La mostra diffusa. Amazon Papers. Opere di Antonio Syxty nelle Anime nascoste di Milano

Sino all’1 ottobre in 30 luoghi della città, una mostra di opere di Antonio Syxty, ispirate all’Ecclesiaste, che offre anche l’opportunità di scoprire spazi inconsueti (almeno per l’arte), comunque affascinanti e originali. ()
La mostra diffusa immagine

 

Noto soprattutto come regista teatrale, Antonio Syxty ha sempre svolto in parallelo una sua personale ricerca nell’ambito delle arti visive che lo porta ora a proporre, con la complicità di Alberto Oliva e del quotidiano Il Giorno, una sua più che originale e decisamente inusuale mostra personale che va sotto l’esplicito titolo di “La mostra diffusa”.

Le opere, che compongono il progetto “Amazon Papers”, sono visibili in 30 diverse location distribuite in città in luoghi normalmente non necessariamente deputati a ospitare opere d’arte. Si tratta di ristoranti, bar, librerie, copisterie, officine, ostelli, locali pubblici in genere che sino all’1 ottobre si prestano a rendere fruibile questo percorso d’arte “dedicato al senso di frammentazione e ricomposizione della realtà contemporanea. La busta o il cartone d’imballaggio usato per spedire i prodotti acquistati online diventa concettualmente un libro/documento infinito sul quale “scrivere” l’Ecclesiaste, esposto in singoli frammenti in grado di essere riuniti idealmente da chiunque voglia visitarli”.

Trascritto integralmente ciò che compare nella scheda di presentazione della mostra, non resta che avventurarsi in città alla ricerca delle opere esposte, ospitate anche in un catalogo edito da Diogene Multimedia.

E poiché siamo di parte, ci limitiamo, senza che ciò appaia riduttivo, a segnalare i luoghi che sono collocati in zona (da poco ribattezzata municipio) 3.

L’opera denominata “AP Ec 1:11, 2015” (tecnica mista, cartone su tavola, cm 70x81) è visibile presso Rossosegnale, un eccellente B&B con vocazione artistica che si trova in via Sacchini 18, dalle parti di piazza Aspromonte. Poche decine di metri e l’opera successiva è visitabile presso Bertamè more, in via Lomonaco 13, officina, negozio di accessori moto/auto e trattoria, luogo che più eclettico è difficile immaginare.

E’ sufficiente poi attraversare la strada e approdare, in viale Lombardia 28, alla trattoria Al’less, che già dal titolo svela la propria vocazione culinaria (”AP Ec 2:9-10, 2015”).

E dove pensate di trovare l’opera “AP Ec 10:4, 2015”? La fantasia vi può forse dirigere verso Upcycle di via Ampère 59, locale multiforme per mangiare, bere, lavorare (nel senso di coworking). Il locale è anche e soprattutto un rifugio per ciclisti, tra i più e meglio frequentati della città.

Per eccentricità pochi possono poi competere con Piscina Comunale (via Campiglio 13) che, ça va sans dire, con il nuoto non c’entra proprio nulla, trattandosi di una copisteria a cui si rivolgono gli studenti della zona Città Studi per le loro necessità impellenti (fotocopie, stampa fascicoli vari e tesi di laurea…). Il luogo, animato da un’artista vero che risponde al nome di Adriano Pasquali, spesso si trasforma in eccentrica (appunto) galleria d’arte per presentare mostre personali e collettive di artisti dediti soprattutto alla ricerca.

In zona Lambrate, un’opera è in mostra presso Spazio Lambrate (viale Rimembranze di Lambrate 16), spazio polivalente, già palestra, che ospita mostre, eventi, spettacoli e tutto ciò che ivi può essere ospitato in ambito artistico/culturale.

E infine, ma questa location può apparire nel contesto persino “banale”, al numero 24 di via Jommelli l’opera “AP Ec 11:10.2015” fa bella mostra di sé presso Spazio Tadini, luogo deputato a ospitare mostre ed eventi culturali.

Esaurito l’elenco dei luoghi in zona, i più volenterosi potranno poi completare il percorso cittadino spingendosi, a mero titolo di esempio, in via Marghera (Orea Malià), in via san Marco (Kombu) o, addirittura, in piazza Duomo (Terrazza Aperol).

Non guasta, per saperne di più e per orientarsi meglio, la consultazione dei siti www.animenascoste.it e www.mostradiffusamilano.it

Le opere di Syxty, tutte realizzate tra il 2011 e il 2015, che vivono su materiali poveri attraverso segni che possono apparire convenzionali e rituali, compongono una scrittura che vuole coniugare la parola della Bibbia alla quotidianità della globalizzazione.

“Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità” (Ecclesiaste 1:2).



(Massimo Cecconi)


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