L'ambiente cittadino, libertà di..., o libertà da...?

Le segnalazioni inviate al giornale da due lettrici ci danno l'occasione per fare alcune considerazioni che riguardano la cura ed il rispetto dell'ambiente cittadino in cui viviamo, quello intorno a noi, le vie, gli edifici, le strade. Segnalazioni che ci ricordano la cura e rispetto che l'ambiente in cui viviamo merita da parte dei cittadini, e una doverosa attenzione da parte dell'amministrazione. ()
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La prima segnalazione ci perviene da una lettrice che abita in via Luosi, una tranquilla via che sbocca in viale Brianza, con piccoli edifici, molti dei quali ormai d'epoca, alti due, massimo tre piani. La lettrice segnala l'elevazione in corso di uno stabile al civico numero 16, che già superava in altezza gli altri edifici vicini, elevazione che fa seguito ad un analogo intervento già segnalato un anno fa su di un altro stabile al civico numero 34, senza alcun rispetto dello stile architettonico dello stabile stesso e di quelli adiacenti, con risultati estetici decisamente discutibili.

Per inciso la lettrice si lamenta con noi di non essere intervenuti o di non aver esercitato alcun controllo su questi fatti. Dobbiamo al riguardo precisare che noi pubblichiamo on line questo giornale e riportiamo le segnalazioni dei lettori, avendo cura di trasmetterle agli uffici ed agli enti competenti, quando siamo in grado di farlo. Non abbiamo alcuna veste, né tantomeno prerogativa per intervenire, siamo solo liberi cittadini, che dedicano volontariamente una parte del loro tempo a divulgare in rete questo giornale, cercando di dare un piccolo contributo alla libera informazione per realizzare il cosiddetto “bene comune”.
Cercando di vedere come stanno le cose scopriamo che non solo noi, ma nemmeno il Consiglio di Zona ha competenze per intervenire od esercitare controlli su questo tipo di situazioni, come in effetti sarebbe logico ed opportuno.

Non siamo in grado di appurare quale sia l'iter seguito per realizzare i lavori in questione, ma occorre far presente che Il Comune e i Consigli di Zona non possono esprimere alcun parere preventivo in merito agli interventi edilizi realizzati  a seguito di Segnalazioni Certificate di Inizio Attività (SCIA), che, introdotte con la legge 122/2012 per la semplificazione delle attività di impresa, possono sostituire le richieste di Permesso di Costruire e  consentono di dare immediatamente inizio ai lavori lasciando al Comune 60 giorni di tempo per esercitare controlli ed intervenire in caso di mancanza dei requisiti necessari. Questa  legge, emanata con l'intento di semplificare le procedure per chi intende avviare una qualsiasi attività, nel caso degli interventi edilizi, lascia una completa libertà di azione e non consente di prevenire eventuali abusi, ma solo di imporre la rimozione di quelli eventualmente rilevati.
Qualsiasi intervento realizzato a seguito di una SCIA non perviene al Consiglio di Zona ed il nuovo Regolamento Comunale sul Decentramento Territoriale, da poco approvato, non prevede neppure che i lavori eseguiti a seguito di una SCIA debbano essere portati a conoscenza dell'ambito locale.
Sia per le SCIA che per il Permesso di Costruire il progetto viene esaminato dalla Commissione per il paesaggio, che dà il suo parere e che può essere l'unico presidio dell'istituzione nei confronti di un progetto in regola con le normative, ma tuttavia discutibile sotto il profilo estetico. È comunque evidente che non sempre tale esame ha un esito soddisfacente per i cittadini e per l'istituzione locale (il Consiglio di Zona.

Un'altra segnalazione pervenuta a Z3XMI è relativa alle pavimentazioni stradali. In particolare in via Pascoli si lamenta il fatto che, dopo alcuni lavori eseguiti, il manto stradale della carreggiata verso piazza Ascoli è stato malamente rifatto, per cui la carreggiata si allaga, l'acqua piovana ristagna a lungo, un tombino danneggiato durante i lavori è stato rimosso e non ripristinato.
Aggiungo io che il problema è anche di carattere più generale, poiché accade spesso, molto spesso, che quando vengono scavate strade e marciapiedi, per posare tubazioni o cavi interrati, il rifacimento del manto sia eseguito frettolosamente, senza attenzione alle pendenze e non livellato rispetto alle zone su cui non si era intervenuti, ragion per cui è facile inciampare solo camminandoci sopra.
In questi casi si possono inviare le segnalazioni, anche via mail, al Consiglio di Zona, corredandole magari di qualche foto, che provvederà a trasmetterle al settore strade, a cui compete il controllo e la verifica di questi lavori. In effetti ci pare che i controlli siano alquanto carenti, a giudicare da come vengono spesso malamente ripristinate le pavimentazioni di strade e marciapiedi. L'esecuzione di controlli puntuali sui lavori sarebbe già una sorta di spending review, poiché eviterebbe disagi ed ulteriori costi per riparare i danni che alla lunga i lavori mal fatti comportano

Dagli esempi sopra citati siamo indotti a fare due considerazioni. La prima relativa al “danno ambientale”, diciamo così, derivante dai tanti casi di interventi edilizi eseguiti senza rispetto del conteso architettonico, del buon gusto e dell'inserimento nel paesaggio urbano, per non parlare nei casi peggiori di quegli edifici costruiti all'interno di cortili con volumetrie ed altezze tali da costituire un'offesa dei diritti altrui.
Spesso non si può parlare di abusi edilizi poiché la normativa introdotta nelle scorse legislature ha consentito e consente queste scempi edilizi, in nome della libertà del singolo, il cui interesse è ritenuto preminente rispetto a quello altrui, interesse innanzitutto inteso come interesse economico; basta questo quindi a giustificare quelli che una volta erano considerati veri e propri abusi e che oggi vengono consentiti, pur trattandosi di interventi di natura speculativa, ed in quanto speculativa, abbastanza indifferenti alla qualità dell'ambiente.
Si privilegia la libertà del singolo di fare quello che ritiene vantaggioso per sé e si toglie alla comunità la possibilità di essere liberati dall'esercizio di un diritto del singolo, ancorché lesivo dell'interesse comune.
 
Il problema è ovviamente di natura politica (infatti ricordiamo che la giunta di Pisapia ha modificato il PGT approvato da quella precedente in numerosi punti e vietato, ad esempio, la costruzione all'interno dei cortili di edifici più alti di quelli adiacenti).
La politica edilizia in Regione Lombardia è stata determinata da leggi (sciagurate a nostro avviso) sull'edilizia privata, che superando le competenze e le attribuzioni dei Comuni, risultano  improntate a quel liberismo, sopra accennato, che vede l'interesse economico del singolo prevalere su ogni altro interesse. Purtroppo l'attuale giunta regionale non ci fa pensare a un futuro cambio di indirizzo.

La seconda considerazione,è relativa al rapporto amministrazione/cittadini, rapporto che si basa sulla partecipazione attiva dei cittadini, ma che richiede anche un atteggiamento di ascolto ed attenzione da parte dell'amministrazione. Le soluzioni ai problemi saranno tanto più efficaci, quanto più saranno partecipate, delegate all'ambito zonale, e quanto più trasparente ed esauriente sarà stata la comunicazione verso i cittadini. Per facilitare questa partecipazione e, ci auguriamo, questa possibilità di ascolto, abbiamo dato vita e pubblichiamo questo giornale, inteso come servizio ai cittadini ed all'amministrazione.


Paolo Burgio





 

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Re: L'ambiente cittadino, libertà di..., o libertà da...?
16/05/2013 Michele Sacerdoti
Vorrei segnalare che il recupero del sottotetto di via Luosi 16 è stato approvato dalla nuova commissione per il paesaggio
N. 3627000/2013 del 03/01/2013
recupero abitativo di sottotetto esistente ai sensi l.r.20/2005 - variante alla dia pg. 76394172012 - prog. 17906/2012 come da parere favorevole condizionato della commissione per il paesaggio del 6 dicembre 2012 seduta n. 42 - modifiche alla facciata su strada.
Ho richiesto il testo del parere.

Per le costruzioni nei cortili, il nuovo PGT non consente di aumentarne l'altezza rispetto a quella esistente, grazie all'accoglimento di una osservazione da me presentata al PGT adottato che consentiva di arrivare a metà dell'altezza dell'edificio più alto affacciato sul cortile.


 
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