The Dressmaker

Malinconico melodramma australiano che mescola e rilegge i generi della commedia, del dramma e del grottesco. Una sorta di favola gotica dove il bene e il male si contrappongono come vuole il copione più classico. Difficile dire chi prevale. ()
the dressmaker immagine

Far Australia, anno di grazia 1951. La bella sarta interpretata da Kate Winslet torna a Dungatar, l’arido paesello natale, dopo anni di esilio causato da un’infanzia turbolenta. Ha dei conti da regolare con quella piccola comunità sperduta, malevola e ipocrita, perbenista e razzista. Myrtle “Tilly” Dunnage, avvenente giovane donna, è tornata a casa dopo un lungo apprendistato europeo dove ha magnificamente imparato a usare ago e forbici per creare fantastici e fantasiosi abiti, ormai affermata nel ruolo della dressmaker del titolo.

Il suo è un ritorno alla ricerca di se stessa, per ri-prendere coscienza di drammatici fatti, accaduti molti anni prima, che ha opportunamente rimosso.

Nell’esangue paesaggio, rimasto com’era dai tempi della sua infanzia, ritrova la vecchia madre che tutti chiamano Molly la pazza, i suoi compagni di scuola, ormai adulti, e gli ostili adulti di allora che l’avevano accusata di un delitto orrendo, allontanandola dalla comunità.

In questo sgradevole contesto Tilly confeziona, oltre a magnifici abiti, anche la sua terribile vendetta che colpisce i colpevoli della sua tormentata infanzia.

Nel frattempo, la ragazza recupera il rapporto con la madre, che si era rifugiata nella pazzia per sopravvivere in cotale comunità, e intreccia una romantica quanto sfortunata storia d’amore.

Il film, prima del purificatorio atto finale, si barcamena tra la commedia grottesca e il melodramma romantico ma non guarda in faccia nessuno quando decide di intraprendere la strada segnata dal destino degli uomini. Tra un morto e l’altro, si palesa l’apologo dell’homo homini lupus senza alcuna soluzione possibile, tanto meno se positiva e l’odio, o l’indifferenza, ha ragione dell’amore.

Bella fotografia e bella ambientazione western per accompagnare un film anomalo che si diletta di contaminare e mescolare i generi. Nel novero degli interpreti, al di là della procace avvenenza di Kate Winslet e di Liam Hemsworth, si distinguono la vecchia madre presunta pazza (una perfetta Judy Davis) e un indimenticabile sergente di polizia (Hugo Weaving) che ama il gioco del travestimento e dell’ambiguità.

La distribuzione italiana non perde occasione per appioppare al film un inutile contro titolo (Il diavolo è tornato) che non rende alcun merito a ciò che il racconto sviluppa.

Da vedere. Senza pregiudizi.


The Dressmaker-Il diavolo è tornato

regia Jocelyn Moorhouse

con Kate Winslet, Judy Davis, Liam Hemsworth, Hugo Weaving

Australia, 2015 118’


In programmazione al cinema Plinius.



Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha