I FOCUS GROUP. Una scheda formativa (parte seconda)

Concludiamo con questo articolo l’approfondimento sul focus group, una tecnica qualitativa di rilevazione spesso utilizzata nei percorsi di progettazione partecipata.
()
focus group2
Il focus group è uno strumento flessibile che può essere usato in diversi ambiti di ricerca (con tecniche differenziate ovviamente) e in diverse fasi di un processo di ricerca (o anche nell’ambito di un percorso “progettuale-partecipativo”, sempre però con una finalità di fondo di tipo conoscitivo).

Gli ambiti di ricerca
• Ricerca accademica (ricerche sociologiche, etnografiche ecc.);
• Ricerca dentro le organizzazioni e istituzioni (aziende, scuole, ad es. su problemi gestionali, dinamiche di gruppo, leadership…);
• Ricerca in ambito formativo (necessità e vissuti di studenti, insegnanti…);
• Ricerca in ambito socio-sanitario (molto utile per analizzare vissuti e bisogni dei pazienti, esperienze di self-help…);
• Marketing (sappiamo che è un po’ l’“ambito originario” dei focus group);
• Territorio e comunità (ambito più recente: analisi di problemi urbani, territoriali, esigenze e bisogni ambientali, bisogni di partecipazione). È questo l’ambito che interessa il campo di analisi delle presenti note.

L'uso del focus group in diverse possibili fasi di un percorso
• Fase preliminare-esplorativa: quando si tratta di definire l’ipotesi o l’impianto iniziale di una ricerca, o compiere i primi passi di un percorso “partecipativo”, o dare una prima definizione di un questionario. “Focus group” di questo tipo possono essere i “sottogruppi” che preparano ad esempio le interviste inserite in una ricerca preliminare “di sfondo” su una data porzione di territorio;
• Fase di approfondimento: nella fase intermedia di una ricerca (o di un percorso partecipativo) può occorrere definire nuovi metodi o nuovi obiettivi, compiere un monitoraggio;
• Valutazione finale: una volta conclusa una ricerca (o esaurito un progetto) il focus group può servire per dare una valutazione approfondita sull’insieme del percorso (o anche su una sua fase, come ad esempio incontri di valutazione sulle interviste fatte).

Struttura e funzionamento del focus group
 
La preparazione
La scelta dei partecipanti
Meglio l’omogeneità interna al focus group (come già detto: vedi parte prima) e l’eterogeneità tra i diversi focus group (nel caso che per una stessa ricerca si tengano più focus group); meglio se i partecipanti non si conoscono tra di loro.

Il setting
Sono da curare i locali, la disposizione delle sedie, il comfort, un buffet, un clima familiare.
Tutti saranno disposti in cerchio o attorno a un tavolo, moderatore e assistente leggermente discosti.
Importante la (video)registrazione.

Preparare una griglia di domande
Le domande devono essere omogenee tra i diversi focus group (nel caso questi siano più di uno), non devono essere numerose, ma devono permettere al conduttore-moderatore di controllare l’andamento della discussione.

Possibile “simulazione”
Può essere utile, prima di iniziare il “vero” focus group, fare una simulazione (all’interno del gruppo promotore della ricerca di solito) per comprendere meglio i problemi che potrebbero insorgere.

Come si conduce un focus group
Ruolo del conduttore-moderatore
A. Introduce brevemente sul tema e gli scopi della riunione;
B. Comunica le regole:
   * Tutti devono poter parlare. Rispettare i turni di parola;
   * Si possono esprimere dissensi da opinioni altrui, ma non giudizi sulle persone (i dati raccolti sono frutto  
      dell’interazione), non ci sono opinioni sbagliate;
   * I dati raccolti saranno trattati in modo riservato;
   * Chiudere i cellulari;
   * La discussione sarà registrata.
C. Facilita la discussione
   con:

   * Richieste di riformulazione di un’opinione;
   * Richiesta di ulteriori informazioni;
   * Richiesta di approfondimento (spesso con “domande sonda”),
   evitando di:
   * Dare opinioni e interpretazioni personali; 
   * Riempire i silenzi forzatamente (spesso i silenzi sono utili “fasi di meditazione”);
   * Bloccare la discussione (cambiando troppo in fretta argomento);
   * Concentrare l’attenzione sui partecipanti più interessati o più interessanti (per lui).

Ruolo dell’assistente-osservatore
A.    Cura il setting, il materiale e la registrazione;
B.    Segue la discussione annotando le dinamiche del gruppo e i comportamenti non verbali;
C.    Con il conduttore tiene un breve debriefing finale per preparare il report-verbale dell’incontro.

Importantissimo: del focus group bisogna sempre dare un resoconto scritto.



Per saperne di più
C. Albanesi, I focus group, Carocci, Roma 2005.
Articoli o termini correlati

Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha