La vita va così
Tratto da una storia vera che sembra una favola. A volte, la dignità trionfa.
(Mietta Albertini)28/10/2025

Un pastore sardo di 80anni che lotta per due decenni contro una multinazionale milanese e vince la causa? È la storia vera di Ovidio Marras che Riccardo Milani ha voluto ricostruire con il suo ultimo film La vita va così appena uscito nelle sale.
Nel film, il pastore si chiama Efisio Mulas ed è interpretato da Giuseppe Ignazio Loi (84 anni attore per caso pastore per scelta) che da sempre vive nella sua casa con le 10 mucche che porta a pascolare ogni giorno sulla spiaggia incontaminata di Tueredda. Cotanta bellezza muove gli interessi del solito spietato immobiliarista-capitalista milanese Giacomo (Diego Abatantuono) che già vede un bel resort di lusso vista mare. Viene inviato il capocantiere Mariano (Aldo Baglio) per offrire a Efisio 150milioni di lire per cedere la sua casa e il suo terreno. Efisio rifiuterà sempre qualsiasi cifra, anche quando anni dopo l’offerta sarà arrivata a 12 milioni di euro!
“NO” è la parola chiave di una atavica dignità. La sua volontà va a scontrarsi con tutti gli abitanti del paese dove la disoccupazione è ampiamente praticata. C’è chi vorrebbe restare e chi è fuggito, anche il figlio emigrato lo implora di cedere per poter tornare. La figlia Francesca (Virginia Raffaele) lo protegge e assiste cercando di non intromettersi nelle sue decisioni.
Allora si passa alle maniere forti, si comincia a costruire tutto intorno alla proprietà di Efisio, gli si toglie la strada che porta alla spiaggia per pascolare le mucche, anche se gli speculatori non si aspettano una causa legale. Piano piano anche Mariano si ricrede e si licenzia, non vuole essere complice di una enorme speculazione edilizia. Entra in scena Giovanna (Geppi Cucciari) una giudice anche lei nata in quei luoghi che prenderà in mano la causa in tribunale.
Milani è sempre vicino alla difesa del territorio e delle identità. Lo aveva già fatto anche in Un mondo a parte, affrontando lo spopolamento in un paesino nel Parco Nazionale d’Abruzzo.
Usando i codici della commedia italiana, un po’ anni ’60 un po’ anni ’80 mette in campo una serie di domande che ci assalgono ogni giorno: partire o restare? Lavorare o salvare il territorio e la propria identità? Accettare il lavoro è accettare un ricatto? Chiamare “riqualificazione” una speculazione edilizia non è un insulto?
Accompagnato dall’armonica indiavolata di Moses Concas, il film risulta a volte un po' schematico ma raggiunge l’obiettivo. Usando un linguaggio semplice, suscita partecipazione.
E Ovidio Marras? Sostenuto solo dall’associazione Italia Nostra ha continuato la sua battaglia legale lunga due decenni, arrivando alla Corte di Cassazione e vincendo tutti i tre gradi di giudizio. Tutto quello che nel frattempo avevano costruito intorno a lui dovrà essere abbattuto. Ovidio ha continuato a vivere nella sua casa fino al 6 gennaio 2024 quando si è spento a 93 anni.
Qualcuno ogni tanto deve ricordarci che il denaro non compra tutto.
Imperfettamente valido.
In programmazione all’Arcobaleno Film Center e ai cinema Palestrina e Plinius.
Nel film, il pastore si chiama Efisio Mulas ed è interpretato da Giuseppe Ignazio Loi (84 anni attore per caso pastore per scelta) che da sempre vive nella sua casa con le 10 mucche che porta a pascolare ogni giorno sulla spiaggia incontaminata di Tueredda. Cotanta bellezza muove gli interessi del solito spietato immobiliarista-capitalista milanese Giacomo (Diego Abatantuono) che già vede un bel resort di lusso vista mare. Viene inviato il capocantiere Mariano (Aldo Baglio) per offrire a Efisio 150milioni di lire per cedere la sua casa e il suo terreno. Efisio rifiuterà sempre qualsiasi cifra, anche quando anni dopo l’offerta sarà arrivata a 12 milioni di euro!
“NO” è la parola chiave di una atavica dignità. La sua volontà va a scontrarsi con tutti gli abitanti del paese dove la disoccupazione è ampiamente praticata. C’è chi vorrebbe restare e chi è fuggito, anche il figlio emigrato lo implora di cedere per poter tornare. La figlia Francesca (Virginia Raffaele) lo protegge e assiste cercando di non intromettersi nelle sue decisioni.
Allora si passa alle maniere forti, si comincia a costruire tutto intorno alla proprietà di Efisio, gli si toglie la strada che porta alla spiaggia per pascolare le mucche, anche se gli speculatori non si aspettano una causa legale. Piano piano anche Mariano si ricrede e si licenzia, non vuole essere complice di una enorme speculazione edilizia. Entra in scena Giovanna (Geppi Cucciari) una giudice anche lei nata in quei luoghi che prenderà in mano la causa in tribunale.
Milani è sempre vicino alla difesa del territorio e delle identità. Lo aveva già fatto anche in Un mondo a parte, affrontando lo spopolamento in un paesino nel Parco Nazionale d’Abruzzo.
Usando i codici della commedia italiana, un po’ anni ’60 un po’ anni ’80 mette in campo una serie di domande che ci assalgono ogni giorno: partire o restare? Lavorare o salvare il territorio e la propria identità? Accettare il lavoro è accettare un ricatto? Chiamare “riqualificazione” una speculazione edilizia non è un insulto?
Accompagnato dall’armonica indiavolata di Moses Concas, il film risulta a volte un po' schematico ma raggiunge l’obiettivo. Usando un linguaggio semplice, suscita partecipazione.
E Ovidio Marras? Sostenuto solo dall’associazione Italia Nostra ha continuato la sua battaglia legale lunga due decenni, arrivando alla Corte di Cassazione e vincendo tutti i tre gradi di giudizio. Tutto quello che nel frattempo avevano costruito intorno a lui dovrà essere abbattuto. Ovidio ha continuato a vivere nella sua casa fino al 6 gennaio 2024 quando si è spento a 93 anni.
Qualcuno ogni tanto deve ricordarci che il denaro non compra tutto.
Imperfettamente valido.
In programmazione all’Arcobaleno Film Center e ai cinema Palestrina e Plinius.
