La Via d'Acqua va realizzata a tutti i costi, perché?

Nonostante il presidente della commissione che ha assegnato l'appalto delle Vie d'Acqua all'impresa Maltauro risulti ora indagato per corruzione e turbativa d'asta, nonostante l'arresto avvenuto mesi fa del responsabile della stessa impresa per altre simili vicende, e nonostante la ferma e motivata opposizione dei cittadini alla realizzazione di un'opera giudicata un inutile spreco la Via d'Acqua va comunque realizzata, perché?

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expo

Ci sono molte valide ragioni per fermare questo ennesimo inutile spreco di soldi pubblici e non mancano le soluzioni alternative per rivedere un progetto che, sin da quando fu annunciato, suscitò immediate reazioni da parte di Italia Nostra, di varie associazioni cittadine e tecnici esperti.

Abbiamo già riferito su queste pagine dei tanti aspetti negativi e delle soluzioni alternative possibili, più rispettose dell'ambiente e del territorio. Il progetto originario, con cui venne presentata la candidatura di Milano a sede di Expo 2015, prevedeva la costruzione di un canale navigabile che avrebbe collegato il sito con la Darsena attraversando in parte la città, una proposta quanto mai strampalata, che certamente avrebbe fatto la gioia delle imprese interessate ad eseguire tali onerosissimi lavori, ma assolutamente irrealizzabile in pratica, a costi altissimi e con tempi incompatibili. Il canale navigabile venne quindi ridotto a semplice canale, ma nonostante obiezioni e critiche ad un'opera che comportava un costo di circa 50 milioni di euro, la gara è stata indetta, l'appalto assegnato ed i cantieri aperti suscitando immediatamente una fortissima reazione popolare. Gli abitanti delle zone intorno ai parchi attraversati dal canale si sono riuniti in comitati ed hanno iniziato una campagna per fermare i lavori. Da parte di Expo spa e del Comune sono anche stati avviati confronti e trattative con i rappresentanti dei comitati cittadini, ma restava fermo il fatto che l'opera era considerata strategica e irrinunciabile, se non con qualche limitata variante (del tipo, invece di attraversare i parchi in superficie in alcuni tratti si sarebbe interrato il canale), rifiutando di accettare modifiche che consentivano il recupero di rogge e fontanili già esistenti con notevoli risparmi di soldi e tempo.

Si può comprendere solo in parte il fatto che non si sia voluto rinunciare ad un progetto presentato come elemento qualificante per la scelta di Milano come sede Expo da parte del BIE, l'organizzazione internazionale che assegna le sedi Expo, ma oggi dal momento che il canale non sarà pronto e per far defluire le acque dal sito si deve ricorrere ad altri mezzi, che viene meno lo scopo primario per cui è stato appaltato, che sono emersi i fatti di corruzione contestati a questa impresa, che risulta indagato per corruzione il responsabile Expo per questo progetto, ci sembra insensato procedere comunque alla realizzazione di un'opera, già giudicata un inutile sperpero di danaro pubblico.

Possiamo anche comprendere che occorra salvaguardare l'impresa, ossia i soci proprietari e i dipendenti della Maltauro, ma va tenuto comunque presente che il danno arrecato al bene pubblico e all'immagine di Milano va ben oltre gli eventuali mancati profitti e che si potrebbe rinegoziare, volendo, una revisione del contratto in modo da salvaguardare l'interesse pubblico e limitare i danni alle parti in causa. E sarebbe anche il caso che da parte di coloro che hanno gestito Expo con gli esiti che oggi dobbiamo constatare venisse dignitosamente rimesso il mandato ricevuto, sarebbe un segno di cui la comunità ha bisogno per recuperare un minimo di fiducia nei confronti di chi viene scelto come amministratore. Ma pare che tutto proceda come al solito, il ministro Lupi ha chiaramente detto che l'opera si deve fare e, dato che altri finanziamenti sono attesi dal suo ministero, forse è bene non entrare in polemica.

Due considerazioni, una in particolare riguardo alla Via d'Acqua ed una più generale.

I comitati cittadini che contestano il canale non sembrano intenzionati a rinunciare alla mobilitazione in corso da parecchi mesi e si daranno da fare per impedire la ripresa dei lavori. Come non essere d'accordo con una protesta, che anche alla luce dei fatti attuali, non può che essere condivisa?

In generale poi la pretesa di ignorare le proteste dei cittadini da parte degli amministratori quando si tratta di questioni di una certa rilevanza pubblica non è accettabile. E' vero che da tempo chi non è d'accordo con la maggioranza è un disfattista, un insubordinato, un menagramo, un tecnico e così via, ma se le ragioni di chi dissente non sono ritenute degne di essere prese in considerazione, questo non è certo un buon segno per la democrazia.Questo fatto, insieme alla mancanza di trasparenza con cui si decidono progetti e opere, senza confronti e valutazioni di chiara evidenza pubblica, senza discussione sulle convenienza degli interventi ingenera proteste, destinate purtroppo a restare fini a sé stesse, o causa di un intervento della magistratura, quando ormai in ogni caso, se il danno è stato fatto, è impossibile porvi rimedio.

Come cittadini ci troviamo sempre più spesso a dover sostenere un NO a questo o quel progetto rispetto al quale non si è avuto modo di venire a conoscenza degli studi, delle motivazioni e delle valutazioni specifiche di pubblica utilità che ne hanno determinato l'approvazione da parte delle competenti autorità e siamo di conseguenza indotti a pensare che questo o quel progetto rispondano più alle esigenze di interessi privati che non all'interesse pubblico.

Per non far nomi penso ad esempio alla Città della Salute, progetto in corso a Sesto S.Giovanni, su cui è lecito nutrire forti perplessità in merito alla effettiva convenienza e su cui andrebbe organizzato un ampio e partecipato dibattito pubblico, che noi stiamo cercando di sollecitare da tempo. Sempre per non far nomi penso ad esempio al progetto che pare stia a cuore al ministro Lupi, che, sembra, vorrebbe far costruire un'autostrada Orte-Mestre, non so immaginare in base a quali previsioni di traffico, quali valutazioni dei benefici economici a vantaggio dei cittadini e quali considerazioni di natura ambientale e paesaggistica.

Ma tant'é, nessuno ne parla e tutto procede.


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