I nostri cavalli di battaglia

Nelle scorse settimane di fine estate nel territorio del Municipio 3 si sono svolte due manifestazioni che si possono considerare veri e propri “cavalli di battaglia” per i diritti umani. ()
marcocavallo
Il primo cavallo è stato il 21 agosto al Centro Sociale Leoncavallo che aveva subito un improvviso quanto imprevisto sgombero. Nel Municipio 3 sappiamo che alberga la via Leoncavallo che diede nome ed ospitalità a questo Centro, diventato nei decenni successivi il più famoso d’Italia. Ora in apparenza tutto tace, ma è il silenzio del pensiero, dell’elaborazione, degli obiettivi vecchi e nuovi, del programma per il futuro. Nel Municipio 3 sappiamo dell’attivismo di altri Centri Sociali, il Lambretta e il Collettivo Kasciavit sono i più attivi e altri gruppi d’aggregazione, formali e informali, stanno seguendo da vicino l’evoluzione di questa tematica. E’ un fermento che auspichiamo sappia generare qualcosa di socialmente buono per la città.

Il secondo cavallo riguarda il CPR di via Corelli, sabato 20 settembre oggetto di un’animata manifestazione, una vera marcia. Dal punto di ritrovo in P.zza Tricolore si è snodata sino a pochi metri dall’ingresso del CPR. Si è trattato di un evento insolito e per questo ho il sentimento politico per raccontarlo e renderlo patrimonio dei cittadini, in particolare dei residenti di questo mio Municipio 3. Il ritrovo è stato omaggiato da una presenza tutta nuova: un grande cavallo in cartapesta su quattro ruote e di colore azzurro, perché “la terra è blu” dice il pensiero ecologico.
Ci è stato presentato come Marco Cavallo, una copia della statua che all’inizio degli anni 70’ entrò in scena quando lo psichiatra Franco Basaglia dirigeva l’ospedale Psichiatrico di Trieste e nel contempo elaborava i contenuti rivoluzionari della susseguente Legge 180 approvata nel 1978, che ancora oggi porta il suo illustre nome. La Legge Basaglia mirava, e mira ancora, ad abolire i manicomi e le varie forme di oppressione sul disagio psichico. Questo Marco Cavallo fù presente sia per le strade sia nei reparti del Manicomio triestino a simboleggiare la libertà dalla follia e l’abbattimento della repressione e dell’internamento, simbolo della rivoluzione di Basaglia. Invito a documentarsi su questa storia affascinante esperienza tutta italiana che oggi riprende visibilità nel contesto dei CPR italiani, anch’essi, proprio come i manicomi, terreno fertile per la patologia psichiatrica. Eravamo nel nostro recente corteo con Marco Cavallo in testa, lui ci ha dato vitalità e forza, siamo stati a camminare insieme cantando slogan di rivincita e di liberazione, inneggiando ad un futuro senza la coercizione data dall’ingiustizia sociale che sta nella natura stessa dei CPR.

Questo cavallo azzurro a Milano rappresenta la 2° tappa del percorso organizzato dal Forum Salute Mentale con l’astag “#180benecomune”. Il piano prevede il raggiungimento di altri CPR, quello di Roma, di Brindisi e di Bari. Ho sentito dire che la libertà ha una trama collettiva e quindi insieme possiamo contrastare i luoghi vecchi e nuovi di persecuzione; l’accostamento manicomi-CPR diventa un mpegno civile della lotta in difesa dei Diritti Umani.
Intanto il tempo scorre e tanti sono gli eventi che si susseguono e avvicendano in questi giorni tormentati appesantiti dalle varie ingiustizie sociali. Non dimentichiamoci che ci sono cavalli che possono trasformarsi in gloriosi cavalli di Troia vincitori.

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