Vigili di quartiere: verso il raddoppio

I vigili di quartiere, attivi da quattro anni, sono stati, evidentemente, un'esperienza positiva. Al punto che ora, annuncia l'Assessore alla Sicurezza Marco Granelli, verranno quasi raddoppiati entro tre mesi. Saranno vigili specializzati solo nel  controllo e osservazione del territorio, su aree più ritagliate sui quartieri reali di Milano, e dotati di una loro struttura di coordinamento, in grado di selezionare le priorità sulle segnalazioni. Che, prima, spesso, non venivano risolte, in relazione alla loro gravità e in numero sufficente. Ora invece è alle porte un notevole cambiamento in questa specifica area della vigilanza urbana.
()
vigili
I due vigili di quartiere, ben riconoscibili dalla fascia a scacchi bianchi e rossi sul berretto d’ordinanza, smontano dalle loro biciclette. Entrano in un circolo Acli di Lambrate, dove hanno avviato un centro di ascolto, per raccogliere le segnalazioni dei cittadini del quartiere.
E’ il loro principale lavoro. Ascoltare, osservare, segnalare. Ovunque nella loro area di pertinenza. Il centralino del comando di zona manda i reclami dei residenti? Un marciapiede spaccato, una macchina abbandonata, una saracinesca divelta, una discarica abusiva? Loro vanno sul posto, fotografano i danni, inviano immagini e commenti con il loro palmare “Ambrogio” (su rete dedicata dei Vigili-Comune), consultano i database delle auto rubate. E nei casi più gravi, non risolvibili, attivano il comando perché invii una pattuglia (fino alle forze di Polizia), oppure municipalizzate come l’Amsa per l’igiene pubblica.
Questo è da quattro anni il lavoro giornaliero dei vigili di quartiere, 200 in tutta Milano. Un’attività di controllo del territorio che si è conquistata la fiducia dei cittadini. Anche se l’alto numero di segnalazioni inevase per lungo termine continua a restare un problema, per amministrazione centrale e le zone.
Ora però questa lunga “sperimentazione” dei vigili di quartiere dovrebbe segnare un svolta. E questo tipo particolare di polizia urbana, di taglio molto nord-europeo, diverrà una delle componenti chiave nella politica della sicurezza territoriale della nuova giunta di Palazzo Marino.

Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, ha infatti non poco da raccontare sul futuro immediato dei vigili di quartiere.

"I vigili di quartiere sono progressivamente entrati in servizio nelle zone di Milano da circa 4 anni, e sono dotati di strumenti digitali mobili di segnalazione e accesso alle banche dati come Ambrogio. Ora, per loro, si profila un programma di potenziamento?

Non solo di potenziamento ma anche di rivisitazione del loro ruolo. Il sistema vigili di quartiere è stato soprattutto finora legato alla segnalazione. Inoltre il vigile di quartiere è assegnato alla zona, ma non ha una formazione e un ruolo specifico. Fa anche servizio sugli incroci e poi viene messo nella turnazione normale, al bisogno del comando territoriale. La situazione attuale è quella di un vigile di quartiere che ha sue priorità sulla segnalazione e nell’occuparsi di un territorio. Ma deve lavorare su un’area alquanto generale, muoversi  su tutta la zona e deve rientrare sulla turnazione e nell’operatività normale dei comandi".

Oggi, quindi,  sono per metà vigili di quartiere e per metà vigili normali?

Ora stiamo lavorando a un progetto nuovo. Lo abbiamo elaborato e ora è in diffusione nei comandi. Si basa su un vigile di quartiere che accentua alcuni ruoli. Intanto un rapporto univoco con il quartiere. A Milano esistono i Nil (nuclei di identità locale) che sono 88, di fatto i quartieri di Milano.  L’idea è che ogni coppia di vigili di quartiere siano dedicati a un singolo quartiere. In modo da radicare un rapporto specifico.
Ovvio, poi non è che resteranno a vita in quel quartiere. Però l’obbiettivo è sviluppare un rapporto di fidelizzazione. Con funzioni esclusive. Uno che fa il vigile di quartiere farà solo quello. Salvo autentiche eccezioni. Come le emergenze. Ma non entrerà nella normale operatività.
Avrà dei compiti di osservazione, segnalazione, interazione che prevedono anche alcuni momenti fissi, come le scuole, i mercati rionali. Ma, in quest’ultimo caso, senza funzioni di annonaria, dove c’è già una vigilanza specifica. Quanto di presenza e di sicurezza.
E poi l’attività di presenza sarà dedicata a avere un occhio vigile sul quartiere: la buca della strada, il blocco della viabilità in un incrocio, le auto in doppia fila, un punto di abbandono di materiali. In questo caso il vigile di quartiere non gestirà tanto l’intervento diretto, quanto si connetterà con altri settori della polizia locale o del comune di Milano per far svolgere l’intervento.
Il problema è però come coordinare queste attività. Ci sarà in ogni zona un coordinamento dei vigili di quartiere, con un referente specifico, che farà il lavoro di elaborazione. Il problema, oggi, anche con il sistema Ambrogio, è che il vigile vede la buca, fotografa, annota e manda la segnalazione. Poi succede che all’area Lavori Pubblici arrivano migliaia di segnalazioni. E questa può farne solo alcune. Con una programmazione non sempre di priorità. E questo finisce per generare frustrazione tra i cittadini.

La struttura di segnalazione attuale va quindi corretta e arricchita?

La definizione di priorità, fatta invece assieme dai referenti di zona dei vigili di quartiere, i comandi e i consigli di zona serve per discriminare le criticità più significative e urgenti. E su queste si fa un lavoro di accompagnamento verso la soluzione. Stando ai dati, in alcune zone, su 100 segnalazioni 90 nemmeno vengono prese in considerazione. E questo genera frustrazione nel cittadino che segnala, mette i vigili tra l’incudine e il martello, e non dà all’amministrazione a scegliere le priorità.

Ambrogio consente anche al cittadino, però, di segnalare problemi tramite gli infopoint e i centralini dei vigili…

Certo, la segnalazione diretta da parte dei cittadini è positiva. Però poi ha bisogno di un luogo di elaborazione.

Quanto costerà il potenziamento dei vigili di quartiere?

Attualmente ne abbiamo 200, per l’esattezza 196 sul campo e 4 di coordinamento centrale. Verranno portati a 350, quasi raddoppiati. Nel corso del primo trimestre di quest’anno. In massima parte cercando di destinarvi risorse esistenti.
Ci saranno anche novità. Per esempio, sulla zona uno i vigili di quartiere non sono presenti. E lo saranno. E’ vero che la zona uno è un po’ particolare, con molte zone poco residenziali. Ma ha pur sempre aree a densità abitativa, assimilabili a quartieri.
Per trovare i vigili stiamo lavorando con i comandi delle zone, utilizzando coloro che operano come appiedati sugli incroci. Invece qui stimo facendo un ragionamento diverso: meno appiedati fissi e più unità mobili capaci di intervenire dove si generino delle criticità. E quindi per questo lavoro è meglio usare pattuglie in auto o moto.

Un programma a costo zero?

Non abbiamo un programma di assunzioni di vigili per il servizio di quartiere. Ma di reintegro dei vigili che vanno in pensione. Per i dipendenti comunali le leggi finanziarie impongono un’assunzione per ogni cinque dipendenti che vanno in pensione. Per la polizia locale è invece possibile derogare. E noi abbimo scelto di derogare, rimpiazzando uno a uno tutti i pensionati. Circa quaranta unità. Quindi non è un programma a costo zero, ma di peso economico molto contenuto.

E per la formazione dei nuovi vigili di quartiere?

Prevediamo un ciclo di una settimana standard. Per tutti i vigili di quartiere neoassunti. E poi formazione continua per i responsabili di zona.

Chi fa il vigile di quartiere potrà fare carriera?

La struttura fa riferimento ai comandi di zona. Chi ha fatto bene e accumulato esperienza come vigile di quartiere può divenire un coordinatore. La proposta spetta ai comandi di zona. E la programmazione del lavoro viene fatta insieme ai consigli di zona. Questa è la novità. C’è un’attività orizzontale, in cui i vigili di quartiere si coordinano con i propri comandi ma anche con i consigli di zona.

Quindi da quest’anno si comincerà a coprire gli 88 quartieri (omogenei) di Milano con i vigili di quartiere? Non più zonali. E, con la nuova direzione centrale informatica che si sta riorganizzando vedremo anche di migliorare le funzionalità di Ambrogio. Gestendolo con una maggiore dose di innovazione.

 
 


Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha