Coltiviamo la Città. L’agricoltura urbana per rigenerare il territorio

Riprendiamo qui i temi trattati nella serata promossa a dicembre da z3xmi e dedicata alla scoperta delle diverse realtà e attività “verdi” della nostra zona. Ad inaugurare la rubrica l’intervento dell’architetto Paola Branduini del laboratorio lab PaRID del Politecnico di Milano.
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cascina a Mialno
Milano ha dimostrato in questi ultimi dieci anni una grande vitalità di iniziative di agricoltura urbana, ovvero di una produzione alimentare che offre anche servizi sociali, culturali e ambientali alla città, indipendentemente dalla sua collocazione interna o esterna dalla città: ci sono forme di  urban food gardening come orti urbani, orti condivisi, orti terapeutici, orti sociali così come di  urban farming, come fattorie didattiche, fattorie sociali, aziende con vendita diretta dei prodotti (come ha evidenziato la ricerca COST Action Urban Agriculture Europe ).

Anche in zona est l’agricoltura urbana è fiorente e si è dimostrata opportunità di miglioramento di luoghi degradati, motore di coesione sociale, di aumento del senso di identità e di appartenenza ad un luogo. 

Solo per citarne alcuni, un gruppo di cittadini ha costruito un orto condiviso e generato inclusione sociale a Cascina Biblioteca, l’associazione Cascinet si è fatta portatrice della salvaguardia e della trasmissione del patrimonio materiale in Cascina S.Ambrogio. 
Gli agricoltori ancora presenti hanno continuato e implementato la produzione agricola con attività per il pubblico come la vendita diretta dei prodotti orticoli e l’agriturismo (cascina Cavriano),  ampliato l’attività florovivaistica (Vivaio Punto Verde in Cascina Cavriano), adattandosi e anche anticipando  le richieste della società milanese. Si sono fatti portatori della trasmissione del patrimonio immateriale continuando  tradizioni come la coltura della marcita di Cascina San Gregorio Vecchio e celebrando il falò di S.Antonio in Cascina Biblioteca.

La dinamicità del lavoro della metropoli ha investito anche l’agricoltura, che non si è seduta di fronte all’erosione di aree per l’edificazione, ma ha continuato una tradizione di nutrimento della città innovando l’offerta di servizi correlati.
Grazie anche ad Expo la metropoli milanese ha potuto dimostrare al mondo la vitalità delle sue iniziative e porsi come esempio di riferimento nella costruzione di una politica sostenibile di agricoltura messaggera di cultura del cibo e del paesaggio, anche attraverso diversi progetti sostenuti da Regione Lombardia (tra cui il MuSa).

La presenza di Expo è stato dunque un acceleratore di numerosi fenomeni già in atto all’interno della città: è un meccanismo avviato che va implementato affinché l’agricoltura urbana, nelle sue molteplici declinazioni, sia parte integrante del benessere di tutti i cittadini milanesi e diventi la green infrastructure (così come sottolineato dalla European Commission nella comunicazione del 2013 “Enhancing Europe’s Natural Capital”) fondante della città non solo in termini di spazi connessi fisicamente gli uni agli altri, ma anche di rete di attività e attori.  

La visibilità e la collaborazione delle iniziative in zona è fondamentale per raggiungere questo scopo: una attività locale con una visione globale.




Arch. Paola Branduini 
PaRID  Lab
Politecnico di Milano

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