Urbanistica. Comune e Politecnico insieme per il recupero di edifici e aree degradate

De Cesaris: "Dal riutilizzo dell'abbandonato possiamo definire un nuovo disegno della città"


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Sono cento docenti e mille studenti, distribuiti in quaranta corsi, i partecipanti alla sperimentazione didattica 'Ri-Formare Milano - progetti per le aree e gli edifici in stato di degrado e abbandono', che si svolgerà al Politecnico di Milano nell'anno accademico che sta per iniziare. La Scuola di Architettura e Società del Politecnico e l'assessorato all'Urbanistica hanno deciso di affrontare assieme il problema delle aree e degli stabili dismessi per definire un nuovo disegno della città.

Questa mattina, presso la Scuola di Architettura e Società del Politecnico, la  preside della Scuola di Architettura e Società Ilaria Valente, il rettore del Politecnico Giovanni Azzone e la vicesindaco con delega all'Urbanistica e Edilizia privata Ada Lucia De Cesaris hanno presentato il progetto 'Ri-Formare Milano'.

"Ringrazio la preside della Scuola di Architettura e Società del Politecnico Ilaria Valente  - ha dichiarato la vicesindaco De Cesaris - per aver voluto dare vita a questo progetto. Il problema degli edifici e delle aree abbandonate e degradate è un problema serio. 'Ri-Formare Milano' è un progetto strategico per l'Amministrazione. Dal recupero dell'esistente possiamo iniziare a definire un nuovo disegno della città. Dal lavoro degli studenti e dei docenti verranno sicuramente idee interessanti e stimolanti che porteranno ottimismo e nuovo impulso agli interventi di recupero".

A partire dalla mappatura degli edifici e delle aree abbandonate realizzata dagli uffici dell'assessorato all'Urbanistica sono state individuate dal Politecnico circa una quarantina di luoghi sui quali gli studenti potranno esercitarsi e lavorare per definire i progetti di recupero. Si tratta di edifici e aree, sia di proprietà pubblica che privata, di diversa dimensione, consistenza, tipologia, che interessano il tessuto urbano milanese con un impatto negativo sulla qualità di vita in cui sono collocati. Ne sono un esempio l’insieme di aree ed edifici intorno a piazza Santa Maria del Suffragio, tra cui il mercato e l’ex cinema Luce, tasselli degradati di un tessuto compatto di grande qualità morfologica e funzionale. Anche la caserma Rubattino è stata selezionata da vari docenti in quanto occasione straordinaria per localizzazione, dimensione, morfologia per introdurre nuovi mix funzionali e nuove relazioni tra tessuti al posto di enclave chiuse e impermeabili al contesto.


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