Un bacio

Difficile raccontare l’adolescenza. Il film, che di adolescenza parla, arranca dietro una storia che vorrebbe essere esemplare ma finisce per apparire un po’ artificiosa. C’è materia per discutere. ()
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L’ambientazione, non dichiarata, è Udine, tranquilla e civile città dell’operoso nordest, come a volte recitano i Tg. Nel locale liceo si intrecciano le storie di tre adolescenti di anni 16, probabilmente una delle età più brutte della vita che fa il paio con i vent’anni. Lorenzo è uno spavaldo gay, recentemente adottato da una coppia molto ben predisposta ad accoglierlo e a sostenerlo. Quando fa il suo ingresso nella scuola volano letteralmente le farfalle che si librano dalla sua camicia e lo schermo si colora di cuoricini. Per farsi accettare e per accettarsi confonde la realtà con la fantasia.

Blu, definita sui muri della scuola con un laconico ma identificativo “troia”, è figlia di una casalinga frustrata che invia agli editori, senza alcun successo, le sue velleità di scrittrice, e di un padroncino di fabbrica che nella vita avrebbe voluto fare tutt’altro.

Antonio, ottimo giocatore di basket, da tutti considerato un po’ tonto, vive in una famiglia segnata dalla morte per un incidente stradale di un altro figlio, bello e intelligente.

Blu è ribelle e molto avanti con le esperienze sessuali, Lorenzo vuole stupire a tutti i costi i ben pensanti e Antonio si confida con il fantasma del fratello morto.

I tre, segnati e predestinati, fanno comunella contro i loro compagni, la scuola e la società intera. Tre contro tutto e tutti. Soprattutto contro se stessi, verrebbe da dire.

Con queste premesse, da manuale di psicopatologia dell’adolescenza, è scontato che la vicenda finisca in tragedia.

Trattare il tema dell’adolescenza non è da tutti. Si dice che sia un’età difficile in cui, negli spasimi della crescita, affiorano tutte le fragilità e incertezze dell’anima e del corpo. Per trattare una materia così complessa e restituirla nel racconto agli spettatori ci vogliono grande sensibilità, preparazione e conoscenze appropriate. Materia quindi incandescente da trattare con estrema cura.

Ivan Cotroneo, regista e autore del racconto da cui il film è tratto, con precedenti letterari e cinematografici non effimeri, questa volta non ce la fa.

Il film risulta confuso e velleitario, viene posta al fuoco tantissima sostanza che alla fine si consuma con grande fumo, senza lasciare tracce significative. Bullismo, omofobia, i conflitti con i genitori e con gli adulti in genere, si affardellano senza soluzione logica alcuna. Anche la tragedia finale sembra non essere coerentemente motivata dallo sviluppo dell’intera vicenda. Qua e là non si nega qualche momento di buon cinema, ad esempio, nelle circostanze di spensierata complicità tra i tre ragazzi. Convincenti i giovani interpreti.

L’ammiccante riferimento al triangolo amoroso in “Jules e Jim” di François Truffaut non riesce però a nobilitare il risultato.


Un bacio

Regia di Ivan Cotroneo

Dal racconto “Un bacio” di Ivan Cotroneo (ed. Bompiani)

Con Rimau Grillo Ritzberger (Lorenzo), Valentina Romani (Blu), Leonardo Pazzagli (Antonio), Thomas Trabacchi, Giorgio Marchesi, Sara Bertelà

Fotografia di Luca Bigazzi

Italia 2016, 101’


In programmazione all’Arcobaleno Film Center



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