L'ORTO D'INVERNO. Il Sonco

Anche nel nostro orto crescono erbe spontanee eduli che val la pena non sacrificare. Eccone una il sonco, o sonchus oleraceus, artisui in friulano.
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sonco
La foto è di inizio dicembre, nell'orto di Ermanno, ma l'avevo trovato anche l'anno scorsoal Campo Giuriati.
Dopo aver immortalato questo cespo di sonco ho raccolto sia questa che altre piante della stessa dimensione, ho scelto le foglie interne, più piccole e fresche per farne un'insalata, quelle laterali, più grandi e leggermente  rovinate, o gelate le ho date alle galline e alle “oche del Campidoglio”.

Tagliare tutta la rosetta fogliare è buona norma per far sì che dalla base la ricrescita sia più uniforme e veloce.   Ho trovato anche molto tarassaco e l'ho tagliato nello stesso modo. Lasciare attaccate foglie vecchie non è un buon messaggio per le piantine; se non avete galline , buttatele direttamente nella buca del compost o lasciatele a terra, provvederà il tempo a decomporle.   

Il sonco è un'erbacea molto diffusa e resistente d'inverno, infatti è proprio in questa stagione che la troviamo piccola e fresca, nata da poco. Crescendo può raggiungere anche il metro di altezza, il caule (fusto) è erbaceo, cavo, leggermente filamentoso, ma tutto buono da mangiare dopo averlo pulito dai fili come per le coste. Tagliatelo a rondelle per la minestra: ha un sapore neutro, crudo davvero sarebbe troppo duro; potete far bollire sia i boccioli che i capolini fiorali che somigliano moltissimo ai fiori del tarassaco.        
È comune negli incolti, nei prati, lungo le strade poco frequentate e spessissimo lo trovate nei vasi sui balconi e nei giardini, potreste persino confonderlo con la lattuga selvatica, quando è piccola: poco male, sono buone entrambe.  

Il sonco ha foglie molto frastagliate e apparentemente pungenti, ma è solo un'impressione: le spine sono tenerissime. Il sapore è delicato, non amaro come quello della lattuga e al taglio la foglia produce pochissimo lattice bianco. La pianta, quasi per resistere alla rigidità dell'inverno, assume una colorazione rossastra, ma resta comunque una delle poche verdure provvidenziali dell'inverno più rigido.
In altri tempi veniva usata come galattogena (per l'allattamento) e tonica.
Una curiosità: l'ho trovata, adesso, disseminata sotto le piante secche di pomodoro.     




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