra la sua attenzione sul dopo Dallas quando l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy si era consumato da pochi giorni. Jackie, nel suo freddo ritiro di vedova ingombrante, ricostruisce i suoi due anni di first lady accanto a un uomo tanto affascinante quanto discusso e contrastato.

Nel suo vestito rosa macchiato dal sangue del marito, Jackie rappresenta l’impotenza di una donna travolta dagli avvenimenti e rivisita i suoi freddi rapporti con la patriarcale famiglia Kennedy qui principalmente rappresentata da Bob, che vorrebbe piegarla ai suoi dettami. Contro tutto e tutti, Jackie, prima di ritirarsi a vita privata, impone al mondo un funerale simbolico e rivendica il diritto a sostenere la propria verità in un contesto dove la ragion di stato sembra dover prevalere comunque e dovunque.

Pablo Larrain, già interessante regista di “Neruda”, sceglie qui una lettura intima e privata di una vicenda che, nel novembre del 1963, aveva sconvolto il mondo, restituendo in tutta la sua contradditoria umanità una donna che dal mondo era stata pesantemente offesa.

Mentre Jacqueline Kennedy esce dalla Casa Bianca accompagnata dai suoi ricordi, la signora Johnson ne ordina le nuove tappezzerie.

Nella parte di un prete, l’ultima interpretazione di John Hurt. Addio.

Jackie
di Pablo Larrain
con Natalie Portman, Peter Sarsgaard, John Hurt
USA, Cile 2016 91’

In programmazione all’Arcobaleno Film Center

(Massimo Cecconi)