M4: quando la voce è una sola! Ma il Comitato Argonne-Susa non ci sta.
Ecco la risposta del Comitato Argonne-Susa.
(Paolo Morandi)11/05/2015
I 170 alberi salvati e quel che ancora rischia di morire invano...
Come stanno le
cose: il punto di vista del Comitato.
Ascoltando le dichiarazioni degli Assessori Maran e Bisconti di giovedì e, ancor più ascoltando la radio e leggendo i giornali di ieri mattina (venerdì), sembra che sia già tutto fatto, che siano tutti d'accordo, che i Comitati siano stati ascoltati, i problemi risolti... quando invece sappiamo bene che tutto è ancora da fare e che questo è solo l'inizio di un percorso (che ci auguriamo le istituzioni siano determinate a percorrere fino in fondo).
Riguardo al progetto e alla realizzazione di M4, non bisognerebbe mai dimenticare che la “questione alberi” è solo una delle tante gravi questioni che le istituzioni sono tenute ad affrontare con responsabilità, nella tutela dell'interesse pubblico.
I 170 sono un segnale positivo, se sono il primo passo, ma non possiamo "accontentarci". Tutte le altre inutili e gravi perdite devono essere evitate!
Già, perché va ricordato che, per risparmiare i 170, non è stato cambiato il tracciato, ma solo rivisto il progetto di cantierizzazione. I 170, insomma, sarebbero stati tagli che una buona progettazione non avrebbe previsto già da principio. Sarebbero morti invano...
Già, perché non si sta chiedendo di non realizzare l’opera, ma si sta chiedendo che quest’opera si faccia bene, possibilmente nel migliore dei modi. Come dovrebbe essere del tutto normale, in fondo...
Le associazioni e i comitati, con grande impegno, questo stanno chiedendo.
Qualcuno ieri ha parlato di “accordo raggiunto con i comitati”. Ma quale accordo?
L’unico a cui possiamo pensare è l’accordo che le istituzioni stipulano, alla loro origine, con i cittadini sulla garanzia ad operare nell’interesse della collettività. Sarebbe meglio dire, allora: “accordo rispettato”.
Nelle città europee, le grandi opere, i grandi cantieri, sono spesso l’occasione di sperimentazione tecnica, messa in campo di professionalità e competenze di eccellenza, occasione di riqualificazione del territorio, elaborazione di nuovi sistemi gestionali e organizzazione del lavoro e dei cantieri.
Un progetto nato male e portato avanti con una vicenda, approdato in un’epoca di recessione economica, non è una buona premessa. Le responsabilità sono molte nel passato e nel presente.
Ma una cosa è certa, oggi va fatto tutto il possibile.
Gli aspetti da considerare sono molti
• per salvare da inutile morte pezzi di spazio pubblico e le funzioni che ospitano;
• per ripensare fasi delle lavorazioni che consentano limitarne l’impatto sulla vita del quartiere (come in parte è stato fatto, suspinta dei comitati);
• con un’organizzazione del cantiere che non ne faccia un luogo di degrado, ma di qualità e che garantisca alcune funzioni essenziali per la vita del quartiere;
• con la scelta di soluzioni viabilistiche più sostenibili;
• con il recupero e l’allestimento immediato di nuove aree pubbliche che compensino quelle che saranno inevitabilmente cancellate per anni dagli scavi;
• con la redazione di un progetto di spazio pubblico per il dopo lavori di grande qualità
E poi andranno garantiti l’informazione ai cittadini, il rispetto dei tempi, il conrollo dei costi, della qualità (della sicurezza del lavoro, la qualità delle opere, il decoro delle aree di cantiere).
Tante sono le questioni che è doveroso vengano affrontate e risolte da Amministrazione, MM ed M4, per il ruolo che queste istituzioni coprono e non per magnanimità o “concessione” ai cittadini.
Cittadini che, in questo momento, uniti in associazioni e i comitati stanno mettendo a disposizione delle istituzioni e della collettività il proprio tempo e le proprie professionalità.
Non lasciamo confondere le acque dalle dichiarazioni trionfalistiche delle istituzioni, dai megafoni spesso purtroppo acritici e superficiali della stampa, c’è ancora tanto lavoro da fare!
il Comitato Argonne-Susa
In allegato l'articolo di Repubblica e del Corriere