A Milano il Forum dei Popoli Asia-Europa. Ma nessuno lo ha saputo

Nel più completo silenzio mediatico si è svolto dal 10 al 12 ottobre 2014 un incontro internazionale, l'Asia-Europe People's Forum, al quale hanno partecipato delegati provenienti dai paesi asiatici ed europei in rappresentanza delle associazioni e movimenti della società civile.

()
forum 20141010

Ci sembra doveroso parlare del 10thAsia-Europe People's Forum, ospitato dal Comune di Milano presso la Fabbrica del Vapore il 10, 11 e 12 ottobre. Nessuno ne ha dato notizia, eppure il Forum, intitolato “Toward a Just and Inclusive Asia and Europe – Building States of Citizens for Citizens” ha affrontato i temi più importanti con cui miliardi di esseri umani si devono quotidianamente confrontare. Non a caso è stata scelta Milano, visto che qui si tiene in questi giorni l'ASEM (Asia Europe Meeting), il vertice dei capi di governo dei paesi asiatici ed europei.

Nelle tre giornate di lavori del Forum dei Popoli sono stati trattati i problemi che riguardano le garanzie democratiche e la sicurezza degli individui, la difesa dei diritti civili e umani, dei beni comuni, dell'ambiente, il diritto al lavoro e allo stato sociale, diritti che sono messi in discussione e minacciati dalla concentrazione su scala globale del potere economico e finanziario detenuto da pochi, con l'avallo, e anche il sostegno, dei vari governi nazionali.

Il Presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo ha dato il benvenuto ai partecipanti, dimostrando con ciò che a Milano si può alzare lo sguardo oltre i nostri confini. Il Forum si è aperto con la denuncia della scomparsa di Sombath Somphone, attivista di un'associazione per la difesa dei diritti civili, organizzatore della precedente edizione del Forum nel 2012, avvenuta in Laos due anni fa, di cui non si hanno più notizie. Gli attuali organizzatori si sono assunti l'impegno di esercitare una continua e pressante azione sul governo del Laos perché venga fatta luce sulla scomparsa e Sombath venga restituito alla sua famiglia. All'inizio dei lavori si è voluto anche ricordare Lampedusa, come simbolo della tragedia che colpisce i migranti, in ogni parte del mondo,

Al Forum ha partecipato la gente comune, “ordinary people” come l'ha definita un oratore, impegnata nella rivendicazione della giustizia sociale e della sovranità popolare sul cibo, il suolo, l'acqua, l'ambiente, le fonti energetiche.

I paesi in via di sviluppo, ma ora anche i paesi progrediti, sono fortemente messi in crisi dalla crescente disuguaglianza tra ricchi e poveri e dalle politiche neo-liberiste che la causano e la sostengono. Stiamo assistendo ad una progressiva e massiccia erosione del benessere sociale, quale che sia il livello raggiunto in ogni paese. A partire da queste considerazioni nel Forum si sono attivate le energie e le risorse delle associazioni e dei movimenti per promuovere e sviluppare la cooperazione e la solidarietà dei cittadini a livello locale, nazionale e globale. Il Forum si è concluso con la lettura ed il commento delle dichiarazioni programmatiche elaborate dai vari gruppi di lavoro avviati su ciascun tema trattato, a cui tutti i partecipanti hanno potuto contribuire.

Non so se queste dichiarazioni verranno prese minimamente in considerazione dai governanti che in questa settimana si riuniscono a Milano. Certo è che dopo aver preso parte al Forum dei Popoli non si può non percepire come anche nel nostro paese esista ormai un solco profondo tra governanti e cittadini. Oltre alla imposizione di politiche di austerità che impoveriscono le fasce deboli, deprimono i servizi primari (scuola, sanità, sicurezza sociale), sviliscono la dignità del lavoro, si disconosce la sovranità popolare modificando la costituzione e le leggi che ne consentivano l'attuazione, a partire dalla legge elettorale già dichiarata incostituzionale e non modificata, si mina l'indipendenza della magistratura e si evita il confronto parlamentare, anche se poi i cittadini non possono far molto conto sulla salvaguardia di questi strumenti fondamentali per la democrazia reale, dal momento che, mi pare, non si sa a quale opposizione rivolgersi.

A riprova di tutto ciò potrei citare il fatto che sono in discussione alcuni trattati di libero scambio di cui in Italia sinora si sa poco o nulla, uno dei temi principali discussi nel Forum dei Popoli, a cui il nostro governo pare aver dato una preventiva adesione.

Si tratta del Transatlantic Trade Investment Agreement (TTIP) e altri trattati simili, che Stati Uniti, Europa e altri 22 paesi stanno negoziando in modo segreto e per i quali non è prevista alcuna discussione nelle sedi parlamentari dei rispettivi paesi, quando verranno proposti per la ratifica. Lo scopo dichiarato è quello di liberalizzare i mercati, di favorire gli investimenti creando così milioni di posti di lavoro e facendo crescere l'economia in tutti i paesi firmatari. Come? Applicando le regole meno restrittive esistenti in ciascuna legislazione nazionale, a cui tutti i partners dovranno adeguarsi. Con la conseguenza che, ad esempio, in Italia, dopo l'approvazione da parte del parlamento europeo, si dovranno accettare le normative meno restrittive in vigore negli Stati Uniti, come quelle sugli OGM, sul nucleare, sulle normative ambientali, sulla sicurezza alimentare, sulla privatizzazione dei servizi pubblici, su sanità e previdenza. E l'investitore straniero che si sentisse discriminato potrebbe portare in giudizio lo stato italiano richiedendo di essere indennizzato per i mancati profitti derivanti dalla legislazione italiana. La causa non verrebbe discussa di fronte ad un tribunale nazionale, ma ricorrendo ad un arbitrato internazionale, che pronunzia un giudizio inappellabile e può condannare lo stato inadempiente a risarcimenti di miliardi di euro. Cause di questo tipo sono già in corso dove sono stati siglati accordi di libero scambio analoghi al TTIP. Altre nefande conseguenze di questi trattati sono contenute nelle clausole sui servizi finanziari e sulla proprietà intellettuale (marchi e copyright, brevetti, etc), e ne rivelano chiaramente i presupposti, riferibili al rigurgito di un neo-liberismo ancora più spinto di quello che si poteva ritenere ormai defunto, dopo aver generato la catastrofe finanziaria del 2008, che ora viene riproposto dalle stesse lobbies di allora per riaffermare la prevalenza dell'interesse privato su quello pubblico.

A conclusione del Forum dei Popoli è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica italiana per impedire la firma di questi trattati; dubito che i governanti in visita a Milano ne verranno a conoscenza, ma invito tutti i cittadini a partecipare.

http://stop-ttip-italia.net/