L’orto in cascina. IL PRATO VERDE

Il prato aveva bisogno di essere rinfoltito. L’ho fatto applicando una tecnica nuova appresa da un libro.
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Nel mio lavoro di manutenzione giardini mi capita di poter sperimentare teorie di trapianto, potatura o semina mai provate prima. Dalla lettura del libro "La rivoluzione del filo di paglia" di Fukuoka ho imparato, tra l'altro, che si può fare la semina a mano dei cereali in pieno campo con i semi macerati in terriccio e acqua.
La stessa tecnica l'ho usata per semi misti di erba per prato verde da giardino e la foto si riferisce proprio a questa metodologia.  

Il prato aveva bisogno di essere rinfoltito a chiazze in diversi punti e poteva essere allungato e raddrizzato sotto un gruppo di piante: un'erica, due pini nani, una nandina e un grande leccio. 

Con la vanga ho livellato la parte da ingrandire ex novo, in un secchio ho preparato la miscela con circa 1 parte di semi, 2 parti di terriccio e mezza parte d'acqua e anche meno, ma è proprio la manualità che fa capire quando i semi sono sufficientemente attaccati al terriccio in modo uniforme, ve ne accorgerete mescolando e bagnando un po' per volta per almeno 5 minuti. A pugnetti ho distribuito uno strato di circa 1-2 centimetri uniformemente sul terreno nudo, livellando e schiacciando leggermente col palmo; poi ho ricoperto a velo con il solo terriccio, sbriciolandolo con i palmi delle mani, finché anche i semi ancora visibili erano tutti coperti. Nuovamente ho schiacciato leggermente il terreno, per fare aderire le parti. Un'inaffiatura delicata ha completato il lavoro. Dopo una settimana è spuntata l'erba folta, uniforme e filiforme. 

Avevo l'ordine di finire sia la scatola dei semi , che il terriccio e proprio questo è terminato prima che potessi completare la copertura della mescola umida. Ho notato che la germinazione in questo caso è stata più ritardata.

Quando semino, sulla parte piana della banchina dell'orto sinergico, se i semi sono piccoli li spargo con le dita, non troppo fitti, ma asciutti - perché la quantità è minima -, poi li ricopro e li compatto nello stesso modo che ho usato per il prato. 
Per semi più grossi, preparo una pallina di terra umida, inserisco il seme e a sua volta la pallina in un piccolo buco. Questo nel caso che il terreno sia molto asciutto; se invece la banchina è stata appena fatta e il terreno è ancora umido, mi concedo di seminare insieme, per esempio, un fagiolo e un girasole nello stesso buco così come sono.

Mi piace molto lavorare in questo giardino, perché il proprietario della villetta è un esperto di chimica e nello stesso tempo ama molto la natura; con lui posso interloquire suggerendo i trattamenti meno invasivi o i modi e i tempi per eseguire i lavori. 

Dal suo ultimo viaggio a Marina di Massa, è tornato con una casetta per pipistrelli, che, come si sa, sono grandi divoratori di zanzare; verrà collocata nel punto più alto possibile, sotto la linda, tra la capriata e l'angolo della casa. I pipistrelli sono mammiferi e amano molto i luoghi protetti e caldi, se c'è vicino una fonte di luce che attira gli insetti, anche loro accettano, col tempo, di insediarsi nei nidi che noi gli proponiamo. Normalmente preferiscono le soffitte inutilizzate, i sottotetti delle case abbandonate, le stalle e le grotte. Se ne vedono volare anche a Milano, ma vista la quantità di zanzare, non sarebbe male incrementare la loro popolazione.





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