Volontari di prossimità. I prossimi incontri

E’ stato un incontro molto partecipato, Cristina De Michele, presidentessa della cooperativa ha descritto l’idea del progetto che consiste in un breve iter di incontri (3 a cadenza quindicinale in orario serale al mercoledì) durante i quali ci confronteremo sulle dinamiche della relazione tra cittadini volontari e persone senza dimora, esplorando le difficoltà che si possono incontrare nell’approccio con queste persone, quali sono le modalità di ascolto e le possibilità di aiuto. 

Verranno presentate le risorse del territorio e i servizi cui rivolgersi, infine verrà stipulato un accordo tra volontari ed educatori di strada per provare un nuovo modo di accompagnare le persone verso i servizi. Il volontario infatti non va a sostituirsi ai servizi sociali istituzionali, ma può essere un valido aiuto nell’individuare le persone bisognose e nello stabilire un rapporto di fiducia che permetta l’avvicinamento ai servizi in modo graduale. Al volontario non è richiesto un impegno particolare ma solo la disponibilità a mettersi in relazione con le persone senza dimora che incontra lungo la sua strada, una relazione comincia con un saluto quotidiano, con la disponibilità a dedicare pochi minuti per poche domande “di circostanza”, la voglia di ascoltare l’altro senza pretese.Paola ci ha raccontato una storia commovente che ha vissuto in prima persona quando, passeggiando col suo cane, ha iniziato a sedersi accanto ad una signora che viveva sulla via. Paola passava tutte le sere e tra lei e la donna si è stabilita pian piano una comunicazione fatta di lunghi silenzi, di poche parole e poi di racconti di vita. Il loro diventa una sorta di appuntamento fisso e la relazione prosegue per diversi mesi fino a che Paola non incontra più la signora che sembra sparita. Cristina conosce la signora di cui sta parlando Paola e racconta il resto della storia:  altre persone si erano occupate della signora e la avevano infine segnalata alla cooperativa Comunità Progetto. Gli educatori di strada, facilitati dal rapporto di fiducia privilegiato già instaurato da questi cittadini hanno potuto aiutare la signora ad avvicinarsi ai servizi psicosociali. Oggi la signora vive in una comunità in campagna, assume terapie antipsicotiche e sta bene. Questo il piccolo miracolo di una relazione tra persone che non temono la diversità.Questa una delle storie che vorremmo poter raccontare.Il nostro è un progetto “pilota”, innovativo perché parte dal basso e senza pretese, la “piccola goccia nell'oceano che dà significato alla nostra vita”.