Non guardare solo la luna, guarda anche quello che cresce sotto i piedi! L'EDERA TERRESTRE
Continua anche nel nuovo anno la nostra rassegna sulle erbe che crescono spontanee nelle aiuole di zona 3. Parliamo, questa volta, dell’edera terrestre o Glechoma Hederacea, scoperta e riconosciuta al parchetto dell’Istituto Enrico Fermi.
(Wanda Gradnik)02/01/2013
(Wanda Gradnik)02/01/2013
Io non sono di Milano, ma grazie ai suggerimenti di un'amica ho scoperto un nuovo angolo di zona 3 ricco di erbe spontanee : Il campo Giuriati e il parchetto dell'istituto Enrico Fermi.
Proprio in quest'ultimo ho trovato l'edera terrestre, che cresce abbondante anche al Parco Lambro.
E' una pianta perenne che cresce sui muri, sui tronchi d'albero come nella foto, nei prati umidi e in quelli non coltivati. Da marzo a giugno si raccolgono sia le foglie che i fiori di un delicatissimo color violaceo come piccole bocche di leone disposte a piramide. Le foglie rotondeggianti si possono trovare tutto l'anno; già ad un leggero sfregamento emanano un soave profumo che ricordano sia l'erba Luisa (citronella), sia la melissa.
Si può raccoglierle ed essicarle per l'uso invernale. Utilissima sia in cucina che per la salute, se avete la fortuna di scoprirla nel vostro giardino, lasciatela espandere perché forma un tappeto basso di un bel verde e le infiorescenze che si alzano sono decorative e profumate.
Un paio di tazze di infuso di foglie al giorno aiutano nei casi di problemi respiratori, di nervi e di isteria. Cotta nel vino scaccia i vermi, migliora il flusso mestruale e le ferite che non si vogliono cicatrizzare. Va bene anche per sciacquare le gengive. Regolarizza il colesterolo
La minestra primaverile con i giovani getti di edera terrestre, ortica, pratoline, betulla, achillea aiuta a ripulire l'organismo dalle tossine accumulate. La possiamo aggiungere cruda, spezzettando le foglie più grandi e lasciando integre le piccole, nell'insalata classica. Possiamo farle bollire nel latte e berlo prima di andare a dormire per curare le tossi catarrali.
Provate anche solo a camminarci sopra: vi basterà godere del profumo che emana per farvela apprezzare.
Wanda Gradnik - perito agrario
Proprio in quest'ultimo ho trovato l'edera terrestre, che cresce abbondante anche al Parco Lambro.
E' una pianta perenne che cresce sui muri, sui tronchi d'albero come nella foto, nei prati umidi e in quelli non coltivati. Da marzo a giugno si raccolgono sia le foglie che i fiori di un delicatissimo color violaceo come piccole bocche di leone disposte a piramide. Le foglie rotondeggianti si possono trovare tutto l'anno; già ad un leggero sfregamento emanano un soave profumo che ricordano sia l'erba Luisa (citronella), sia la melissa.
Si può raccoglierle ed essicarle per l'uso invernale. Utilissima sia in cucina che per la salute, se avete la fortuna di scoprirla nel vostro giardino, lasciatela espandere perché forma un tappeto basso di un bel verde e le infiorescenze che si alzano sono decorative e profumate.
Un paio di tazze di infuso di foglie al giorno aiutano nei casi di problemi respiratori, di nervi e di isteria. Cotta nel vino scaccia i vermi, migliora il flusso mestruale e le ferite che non si vogliono cicatrizzare. Va bene anche per sciacquare le gengive. Regolarizza il colesterolo
La minestra primaverile con i giovani getti di edera terrestre, ortica, pratoline, betulla, achillea aiuta a ripulire l'organismo dalle tossine accumulate. La possiamo aggiungere cruda, spezzettando le foglie più grandi e lasciando integre le piccole, nell'insalata classica. Possiamo farle bollire nel latte e berlo prima di andare a dormire per curare le tossi catarrali.
Provate anche solo a camminarci sopra: vi basterà godere del profumo che emana per farvela apprezzare.
Wanda Gradnik - perito agrario
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