Sogno verde. Eppur si può

Un convegno, e sette domande, per capire come si possono abbattere, almeno in parte, i fattori inquinanti e se per il prossimo futuro possiamo sperare in una Milano sostenibile, accogliente e sempre più verde.
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passeggiata
Ricordo che durante l'ultima campagna elettorale per l'elezione del Sindaco uno scettico cittadino aveva commentato malevolmente, rifiutando un volantino che prevedeva quella parte del programma di Pisapia sulla lotta all'inquinamento, "E come fate a diminuire l'inquinamento?".
Sabato 10 maggio, all'incontro sul "Sogno Verde" al CAM di corso Garibaldi, si è accertato che: "EPPUR SI PUO'!" È possibile all'interno del programma "Smart city" creare un progetto "Smart enviroment" (pedantemente tradotto: città intelligente e ambiente intorno a noi intelligente), abbattere in parte i fattori inquinanti e migliorare la qualità della vita.

Anche la crisi economica ha dato una mano a far circolare meno auto e diminuire il principale fattore d'inquinamento, altro aiuto -quest'anno - è venuto dalla noiosa insistenza delle piogge, ma l'olfatto ci ha confermato che in questi ultimi anni un miglioramento c'è stato: uscendo per strada all'alba nelle giornate bigie, la puzza di carburante bruciato non è più così forte. Sempre la crisi ci aiuta a fermare i piani edificatori e il consumo del suolo in molti Comuni.

Sette domande
Il convegno poneva sette domande alle quali hanno risposto biologi, agronomi, architetti dei giardini, paesaggisti, etologi, giardinieri, esponenti dell'associazionismo e docenti universitari tutti impegnati nel grande progetto di una Milano sostenibile, accogliente, sempre più verde, più rispettosa del suo patrimonio di flora e fauna e di quello creato dagli umani.
Questi i quesiti affrontati:
1) i criteri per la manutenzione del verde pubblico e privato,
2) come valorizzare e promuovere le biodiversità e le oasi ecologiche,
3) come rendere gli spazi verdi luoghi da vivere,
4) riconsiderare le aree dismesse, il riutilizzo dei territori, la partecipazione dei cittadini,
5) il futuro regolamento cittadino del verde,
6) la manutenzione del verde,
7) ruoli e competenze dei futuri Consigli di Zona.

Milano è una città che ha sempre sacrificato alle necessità commerciali gli spazi comuni, ma ora è al capolinea: nei week-end si spopola, chi può scappa, perché la necessità di vivere la natura e respirare aria pura è imprescindibile per gli esseri viventi; così però la città perde le sue radici affettive, diventa solo il luogo del lavoro.  
I problemi di vivibilità coinvolgono tuttavia tutta la Pianura Padana congestionata dal traffico e dal cemento, per cui è benvenuto un convegno che ci fa conoscere quanto è in corso e le esperienze già messe in atto in altre città.
L'Expò ha il merito, se non altro, di riportare i cittadini ad aspirare a orizzonti più alti.

Buone pratiche
Torino ha avviato, dal tempo delle olimpiadi invernali, progetti d'intervento sociali - quartiere di Porta Palazzo e periferia -, culturali - MITO - ed si è dotata di uno statuto molto dettagliato di progettazione, gestione e manutenzione del verde cittadino che può essere d'esempio per stendere quello di Milano, perché senza un regolamento urbano molto dettagliato non è possibile progettare il futuro del verde, che necessita tempi lunghi.

Altri esempi sono stati mostrati in video : progetti realizzati a Parigi, a Londra, a New York, ma anche realizzati  nei parchi di Milano: bosco in città, parco delle cave, parco nord.

Può sembrare scontato dire che ogni luogo verde è un ambito a sé stante, una nicchia biologica che occorre conoscere per gestire al meglio ed evitare sprechi. Intervenire in ambienti diversi richiede criteri diversi, perché un conto è trattare un giardino storico, un conto un parco di cintura.

Un Comune deve poter pianificare i costi nel breve, medio e lungo termine della manutenzione successiva alla piantumazione e questa va organizzata secondo le necessità dei cittadini, della localizzazione, ma anche della pluralità delle specie che abitano un ambiente: insetti, piccoli animali e uccelli della città. Queste finalità devono essere presenti a chi governa, ma anche ai cittadini che chiedono di partecipare all'organizzazione del territorio, che devono però muoversi secondo un regolamento.    

Oasi verdi fruibili e gestite dai cittadini
I fattori che determinano le scelte e da tenere presenti sono molti e vari: gli alberi operano anche come ammortizzatori della temperatura, assorbono inquinanti, proteggono dal rumore, ospitano specie animali, rendono gradevole il paesaggio, agiscono positivamente sulla psiche.
All'estero si fa sempre più urgente la richiesta di oasi di verde fruibili dai cittadini: a Londra in pieno centro è stata creata un'oasi con un laghetto e erbe palustri per gli uccelli, a New York la soprelevata è diventata una passeggiata verde, a Amsterdam davanti alla reggia dei reali sono stati creati orti urbani. 

Anche Milano si sta muovendo: i cittadini partecipano alla gestione di giardini condivisi in centro, propongono spazi da recuperare perché il verde deve essere diffuso su tutto il territorio, alberi monumentali da tutelare -in via Mac Mahon è stato modificato il piano di ATM e gli olmi non saranno tagliati, perché si è trovata una soluzione alternativa che farà risparmiare il Comune-. Gli interventi invasivi vengono pianificati in modo da creare meno stress possibile agli alberi, ai cittadini, al traffico, riunendo i tecnici con le diverse competenze: dagli agronomi agli esperti di traffico stradale. Con questo non si escludono errori di strategia!
 
Il responsabile del Comune per la manutenzione ha fatto presente quanto complessa sia la gestione del verde e come il capitolato attuale non esaurisca tutte le variabili necessarie: ogni pianta va considerata per la sua adattabilità, tenuto conto anche delle variazioni climatiche in atto, dello sviluppo della chioma, delle radici, dello spazio che necessita, dell'invasività, della longevità, della interazione con altre piante, degli allergeni, del costo e frequenza della potatura, del posto in cui va sistemata ecc.

Corridoi verdi lungo la ferrovia
Milano ha intanto avviato un progetto unico nel suo genere: la creazione di corridoi verdi lungo le linee ferroviarie ancora attive o dismesse: lo scalo S. Cristoforo e quello di Porta Romana. Sono già stati censiti i piccoli animali, l'avifauna e le piante presenti; si può studiare un rinverdimento con vegetazione che incrementi la presenza di farfalle, coleotteri, piccoli animali nelle oasi, dove gli insegnanti potranno portare gli alunni e fare didattica sulla protezione dell'ambiente e degli animali, sviluppando senso civico e di responsabilità partecipativa. Le piste ciclabili dovrebbero poi essere sterrate, per aumentare la superficie d'assorbimento delle piogge, né vanno demonizzate le potature più intense degli alberi lungo i viali, dove il rischio di crollo di grossi rami è alto, o il taglio di piante se vecchie e malate. Rimozione dei rami secchi ogni 2 anni, irrigazione nei primi 3 anni dell'impianto, fruibilità dell'acqua per i giardini condivisi, regole per la gestione del verde privato, partecipazione e responsabilità dei comitati di cittadini, che partecipano alla creazione e alla tutela del verde pubblico e propongono progetti ai Consigli di Zona: ogni singolo aspetto deve essere previsto in un regolamento cittadino che porti Milano ad assumere il ruolo preminente che le compete, anche in previsione dell'Expo.



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