Palazzo Marino deve farsi in nove
(Giuseppe Caravita)15/11/2013
Una delibera “forte” quella approvata ieri sera dal Consiglio di Zona tre. In pratica chiede, all’amministrazione comunale, di avviare subito e davvero il processo di decentramento, il primo passo per la nascita dei Municipi.
La novità è che non è un’iniziativa della sola zona 3. Ma di tutti i nove Cdz. Che stanno deliberando, nei loro consigli, l’identica delibera. Dietro c'è la formazione di un “club” dei Presidenti delle Zone che da due mesi a questa parte ha costruito l’iniziativa. Unendo le forze per esercitare la massima pressione possibile su Palazzo Marino.
Ma cosa dice questa delibera? In pratica chiede tre cose, ma di rilievo.
La prima è di mettere in pratica (ma con una modifica cruciale) le delibere de Comune n.2406 del 20/11/2012 e n.2452 del 23/11/2012, relative anche all’iniziale trasferimento di competenze in ordine all’arredo urbano, al verde e alla manutenzione delle scuole. Però, per attuare realmente tali competenze, e perché il Cdz possa davvero decidere sulle materie <le delibere vanno modificate con la espressa previsione che il personale trasferito farà capo al Direttore di Zona oltre che per la dipendenza gerarchica, anche per quella funzionale>. Questo significa un cambiamento decisivo, tenuto nascosto nelle delibere: i funzionari dovranno attenersi alle direttive del Cdz e non del loro superiore a Palazzo Marino. Altrimenti il primo passo al decentramento resterà finto.
E la delibera si spinge anche più avanti. Chiedendo la <trasformazione, entro la fine del 2014, delle zone del decentramento in veri e propri Municipi, come si è attuato da 13 anni a Roma. E che i Municipi costituiti abbiano un loro bilancio, proporzionato ai trasferimenti relativi alle funzioni decisionali delegate>.
In pratica un percorso di decentramento accelerato, contestuale all’avvio della città metropolitana (oltre 100 comuni intorno a Milano). Per evitare che l’attuale centralizzata (enorme) amministrazione comunale milanese “schiacci” il suo hinterland metropolitano. Ma al contrario si decentri nelle zone (a dimensioni di medi municipi) per le attività correnti e mantenga al centro solo i temi, infrastrutture e investimenti di carattere strategico, comune alla conurbazione.
La rivoluzione amministrativa, per non mancare l’appuntamento con la città metropolitana (o renderla un pericoloso nulla di fatto), deve partire subito, chiedono le nove delibere. Toccando anche la “Costituzione” di Palazzo Marino: <con l’avvio da subito di un percorso per le opportune modifiche del Titolo VII dello Statuto del Comune di Milano, relativamente al decentramento…….attraverso l’istituzione dei Municipi, con le stesse competenze e conseguenti risorse, previste dalla normativa relativa ai Municipi di Roma, in particolare prevedendo di dotare i Municipi di risorse e autonomia amministrativa, finanziaria e gestionale; e di attribuire ai Municipi le funzioni relative ai servizi di prossimità (servizi demografici, servizi sociali e di assistenza, servizi scolastici ed educativi, attività e servizi culturali, sportivi e ricreativi) alle gestioni patrimoniali e demaniali degli immobili di interesse municipale, compresa manutenzione scolastica e del verde di interesse locale, artigianato e commercio (esclusa grande distribuzione) funzioni di Polizia urbana>.
In pratica la richiesta delle nove zone verte su un progressivo ma corposo trasferimento di competenze, non molto diverse da quelle di un comune di Segrate o di Rho.
E allo stesso tempo la creazione di municipi con assetti istituzionali e regole elettive simili a quelle del Comune centrale, fino all’elezione diretta del presidente e assemblee con numero di consiglieri ridotto.
Al 2016 la sfida della città metropolitana dovrà entrare a regime. E a quella data le zone di Milano, se trasformate, faranno la differenza. Con la capacità in più, perché più piccole e ancorate al territorio e ai cittadini, di generare processi partecipativi. Quanto è stato promesso ma è mancato, almeno finora, da Palazzo Marino.
Che succederà ora, con le delibere di zona sul tavolo? Una
trattativa con il Comune è aperta. Ma di sicuro è nato un soggetto nuovo nello
spazio politico cittadino. E la partita è appena iniziata.
Beppe Caravita