“Sia lode ora a donne di fama” : Elisabetta Sgarbi

Nella nostra zona ci sono e ci sono state persone importanti che contribuiscono e hanno contribuito al progresso sociale, civile e culturale della nostra città e del nostro Paese. L’occasione di conoscerle e un modo per stare nella storia e nelle stagioni.


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elisabetta sgarbi

Elisabetta Sgarbi è e fa molte cose. È innanzitutto direttore editoriale della casa editrice Bompiani. Fa l’operatrice culturale. Sua l’ideazione e la direzione della Milanesiana, dal 2000 una delle manifestazioni culturali più importanti a livello internazionale. Realizza film d’arte e di cultura. Il suo “Il viaggio della signorina Vila”, dedicato a Trieste e alle sue culture, verrà presentato in concorso il prossimo 16 novembre al Festival internazionale del film di Roma. Abita nella nostra zona, in un quartiere tranquillo quasi al confine con la zona 4. Il suo buen retiro è a Ro Ferrarese. Non stupisca il fatto che sia laureata in Farmacia.

Una prima domanda, molto facile. Chi è veramente Elisabetta Sgarbi?
Il piu' possibile se stessa, salvo imprevisti.

Quali sono i valori in cui lei si riconosce?
Passione, coerenza, caparbietà, generosità (nel senso di dare tutto me stessa sempre), giustizia, intuito.

Tra i suoi innumerevoli interessi, quale la appassiona di più?
In realta' ho un numero finito di passioni vere, anche un numero piuttosto limitato. 
Amo quelle situazioni liberanti. Lo e' il cinema, lo e' l'editoria nella sua parte piu' creativa, lo e' certamente la Milanesiana. 
Naturalmente nessuna delle mie passioni e' solo passione. Anzi c'e' in ognuna di esse - nel cinema, nella editoria, nella Milanesiana - una componente (purtroppo sempre crescente) di metodo, di esperienza, di "struttura" ineliminabili. Ma l'importante e' che rimanga un basso continuo di passione e piacere.
Impossibile, in ogni caso, fare graduatorie, perche' li considero momenti distinti di una esperienza unitaria che mi appartiene e che faccio di tutto per tenere insieme. 

Come sta andando l’editoria nel nostro Paese?
E' una domanda molto complessa. Il mercato risente della crisi dei consumi. 
In Italia la situazione e' aggravata dalla scarsa attenzione prestata, negli anni e nei decenni, alla valorizzazione e alla diffusione della lettura. 
E, inoltre, in Italia la situazione e' aggravata da uno strano paradosso: da una parte la lettura e' sempre stata segno di una chissa' quale superiorita' culturale; dall'altra si e' assistito a una svalorizzazione della lettura, a una deresponsabilizzazione degli editori di tutti i tipi e di tutti i livelli.
Insomma, in questa situazione difficile i nodi vengono al pettine, come si suol dire. Certo il bestseller di turno torna a dare fiato agli editori e ai librai, 'al sistema editoriale': ma se si guarda sotto la punta dell'iceberg la situazione e' piu' difficile.

Soprattutto alla luce della sua esperienza nell’organizzazione della Milanesiana, quali sono i suoi rapporti con le istituzioni milanesi?
Mi fa piacere questa domanda. Come sa la Milanesiana compie 14 anni. Ho fatto in tempo a interloquire con tre amministrazioni provinciali e tre amministrazioni comunali. Ci sono stati scontri accesi e condivisione assoluta. Il rapporto con ciascun esponente delle istituzioni e' stato sempre dialettico e questo credo sia auspicabile,  al di qua di qualsiasi colore politico. Naturalmente ci sono stati assessori e funzionari piu' portati a entrare nel progetto della Milanesiana e assessori e funzionari meno sensibili. Ma alla fine, in generale, e' sempre prevalso - ho cercato almeno di far prevalere - il valore dei contenuti. Ma ricordo scontri memorabili come quando si ricordano battaglie che valeva la pena combattere e che in fondo non lasciano nemici ma rafforzano i legami, perche' a volte, negli scontri autentici, esce la verità e la comprensione.

A proposito di Milanesiana: un libro, una canzone, un film…
Ricordo con piacere Ellroy, Imre Kertesz, alcune performance di Eco, la giocosita' e serieta' di Battiato; la dolcezza di Terrence Malick; le prove estenuanti di Keith Jarrett. Ma insomma, ci sarebbero tante belle cose da ricordare.

Se ci sono, quali sono le cose che ama di più nel quartiere in cui vive?
Sa che io amo le ripetizioni. Ci sono dei percorsi quotidiani che compio e che stanno come un placido fiume sotto la frenesia disordinata della mia vita. Ecco: percepire e non percepire quei percorsi (fatti di strada, di persone e luoghi costantemente incontrati) mi piace. Mi piace sapere che ci sono e che li percorro mentre rispondo al telefono, mi arrabbio, gioisco, eccetera. E poi il palazzo gaddiano in cui vivo, progettato da Giuseppe Alessi. Un costruttore ottocentesco che ha fatto molte cose in questa zona di Milano e leggenda vuole che abbia ideato il rosso delle divise garibaldine, imparentato con i Gadda.

Cosa ne pensa di Franco Battiato assessore alla cultura alla Regione Sicilia?
Che e' un uomo libero. E solo un uomo libero come lui, puo' affrontare questa sfida e fare bene in una Regione cosi' difficile, ora piu' che mai, come la Sicilia. E badi bene che per libero intendo una ricerca che lui ha fatto e fa quotidianamente.

 

( a cura di Massimo Cecconi)


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