Al via il Bilancio Partecipativo del Comune di Milano
"Un passo intermedio verso le Municipalità".
A Balzani e Rozza il copyright di un progetto che avvicinerà cittadini e Amministrazione.
Un Pisapia disteso e sorridente fornisce anche uno scoop:
"A Milano le primarie si faranno e saranno le più belle d'Italia"
(Adalberto Belfiore)30/06/2015
Conto, partecipo, scelgo è il nome
dato a questa esperienza di gestione partecipata di una parte non
trascurabile del Bilancio comunale realizzata in collaborazione con IRS, ARCI e ACLI. Ma più che per gli importi
(ricordiamo che le spese in conto capitale del Comune ammontano per
il 2014 a 1,5 miliardi di cui 450 milioni per investimenti) il
Bilancio Partecipativo è importante per la metodologia.
Coinvolgimento di tutti i cittadini, da 14 anni in su, progettazione
partecipata attraverso incontri di lavoro con gli uffici comunali,
scelta con voto a maggioranza, espresso sia direttamente sia per
mezzo delle nuove tecnologie, questi i punti di metodo salienti di un progetto che apre notevoli prospettive.
Si tratta, ha spiegato Rozza, di
9 milioni su cui non si è ancora deciso. Saranno i cittadini a farlo
e a prendersi la responsabilità delle scelte. Le strutture comunali daranno il necessario appoggio fornendo le informazioni
indispensabili, chiarendo gli aspetti legali, amministrativi, tecnici
eccetera. Ma i cittadini avranno la possibilità di definire le
priorità per opere che potranno essere, a titolo di esempio:
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- mantenutenzione asili e scuole
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- creazione di campi da gioco
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- pavimentazione strade
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- rastelliere per biciclette
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- piste ciclabili
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- interventi sulle biblioteche
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- interventi sul verde
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- creazione spazi di aggregazione
Insomma un ampio spettro di possibilità in grado di sperimentare molto concretamente un nuovo modello di rapporto tra cittadini e Amministrazione in cui chi vorrà dare il suo contributo (anche giovani di 14 anni, approfondendo l'esperienza dei Consigli di Zona dei ragazzi e delle ragazze) avrà la possibilità di capire e sperimentare concretamente come è fatto un bilancio e come funziona (o a volte non funziona, si potrebbe aggiungere malignamente) la macchina ammistrativa.
A questo punto è arrivato Pisapia, reduce da un incontro col sindaco di Zurigo (il cui tema principale era la questione del traforo del Gottardo). Il Primo cittadino, sfoggiando un sorriso sfavillante, ha spiegato l'importanza del confronto con le esperienze di altre Amministrazioni. A questo proposito in Svizzera, dove è consolidata la prassi dei referendum anche su importanti nomine di interesse pubblico, gli è stata espressa la preoccupazione che alcune pratiche partecipative possono perfino diventare distruttive. Dunque è necessario, anche per l'esperienza milanese presentata oggi, stabilire regole per evitare che “qualche minoranza possa decidere per tutti”. Ma Pisapia ha detto di credere fermamente nel progetto di Bilancio Partecipativo, il merito della cui idea ha attribuito alla Balzani e alla Rozza, perché “farà emergere ciò che gli amministratori a volte non riescono a decidere bene”.
E poi è un'altra prova che l'attuale giunta “pensa anche alle periferie”. Ma soprattutto, nella visione del Sindaco, si tratta di “un passaggio intermedio per arrivare alle Municipalità”.
Un Pisapia sorridente e disteso ha fornito pure un paio di notizie interessanti, definiamole pure uno scoop. Ha confermato che a Milano “le primarie si terranno e saranno le più belle d'Italia” e che un comitato di undici saggi in rappresentanza di tutte le componenti della coalizione di centrosinistra “sta preparando un codice etico” la cui mancanza, ossia la mancanza di valori condivisi, “è alla base dei fallimenti” che si sono verificati recentemente (senza ovviamente riferirsi a nessun caso specifico). E quando ci saranno le Municipalità, ha affermato, ci saranno le primarie anche a quel livello.
È sembrato davvero in forma il Sindaco
arancione che si avvia a concludere il mandato con un bilancio a
nostro avviso, seppure tra luci ed ombre, nel complesso molto positivo. Forse sarà proprio
perché si appresta a togliersi dalle spalle un peso non indifferente. Quello
di aver portato la nostra città dal buio affarismo della destra a
una prospettiva di sviluppo più moderno, civile, democratico e anche più pulito e solidale che mancava a Milano da troppo tempo e di
cui l'avvio dell'esperienza di partecipazione presentata oggi è un
altro importante esempio. Ma lo rivedremo, c'è da scommeterci.
Adalberto Belfiore