Il Viale delle Rimembranze

1914-1918. I durissimi anni della Grande Guerra, ma anche anni di alluvioni ed epidemie che fecero stragi. Anche Lambrate contò i suoi morti. A ricordarli, le piante del “rondò”.
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vista aerea rondò
Il 28 giugno del 1914 un episodio molto lontano da Lambrate provocò effetti non indifferenti anche nel nostro borgo: uno studente serbo (Gavrilo Princip) uccise l’erede al trono austro ungarico, l’arciduca Francesco Ferdinando. Nel giro di pochi mesi tutta l’Europa precipitò nella prima guerra mondiale e Il 24 maggio 1915 molti giovani lambratesi, assieme ai coetanei di tutta Italia, si avviarono verso le trincee del Carso e dall’Adamello dove, molti di loro sacrificarono le loro giovani vite.

Anche Lambrate, ebbe comunque il suo eroe: l’ardito Egidio Negri che proprio sul finire della guerra (luglio 1918) attraversò il Piave per lanciarsi contro il nemico ma, a causa dell’acqua bassa, si procurò molte escoriazioni. Ciononostante proseguì l’azione, ricevette un encomio ed ebbe la fortuna di tornare a casa e di poter raccontare questa sua avventura. Purtroppo non fu così per centoquattordici lambratesi, una vera strage, se si pensa che Lambrate contava poche migliaia di abitanti.


Ma siccome le disgrazie non arrivano mai sole, in quegli anni a Lambrate avvennero altri episodi non proprio piacevoli.
A fine maggio del 1917, una forte alluvione provocò gravi danni e rese instabile il ponte del Bettolino lungo la vecchia Cassanese.
Nel novembre 1918, poi, l’esultanza per la fine della guerra non ebbe lunga durata. Lambrate, come peraltro il resto d’Europa e del Nord America, fu colpita dall’epidemia influenzale denominata “Spagnola” che causò, nei diversi paesi, oltre venti milioni di morti (circa il doppio di quelli prodotti dalla guerra). Per il comune di Lambrate non è stato possibile stabilire l’esatto numero dei decessi ma sulla base di fonti informali, il Bellavita , stima in circa duecento i morti causati dalla malattia.

Al ricordo triste della guerra è legata però una delle singolarità che caratterizzano Lambrate e cioè un viale che è in realtà una piazza.
Occorre premettere che la vera e propria strage prodotta dalla prima guerra (oltre 600.000 soldati italiani vi persero la vita), porto alla realizzazione, in ogni paese, di un monumento a ricordo dei caduti. Spesso, secondo tradizione, al posto del monumento, si realizzava un viale alberato dove, ogni pianta, era dedicata ad un caduto. Sempre per restare in ambito milanese, un viale simile è presente a Greco Milanese, anch’esso, in quell’epoca, comune autonomo.
Nel caso di Lambrate, forse per dare maggior enfasi all’evento, si optò per la realizzazione di un rondò, dove furono messi a dimora 114 platani, ognuno di essi dedicato ad un caduto lambratese.

Passati molti anni e scomparse le generazioni che avevano vissuto quei momenti si rischiava che il “Viale” delle Rimembranze fosse vissuto come un normale rondò cittadino. Per evitare ciò, qualche anno fa, il consiglio di zona decise di ripristinare le targhette con il nome dei caduti (anche in carattere Braille) sui tronchi dei platani. Una giusta iniziativa per perpetuare nelle nuove generazioni il ricordo di quel terribile conflitto e ripristinare il significato di un luogo. 

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