Una giornata sulla sostenibilità ambientale

Docenti, studenti e cittadini si confrontano sui grandi temi ambientali che coinvolgono la zona. Un progetto di partecipazione tra le Università di Città Studi e la Zona 3 che potrebbe diventare un caso pilota da estendere a tutta la città.
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pedonalizzazione Celoria1
La giornata sulla sostenibilità ambientale è stata proposta alla Zona 3 venerdì 21 marzo dal Politecnico di Milano e dall'Università degli Studi.
La scelta del Poli-Unimi di organizzare un pomeriggio di seminari al CAM di via Valvassori Peroni prosegue l'apertura di un progetto di partecipazione tra le Università di Città Studi e la Zona 3, progetto posto all'attenzione del Comune che è interessato, qualora diventi un caso pilota, ad estenderlo a tutta la città.

L'incontro, organizzato da giovani docenti aperti e disponibili e sorprendentemente simpatici, ha lasciato spazio agli studenti e ai laureandi presenti, avviando un percorso virtuoso nella direzione di una cultura della collaborazione per il rinnovamento di Milano.
Gli studenti - i più sensibili alla necessità di creare un dialogo partecipato che coinvolga la società civile - hanno esposto i loro lavori: proposte di miglioramento di percorsi pedonali utilizzati dagli studenti e percorsi pubblici molto battuti durante l'apertura delle facoltà, miglioramento dell'accessibilità, illustrazione di piani di ottimizzazione delle risorse nella costruzione di edifici o utilizzazione e distribuzione delle fonti energetiche, individuazione di punti critici ambientali.
Sulle loro proposte – lavori di tesi di laurea - chiedevano commenti e idee complementari.

L'incontro è stato stimolante, anche se : “ogni inizio è difficile”... I pochi cittadini della zona presenti, superato qualche imbarazzo, hanno interrogato gli studenti, chiesto chiarimenti, informazioni e infine utilizzato i post-it per esprimere i loro suggerimenti. Il traguardo è stato parzialmente raggiunto, ma il cammino è avviato.
La parte più intrigante della giornata è stato il dialogo tra ricercatori e pubblico. Colpiva la curiosità, la passione e la capacità di ascolto dei giovani che spiegavano i loro lavori e dialogavano con i presenti profani o non.

Noi profani abbiamo appreso delle direttive europee che obbligano, entro il 2030, ad adeguare tutti gli edifici per azzerare le emissioni inquinanti che incidono per il 40% sul surriscaldamento dell'atmosfera e la giovane Elena ha illustrato le caratteristiche dell'edificio polifunzionale a risparmio energetico e zero emissioni.
Altri hanno illustrato i progetti per rendere il Campus universitario più fruibile, vivace e più verde, oasi di incontri e iniziative estese anche all'esterno degli edifici in un continuum con il quartiere, dove gli studenti diventino parte propositiva e attiva insieme ai cittadini, come è già stato sperimentato positivamente l'autunno scorso.

Ecco l'analisi dello stato di fatto di via Celoria (foto in apertura): lo studio dei flussi e dei percorsi, le proposte relative per incrementare i collegamenti tra le due università e gli scenari possibili eliminando barriere, o cancellando parcheggi, oppure diminuendoli, o aumentando le aree di relax, ma sempre tenendo presenti i problemi conseguenti.

La via Golgi invece avrebbe bisogno di una rivisitazione per eliminare i tanti muri e aumentare il verde e anche piccole aree di relax dove incrociare i propri simili.
Ecco le tabelle che riportano i dati della diminuzione dell'inquinamento dell'aria di Milano, che è però ben lungi dall'essere compatibile con una cittadinanza in buona salute. Questi dati rivelano che il maggiore responsabile dell'inquinamento è il traffico automobilistico; quindi sorgono spontanee le domande che ricevono parziale consolazione: occorre pianificazione, coordinazione e politica del territorio.

Che ci porterà la città metropolitana? Come estendere il car-sharing? Come trovare i soldi per coimbentare gli edifici? Lo sapete che verrà inaugurata una nuova casetta dell'acqua vicino alla facoltà di fisica?
Chissà che meraviglioso dialogo ci sarebbe stato con più cittadini presenti!

Intanto si ringraziano gli organizzatori che sono i docenti delle facoltà delle due università, perché i lavori dei ricercatori nascono nei corsi sulla sostenibilità ambientale presenti nelle facoltà di ingegneria, architettura, fisica, chimica, agraria. Nel pomeriggio i docenti hanno relazionato sugli elementi naturali che consentono la vita sulla Terra e sulle variabili umane che alterano tali rapporti, ma anche su quanto è possibile fare per rallentare i processi degenerativi, purché lo si voglia.

Si è sottolineato che già il coordinamento tra le diverse facoltà del Poli e di Unimi, per organizzare questo evento, è indicativo di un diverso approccio al fine di affrontare meglio i problemi sempre più complessi del surriscaldamento atmosferico, dell'inquinamento e dell'esaurimento delle materie prime. Non sono mancate indicazioni economiche e di fattibilità per la creazione di posti di lavoro. Anche il retroscena storico ha avuto il suo spazio narrativo: la nascita della pedagogia e della metodologia didattica alla fine del 1700 e la Milano dell'epoca di Leonardo da Vinci.

I relatori e i ricercatori presenti hanno indicato come siano necessari conoscenza e consapevolezza della correlazione degli ambiti degli studi scientifici per affrontare e risolvere i problemi ambientali ormai globalizzati.
Gli organismi internazionali qualche cosa cercano di dirla e imporla, intanto lavoriamo anche su di noi per modificare comportamenti individuali errati. Non si finisce mai di imparare e di dare il buon esempio, anche per le piccole cose, che messe insieme diventano grandi.


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Re: Una giornata sulla sostenibilità ambientale
31/03/2014 Maria Antonietta Pellegrini
Il fatto stesso che sia stato organizzato un incontro pubblico, a cui ci si puo' riferire in futuro, rende plausibile che qualcosa di quanto detto verra' realizzato.
Quanto appare nelle due foto non e' che una parte delle proposte.
Poiche' era possibile esprimere il proprio parere, il non essere stati presenti all'incontro e'stata un'occasione mancata di far conoscere le proprie idee e il proprio scetticismo legittimo.
E' dalla fine degli anni settanta che sento parlare di sostenibilita' ambiental; qui in Italia piccoli passi si stanno facendo,in alcuni paesi esteri sono piu' avanti perche' le pressioni dei cittadini sono state piu' fattive.Penso che questo abbia un significato.


Re: Una giornata sulla sostenibilità ambientale
25/03/2014 aldo
Mi tranquillizza sapere che gli organismi internazionali qualche cosa cercano di dirla e imporla a noi piccoli uomini.
E poiché gli organismi internazionali non si sono ancora interessati della Zona3 è bello sapere che altri organismi pensanti quali il Politecnico di Milano e l'Università degli Studi abbiano incominciato a dire insieme qualcosa proponendola ai cittadini di Zona 3. La domanda è quando le cose che pensano le imporranno?
Di certo un organo tecnico si è sostituito ad un organo politico. Il volantino stampato dalla Civica Stamperia del Comune di Milano diceva che "il Consiglio di Zona 3 in collaborazione con ... presentano Giornata della sostenibilità: Focus ambientale". Ma forse lo diceva solo perché il CdZ3 è ancora il gestore dell'Auditorium, dove si è svolto l'incontro, e la firma in calce era di quelli del CDZ3. Sarebbe interessante sapere da questi ultimi perché si prestano a farsi strumentalizzare dagli organismi tecnici presenti in zona che hanno come fine il sogno americano del Campus; che vogliono fare diventare Città studi una città nella città: parte di via Pascal l'hanno privatizzata, e loro lasciano fare; ora vogliono arrivare a pedonalizzare via Celoria!, e come graziosamente è detto nell'articolo vogliono fare del campus un'oasi Per definizione un'oasi è un luogo che sorge dove intorno c'è il deserto.
E prontamente ecco che l'oasi incomincia a concretizzarsi con una nuova casetta dell'acqua, dove non si capisce se il nuovo si riferisca al fatto che prima non c'era mai stata, o il nuovo si riferisce al messaggio che si vuole trasmettere: tra qualche anno l'acqua non sarà più distribuita nelle case ma si dovrà andarla a prendere di casetta in casetta perché diventerà un bene scarso grazie alla sua privatizzazione.


 
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