Pranzo di Natale con i Rom

Al bordo del Parco Lambro, presso il centro Padre Piamarta di via Pusiano un pranzo di solidarietà per le famiglie Rom organizzato dalla Comunità di S. Egidio.

Graditi ospiti venti ragazzi del Mali, rifugiati politici, provenienti da Lampedusa.

La solidarietà in un piccolo grande fatto concreto.

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Natale Rom
Venticinque dicembre, giorno di Natale. A mezzogiorno, mezz’ora prima dell’ora stabilita per il pranzo, almeno una ventina di volontari stanno finendo di addobbare la sala del Centro Padre Piamarta di Via Pusiano, dietro il Parco Lambro, resa luminosissima dalla grande vetrata esposta a nordovest. Non è stato un Bianco Natale quest’anno, ma la giornata è abbastanza fredda. Certo non sarebbe piacevole per nessuno passarla all’addiaccio.

Ma nel salone fa caldo, i volontari lavorano in maniche di camicia. Ci sono una quindicina di tavoli con dieci posti ciascuno, tutti ben apparecchiati, con tovaglie di carta rossa e i coperti abbelliti da decorazioni natalizie. All’ingresso è stato predisposto anche un servizio guardaroba, come nei pranzi che si rispettano. Un bancone, anch’esso decorato con carta rossa, gli appendiabiti, il blocchetto con i numeri. E due o tre persone, tra cui un ragazzo con le braccia coperte di tatuaggi, a garantire lareception. Son quasi le dodici e mezza ma ancora non si vede nessuno. Qualcuno, tradendo un poco di agitazione, si chiede cosa stia mai succedendo. Un po’ come alle feste di altri tempi, quando la padrona di casa temeva, dopo tutti i preparativi e gli inviti, che la festa potesse fallire. “Il fatto è che molti vengono da lontano”, ricorda una signora mentre armeggia con il nastro adesivo. Si finisce così allegramente di sistemare i festoni rossi e dorati alle pareti e sul piccolo palchetto che servirà per annunciare i numeri della tombola. L’insieme è piacevole, accogliente.

C’è stato un gran lavoro i giorni scorsi, fino alla Vigilia. Sono stati confezionati decine e decine di pacchetti, con bella carta colorata. Sia per i regali della tombola, divisi per ambi, terni eccetera. Sia per i regali personali, con tanto di biglietto di auguri col nome: Alina, Florin, Vadar.

Qui i terribili Rom che minacciavano di invadere Milano, gente da scacciare il più lontano possibile sono famiglie, persone ben conosciute, storie di vita vissuta. Comincia ad arrivare qualcuno e sono saluti calorosi, abbracci. Gli operatori di S. Egidio li conoscono bene, ad uno a uno. Ci sono già un paio di madri, con le gonne lunghe e colorate, giovani uomini vestiti della festa, qualche ragazzo con taglio di capelli secondo il gusto degli adolescenti di oggi, un po’ rapati, un po’ scolpiti a rasoio. Non mancano i bambini in fasce, fagottini con occhi grandi e sbarrati, quasi immobilizzati nei movimenti da berretti e golfini.

Andrea Marcante e Stefano Pasta, del Servizio Rom della Comunità di S.Egidio mi illustrano un po’ la situazione e mi danno qualche dato. Quest’anno per Natale ci sono altri pranzi per loro. Al Corvetto, in viale Corsica e presso la casa per anziani di via Mario Bianco, al Casoretto. Un bene confiscato alla camorra e dato in gestione a S.Egidio. Solo qui a Lambrate saranno circa 100 i commensali, oltre agli operatori e a venti profughi politici del Mali, smistati a Milano da Lampedusa. Le stime della presenza di Rom e Sinti a Milano dicono circa 2000 persone, un centinaio dei quali hanno passato l’esperienza degli sgomberi di via Rubattino.

Marcante mi spiega il lavoro di S.Egidio. Malgrado la crisi sono riusciti a costruire percorsi di inserimento al lavoro. In cooperative edili per gli uomini, molti nel settore della bonifica dell’amianto, in imprese di pulizie e come badanti presso varie famiglie per le donne. Sempre con la Comunità come garante. Cinque o sei sono stati assunti da Amsa con contratti regolari. Altri ancora frequentano corsi di formazione all’Enaip. Mi vien da pensare che l’incendio del campo Rom alle Vallette non sia avvenuto a Torino, ma su un altro pianeta, ben più oscuro del nostro.

Mi ricordo di un titolo a nove colonne sul Giornale della famiglia Berlusconi di pochi giorni fa “Case gratis per i Rom!” e chiedo il parere del mio anfitrione. Sorride e mi conferma che son tutte storie. E’ necessario costruire anche percorsi per l’inserimento abitativo, mi spiega. Alcune famiglie sono state collocate in case di cooperative, altri in appartamenti Aler. Già assegnati, ci tiene a precisare. Ma sempre a canone standard. Semmai con l’aiuto di privati per le ristrutturazioni e le prime mensualità di affitto. Chiedo se ci sono cambi significativi con la nuova giunta e ricevo la conferma che speravo: con la nuova amministrazione, in particolare con l’Assessorato alle Politiche sociali c’è dialogo. Anzi, mi precisa Mercante, “è l’Assessorato che ci convoca per analizzare la situazione”. Il recente Piano per il freddodel Comune, quello per cui anche i Comitati per Milano si sono mobilitati, non incide sulla situazione dei Rom perché non è pensato per famiglie, ma solo per individui singoli. Almeno però è in corso una moratoria di fatto sugli sgomberi, in attesa di predisporre un piano che, si spera, sia quello giusto.

Intanto sono arrivati i venti maliani. Pezzi di ragazzoni neri come la pece che entrano educatamente e stringono la mano con un leggero inchino a chi incontrano. La stringono anche a me scambiandomi per uno dei “padroni di casa” ed io ricambio con calore.

La sala è ormai piena. Per i bambini, una quarantina, è stata predisposta una sala con giochi e proiezioni di film. Ma alcuni scorazzano allegramente all’esterno.

Il menù è ricco: antipasto di salumi, pizzette, sottaceti. E poi polenta con spezzatino, carne alla griglia, contorni, fette di panettone. La maggioranza dei maliani non tocca i salumi, ma sono contenti lo stesso. Dopo il pranzo tutti si concentrano sui numeri della tombola. Mi piacerebbe sentire qualche storia, per poterla raccontare. Ma è meglio non rischiare di guastare la serenità dell’incontro, non lo voglia il Cielo! Ci sono due proibizioni: niente botti e niente alcolici. Solo soft drink e acqua minerale. Forse è un peccato, perché mi sarebbe piaciuto che qualcuno avesse tirato fuori una fisarmonica e qualche violino. Magari anche ballato un po’. Ma S. Egidio è un santo austero, probabilmente. O ci saranno altre ragioni che non conosco.

Saluto tutte le belle persone che ho conosciuto. Mi danno appuntamento per il 1 gennaio, Giornata mondiale della Pace. E’ una data della chiesa Cattolica, istituita da Paolo VI nel 1967. Ma se il messaggio sarà come quello che ho sentito oggi, possiamo esserci tutti, almeno in spiritu.

 Adalberto Belfiore


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Re: Pranzo di Natale con i Rom
02/01/2012 adalberto
Esagerata! Non mi far vergognare!Si tratta di quisquilie, pinzillacchere, non scherziamo!


Re: Pranzo di Natale con i Rom
01/01/2012 silviacollodo
Ciao Adalberto sei un luminoso esempio per tutti noi. Buon proseguimento, qui vicino, nel 2012.


 
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