Largo Rio de Janeiro: mi ritorna in mente Lucio Battisti


Quarant’anni fa, quando largo Rio de Janeiro non era scempiata da un cantiere abbandonato (che da anni violenta il paesaggio urbano e la vita dei residenti) ma una tranquilla area periferica ancora poco affetta dai rumori del traffico, era facile vedervi transitare numerosi personaggi che hanno segnato la vita musicale della Milano degli anni settanta: Mario Lavezzi, Maurizio Vandelli, Alberto Radius, Ricky Maiocchi. Andavano a trovare un loro amico, allora residente nella villetta al numero sei.
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Lucio Battisti 1

 Ad aprir loro la porta era spesso Grazia Letizia Veronese, compagna di vita del padrone di casa, l’indiscusso dominatore della scena musicale italiana del periodo: Lucio Battisti. Milanese di adozione a partire dal 1964, Battisti si trasferì a Città Studi nel 1970 anche se, a dire il vero, quella di largo Rio de Janeiro non è la prima abitazione in zona 3 che può vantare sì famoso residente; infatti, nei mesi che precedettero l’acquisto della villetta, Lucio e Grazia Letizia vissero in un appartamento di via Termopili 27, nelle adiacenze di viale Monza.
A quell’epoca, Battisti aveva già interpretato numerosi brani destinati a fare la storia della canzone leggera italiana: da “Balla Linda” a “Un’avventura” da “Acqua azzurra, acqua chiara” a “Dieci ragazze”. Ma, ancor prima dei suoi successi personali, Lucio (insieme all’allora inseparabile - e milanesissimo - Mogol) aveva dato un contributo decisivo, in qualità di compositore o produttore, al successo di artisti quali Equipe 84 (“Nel cuore nell’anima”, “29 settembre”), Dik Dik (“Dolce di giorno”), Ricky Maiocchi (“Uno in più”, “Prendi fra le mani la testa”), I ribelli (“Per una lira”, con Demetrio Stratos al canto), Patty Pravo (“Il paradiso”). Lucio e Grazia Letizia hanno abitato in largo Rio de Janeiro sino al 1975 quando, stufi del costante assalto dei reporters, decisero di lasciare Milano per proteggere la loro privacy. Tuttavia ci piace sottolineare che proprio gli anni trascorsi a Città Studi risultano tra i più intensi e proficui della produzione musicale di Battisti: “Fiori rosa, fiori di pesco”, “Emozioni”, “Anna” (1970), “Pensieri e parole”, “La canzone del sole” (1971), “I giardini di marzo”, “E penso a te”, “Il mio canto libero” (1972), “La collina dei ciliegi” (1973), appartengono tutte a quel periodo. Così come le canzoni scritte per Mina (“Io e te da soli”, “Amor mio”), Formula Tre (“Questo folle sentimento”, “Eppur mi son scordato di te”), Dik Dik (“Vendo casa”), Bruno Lauzi (“Amore caro, amore bello”).
Ma, soprattutto, quella casa ha conosciuto i momenti privati della vita di Lucio Battisti: la nascita del figlio Luca, le rose coltivate nel piccolo giardino retrostante il largo, le partite a ping pong con gli amici. La storia musicale e umana di Battisti in Zona 3 non può però considerarsi completa sena ricordare alcune apparizioni (tenute rigorosamente super-segrete al pubblico normale) che Lucio, in compagnia di Mario Lavezzi e Adriano Pappalardo, tenne nel piccolo auditorium dell’Ospedale dei Tumori a favore dei degenti e a cui, in qualità di parente di una ricoverata, ho avuto l’occasione di assistere. Nei sotterranei di via Venezian, con chitarra, voce e amici musicisti accanto, Lucio ha regalato lunghe performance agli ammalati, le cui registrazioni (non effettuate) sarebbero oggi rarità ambite dai collezionisti. Di quelle serate, nella mia memoria di quattordicenne sono rimaste impresse sensazioni di particolare intensità emotiva ma anche artistica, l’evidente armonia tra i protagonisti e la loro disponibilità a concedere un numero infinito di bis. Tu chiamale se vuoi...



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Re: Largo Rio de Janeiro: mi ritorna in mente Lucio Battisti
17/11/2015 Paolo
Ciao io ho abitato a pochi metri da loro in via Botticelli erano molto schivi le più cordiale Lucio riservato è scontroso con chi lo disturbava vedi i paparazzi peril ragazzo che ha scritto qui sopra il Bar si chiamava Risveglio so perché fu chiamato così per la liberazione è il risveglio del nostro paese ora non esiste più nemmeno lui cementificato dimenticato come tutto largo Rio che tristezza non esiste nemmeno la CBS in Via Colombo tutto finito ....


Re: Largo Rio de Janeiro: mi ritorna in mente Lucio Battisti
17/11/2015 Paolo
Ottimo articolo io ho abitato a poca distanza che ricordi gli stessi di quel ragazzo che ha scritto prima di me il bar si chiamava Risveglio ora non esiste più nulla Paolo


Re: Largo Rio de Janeiro: mi ritorna in mente Lucio Battisti
13/01/2015 paolo brembilla
Buongiorno Luca,
ho letto casualmente il suo articolo.
Mi ha molto emozionato, perchè mi ha fatto tornare indietro nel tempo. Anch'io ho vissuto le medesime senzazioni.
All'istituto dei tumori ho partecipato al concerto, in qualità di accompagnatore di una mia zia malata.
A partire dai primi anni '70 ho inoltre frequentato l'"istitito rizzoli per l'insegnamento delle arti grafiche". Nella pausa tra le lezioni mattutine e pomeridiane,
frequantavo un bar all'angolo (che non c'è più) tra il viale e via botticelli. Per entrare c'erano alcuni gradini: la prima volta ho incontrato lucio battisti sulle scale. Poi più volte all'interno.
Inoltre, li vicino, in via moretto da brescia, c'era lo studio della milano recording / cbs dove registravano i pooh. Che emozione: spesso incontravo anche loro in un altro bar quando mi recavo a mangiare un panino (la "schiscetta" mi faceva schifo!)
Avevo 14-15 anni: ho incontrato dei veri "miti" in carne ed ossa senza renderme conto.
Ho ancora alcuni autografi su un tovagliolo di carta: incredibile!
Che anni! Che uomini! Che emozioni!
Saluti
Paolo Brembilla


Re: Largo Rio de Janeiro: mi ritorna in mente Lucio Battisti
28/08/2012


 
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