Gianni Sassi. Uno di noi

Sino al 9 maggio la Fondazione Mudima ospita una mostra “epocale” dedicata a Gianni Sassi, intellettuale scomodo che ha messo al centro della sua vita la comunicazione.  ()
Gianni Sassi immagine

“Epocale” sicuramente nel senso di ripercorrere un’epoca per certi versi irripetibile e assolutamente originale.

Dal 1963, anno delle sue prime esperienza al 1993, anno della sua morte, Gianni Sassi, che era nato a Varese nel 1938 ma milanese di indole e di appartenenza, ha rappresentato quanto di meglio si potesse trovare nella creatività in campi differenti ma correlati come l’editoria culturale, la produzione discografica, la grafica, la performance d’arte e la fotografia.

Definito “l’uomo che inventò il marketing culturale”, per trent’anni ha rappresentato un punto di riferimento per quanti hanno condiviso con lui progetti, percorsi, visione del mondo.

La mostra ospitata da Fondazione Mudima, con la curatela di Gino Di Maggio (che di Mudima è l’ottimo patron), Sergio Albergoni e Fabio Simion, rende doveroso omaggio a un lavoro creativo, non dogmatico, irriverente e provocatorio. Come produttore discografico, con l’etichetta Cramps Record, ha promosso, tra gli altri, artisti come Demetrio Stratos e gli Area, Eugenio Finardi, Alberto Camerini e gli Skiantos.

Come curatore editoriale è stato, con altri beninteso, il motore instancabile di avventure come Alfabeta e La Gola, come grafico ha curato campagne mediatiche per ARCI, UISP, Coop, Unipol e tantissime altre aziende “democratiche”. Come operatore culturale ha animato le straordinari stagioni di Milano.poesia, una manifestazione esemplare per coerenza e innovazione.

Di tutto ciò e di altro ancora, la mostra dà riscontro attraverso “un viaggio in 120 immagini, sporche, cattive, perfette, da ascoltare. 120 racconti intimi, appena sussurrati che i curatori sono in grado di ricollocare nella vita di Gianni Sassi, nella vita di ciascuno di loro”.

Nelle fotografie di Fabio Simion, Fabrizio Garghetti e dello studio Lelli&Masotti e nelle immagini in movimento ricomposte per l’occasione da Studio Azzurro, con Gianni Sassi compaiono tutti i suoi compagni di viaggi più cari. Oltre ai curatori già citati, ecco John Cage, Nanni Balestrini, Demetrio Stratos e gli Area (e non può mancare testimonianza del bellissimo manifesto che annunciava all’Arena civica di Milano per il 14 giugno 1979 il Concerto per Stratos con Dalla, Gaber, Guccini, Battiato, Venditti, De Gregori, Vecchioni. Gaslini, Nannini e tantissimi altri ancora), Franco Battiato, Mario Spinella, Francesco Leonetti, Antonio Porta, solo per citarne alcuni.

In mostra non poteva mancare la piccola gabbia bianca arabescata che segnalava al mondo le fantasmagoriche alchimie di Milano.poesia settembre 1989.

Per completare la festa della memoria, Mudima ha prodotto un bellissimo catalogo, con rigorosa grafica di Fayçal Zaouali, a cui fare riferimento per ricostruire e condividere un clima che definire “epocale” è forse riduttivo.

Fuori mostra, abbiamo anche un piccolo ricordo personale. Nel 1992, nell’ambito della rassegna di musica contemporanea Suoni&Visioni, si era pensato di proporre un celebre concerto escogitato da John Cage per cactus e altri vegetali. Con Gianni Sassi e un bravo fonico studiammo a lungo la materia, sperimentando anche laboriosi metodi di amplificazione degli umori delle piante. Alla fine gettammo la spugna per i costi dell’impresa e per il drammatico precipitare degli eventi.



GIANNI SASSI uno di noi

3 percorsi fotografici e altri incidenti

a cura di Gino Di Maggio, Sergio Albergoni e Fabio Simion


Fondazione Mudima

Via Tadino, 26 Milano

Dal lunedì al sabato ore 11-13, 15-19

Ingresso libero

Catalogo in mostra.


Sino al 9 maggio 2016.


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Re: Gianni Sassi. Uno di noi
12/04/2016 Paolo Morandi
Un caro amico.
Grazie a lui portai, in Radio Canale 96, il famoso concerto di John Cage al Lirico, ma anche l'intervista in esclusiva ad André Glucksmann e quella ad Henry Bernard Levy.

Penso di avergli ricambiato i regali quando gli presentai, affinché li producesse, i miei amici di Bologna che si chiamavano Skiantos.

Un grande personaggio con cui era un vero piacere passare le ore a chiacchierare nel suo studio di via Leopardi.


 
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