A.I.D.D.: associazione italiana contro la diffusione dalle dipendenze
A.I.D.D. acronimo di:associazione italiana contro la diffusione dalle
dipendenze, è una ONLUS, fondata nel 1977 e
sostenuta dai Club, Lions e Rotary, che offre la
propria disponibilità in fatto di:prevenzione primaria del
disagio giovanile e specificatamente "lotta alla droga,
alcolismo, bullismo, tabagismo".
Prevenzione primaria significa
riconoscimento dei fattori di rischio per i giovani e individuazione
delle azioni idonee ad eliminarli o ad attenuarli.
Organizza pertanto itinerari pedagogici di approccio al problema delle dipendenze, l' Associazione fornisce, inoltre, materiale didattico, utilizzabile dai docenti e genitori per i necessari ed opportuni approfondimenti in ordine alle problematiche degli adolescenti stessi. Offre inoltre aiuto agli insegnanti per illustrare e far applicare l'itinerario pedagogico corsuale finalizzato ad una formazione sui sistemi di comunicazione e relazione specifica per ragazzi e genitori. Coinvolgimento, inoltre, dei genitori stessi per spunti di riflessione sugli argomenti trattati e conversazione interattiva fra di loro.
Le attività di contatto con il mondo giovanile sono condotte da professionisti nell'ambito della psicologia e psicopedagogia oltre che del settore istruzione.
Le linee guida dei loro interventi sono :portare i ragazzi a prendere in considerazione tipi di comportamenti alternativi, in un'età abbastanza precoce così da poterli utilizzare per le scelte e le decisioni che essi dovranno affrontare e che riguardano la salute.
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Per informazioni e contatti l'associazione ha sede in zona in Via Belgirate 20 Milano indirizzo mail: segreteria@aidd.it
Aiutarli nel lungo e complesso processo di riconoscere le loro emozioni e i pensieri ad esse collegati nella costruzione del concetto di sé e dell'autostima.
Dare corrette informazioni, adeguate all'età, sulle caratteristiche dei medicinali, delle sostanze e dei rischi che il loro uso-abuso comporta.
Coinvolgere nel percorso educativo genitori ed insegnanti che spesso considerano tali problemi "lontani dal loro quotidiano", confinandoli con un erroneo meccanismo di difesa o di negazione, in un ambito "altro da sé" o in contesti già di per sé devianti o deprivati.