Passeggiate botaniche

Il 24 novembre e il 1 dicembre, abbiamo iniziato a scoprire quel mondo affascinante, ma per molti “invisibile” che vive intorno a noi, nei luoghi abbandonati, fra le crepe dell'asfalto, in un giardino incolto o sulla terra "sporca" di uno scavo aperto. Ma non è "sporco", è natura. Sono i rifugi delle erbe eduli che sopravvivono proprio dove l’uomo si dimentica di loro. Di passeggiate così, ne abbiamo già fatte due, ma se vi prenoterete, ne rifaremo altre ancora. Segnalateci il vostro interesse e vi contatteremo.
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passeggiate botaniche
Anche se le abbiamo organizzate po’ in fretta e furia, vista la stagione così variabile, voglio ringraziare i partecipanti alle nostre passeggiate botaniche autunnali.
Antonella, la bionda, Elsa con Giancarlo, Marina e Domenico. Il tempo era buono, anche se freddino, nel prato della biblioteca di Valvassori Peroni l’erba era un po’ umida, ma erano le dieci di un mattino di fine novembre. Ci siamo intrattenuti ai bordi del viottolo di piastrelle di cemento, ma osservando quello che cresce, due ore sono trascorse velocemente.

Sono partita, come sempre da quello che c’è, “hic et nunc”, indipendentemente dalle schede già scritte e pubblicate su questo sito perché non tutti le avevano lette tutte. Ma tarassaco, piantaggine, piattello, centocchio, assenzio, romice, in varie fasi di vegetazione mi hanno dato modo di insegnare a riconoscerle: guardare, stropicciare, annusare. E sì, l’odore è spesso quello che ci conferma che cos’è! Come l’ortica, per esempio, che da lontano può sembrare melissa o lamium, detto appunto falsa ortica, che invece puzza di lumaca. Domenico ha portato un libro sulla Val Chiavenna, non era riuscito a capirlo fino ad oggi. Pian pianino le orecchie alle sue pagine si sono moltiplicate.

Io, in primavera sarò in Friuli per la potatura dei vigneti ed è per questo che ho voluto fare subito una seconda passeggiata anche sabato 1 dicembre che, nonostante le piogge dei giorni precedenti, è stata una buona mattina, anche se freddina.
Marina non c’era: era andata a sciare. Anche Elsa e Giancarlo mancavano. Ma Domenico,  molto interessato e motivato, era deciso ad aumentare le orecchie al suo libro. Al gruppo si è unito anche Orlando, professore alla scuola alberghiera Vespucci che ci ha raccontato le tristi vicende della scuola (vi ricordo che è ancora in corso una raccolta di firme per richiedere una sede unica e degna per questo storico Istituto di formazione professionale). Poi ci ha raggiunto anche Letizia, veneta di origine, ma moglie di un professore universitario di padre siciliano e madre slovena. Ed è stato bello scambiarci qualche piccolo saluto nella mia lingua di famiglia “dober dan, kako ste?”
Letizia ha subito confuso il romice col rabarbaro: magari! Ma in un prato così, certe cose non si trovano.

Dopo aver ripercorso il riconoscimento delle erbe del prato della biblioteca, ci siamo diretti al parco Giuriati, altra fonte preziosa o, come lo chiamo io “rifugio per le erbe spontanee” che si riproducono e sopravvivono proprio dove l’uomo si dimentica di loro.  Abbiamo trovato la bardana, il semecione, il tasso barbasso, la nepetella, le viole, il rovo, la silene inflata, la lattuga sativa e l’achillea millefoglie.
Al Fermi, stando fuori dal recinto, ho fatto loro annusare l’edera terrestre. E siamo a Milano, Città Studi, un lusso!


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Re: Passeggiate botaniche
28/12/2012 Manuela
Desidero essere informata delle prossime passeggiate botaniche in zona 3.
Grazie
Manuela


 
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