Presentazione del ciclo “Libri di autrici da riscoprire”

Il ciclo di letture proposto per la stagione 2025/2026, a cura di Raffaele Santoro, è coniugato al femminile ed è dedicato alle autrici da riscoprire. Buona lettura. ()
Foto 1 Doris Lessing
Concluso a giugno il ciclo di recensioni dal titolo “Libri d'autore da riscoprire”, incentrato su una serie di romanzi che hanno avuto una loro fortuna ma che, con l'andare del tempo, sono usciti di scena per poi venire riscoperti ed essere riproposti in questi ultimi anni avendo avuto, da parte di una o più case editrici, delle nuove riedizioni e cioè: “La guardia bianca” di Michail Bulgakov, “Novella degli scacchi” di Stefan Zweig, “I superflui” di Dante Arfelli, “La scia della balena” di Francisco Coloane, “Opinioni di un clown” di Heinrich Böll, “Il bruciacadaveri” di Ladislav Fuks, “Mattatoio n.5” di Kurt Vonnegut - i cui commenti sono, per altro, sempre reperibili su z3xmi - presentiamo, qui di seguito, temi, autori e libri che verranno proposti e commentati nel prossimo ciclo di recensioni che, come di consueto, avrà inizio con la prima “uscita” a ottobre e terminerà con l'ultima a giugno dell'anno prossimo.
Anche il ciclo 2025/26 sarà incentrato su una serie di romanzi che hanno avuto una loro fortuna, riscuotendo riconoscimenti e successo, ma che poi, con l'andare del tempo, sono usciti di scena, pur mantenendo tutto il loro valore letterario, per poi venire riscoperti ed essere riproposti in questi ultimi anni avendo avuto delle nuove riedizioni. A differenza del precedente ciclo questo però sarà basato su romanzi di grandi scrittrici da cui il titolo del ciclo “Libri di autrici da riscoprire”. In tal senso ho scelto una serie di romanzi, con le caratteristiche che ho appena descritto, che hanno avuto negli ultimi dieci anni almeno una nuova riedizione.
Qui, di seguito, l'elenco sintetico dei libri e delle relative autrici, con l'indicazione delle nuove edizioni e la previsione di uscita del relativo commento. Per una panoramica d'insieme, a seguire, una breve scheda per ciascun libro.

“Libri di autrici da riscoprire”

“Rivolta dei pescatori di S. Barbara” - Anna Seghers - 1928 - Germania * (Federico Tozzi Editore - 2016) - Ottobre
“La casa deserta” - Lydia Čukovskaja - 1965 - Russia * (Calabuig - 2019) - Dicembre
“Il libro Franza” - Ingeborg Bachmann - 1978 - Austria * (Adelphi - 2024) - Gennaio
“Il diario di Jane Somers” - Doris Lessing - 1983 - Gran Bretagna * (Feltrinelli - 2014) - Marzo
“Avviso ai naviganti” - Annie Proulx - 1993 - Stati Uniti * (Minimum Fax - 2018) - Aprile
“L'anulare” - Yoko Ogawa - 1994 - Giappone * (RCS Media Group - 2021) - Maggio
“L'isola riflessa” - Fabrizia Ramondino - 1998 - Italia * (Nutrimenti - 2025) - Giugno


Anna Seghers - “Rivolta dei pescatori di S. Barbara”
“Rivolta dei pescatori di S, Barbara” è la storia di uno sciopero e di una rivolta falliti in cui viene messa a nudo la dura realtà della vita di quei pescatori, la loro voglia di riscatto ma anche le tensioni e le rotture che tra loro si genereranno e la violenza del conflitto con i “padroni”che si troveranno a fronteggiare. La Seghers si rivela già in questo, che è il suo primo romanzo, capace di suscitare emozioni ed evocare situazioni di grande autenticità senza concedere nulla a facili schematismi ideologico-politici. Anzi è la profonda umanità e tragicità dei personaggi che ne esce scolpita e illuminata. Vi è un significato che più di tutti risulta rappresentato ed è il bisogno di dare un senso alla propria vita, identificato nella liberazione da una situazione insopportabile, sia da un punto di vista materiale che umano ed esistenziale. Ma ciò, ben lungi dall'essere raggiunto, si rivelerà un “transito” foriero di lutti e di morte, un sogno che non si realizzerà.

Lydia Čukovskaja - “La casa deserta”
Scritto fra il novembre del '39 e il febbraio del '40 “La casa deserta” si svolge in quei terribili anni del regime staliniano coincidenti con la seconda metà degli anni '30, noti come gli anni delle Grandi Purghe, dominati da una repressione vasta e spietata. E proprio di una vicenda tipica di quegli anni fu vittima Lidija Čukovskaja, avendo assistito, nel '37, all’arresto improvviso del marito di cui, solo nel '57, riceverà la conferma ufficiale della morte che, in realtà, era già avvenuta, per fucilazione, nel '38, a sua insaputa. E da quell'esperienza terribile, da lei vissuta, nasce “La casa deserta” la cui protagonista, Ol’ga Petrovna, è una madre e, come tale, si troverà coinvolta in un' inverosimile e allucinante vicenda che coinvolgerà il proprio figlio Kolja, ritrovandosi a lottare tra la dedizione a suo figlio e alla sua parola e la dedizione a ciò che l'autorità, dominata dal partito, faceva e diceva, finendo vittima dello scontro umano e disumano tra queste due dedizioni.

Ingeborg Bachmann -“Il libro Franza”
Quello che più scuote ne “Il libro Franza” è la cruda e impietosa descrizione di quei passaggi “dall’una all’altra stazione del dolore” che Franza, la protagonista, attraversa nel corso di quella fuga che intraprende per scappare da quell’uomo, suo marito, il professor Leopold Jordan, un luminare della psichiatria. Da quell’uomo che l’ha fatta diventare uno dei suoi casi. La Bachmann denuda il suo personaggio rivelandone tutta l’intima fragilità di donna, messa di fronte ad una dimensione del maschile che, per affermarsi, deve patologizzare l’altro. Ed è questo il meccanismo malato che la Bachmann esplora, mossa da un bisogno di verità sulla reale natura dei rapporti tra universo maschile e femminile. Nella figura di Franza la Bachmann mette infatti a fuoco quel meccanismo perverso che porta la donna ad essere, da vittima degli uomini, carnefice di se stessa. Ma è la radicalità dolorosa delle implicazioni di questa questione in Franza che si impone fino alla fine e trova nell’epilogo la sua micidiale realizzazione.

Doris Lessing - “Il diario di Jane Somers”
“Il diario di Jane Somers” è un romanzo sul mistero della vita e della morte che affronta il segreto stesso della vita umana, e cioè: c’è una forza in noi che, a prescindere dal deperimento organico del nostro corpo, ci rende capaci di resistere alla morte a seconda di quanto ci sentiamo più o meno pronti a morire? In altre parole, quanto conta l’istinto di conservazione e come si manifesta? Il percorso che fa la Lessing parte da uno scavo all’interno della vita di due donne: Jane Somers e Maudie Fowler. La Lessing le spoglia di ogni difesa e pudore portandole verso una presa di coscienza del valore di quei “legami forti” basati sullo scambio relazionale e fondati su quel nutrimento profondo che è il bisogno di esistere per qualcuno. E Maudie Fowler che, nonostante l’esaurirsi della sua autonomia fisica, rivela uno strenuo attaccamento alla vita, porterà Jane “dentro” la sua vita ridandole così senso e procrastinando in questo modo la morte, la “sua” morte.

Annie Proulx - “Avviso ai naviganti”
In "Avviso ai naviganti" il tema della sfida è il tema conduttore. Una sfida che è, in prima istanza, con l' ambiente in senso naturale e con gli ambienti in senso sociale in cui i personaggi sono inseriti e in cui si muovono. Ma una sfida che "sale" ad un livello superiore allorché si comprende che quella che si gioca in "Avviso ai naviganti" è una sfida nei confronti della vita e dell' esistenza per cercare di sopravvivere alle sconfitte e ai fallimenti, alle avversità e al destino, e trovare, in qualche modo, un proprio posto nel mondo. Annie Proulx è ormai unanimemente consacrata come una delle più grandi scrittrici americane di sempre, acclamata come tale sin dall' uscita, avvenuta nel 1993, di "Avviso ai naviganti", il suo secondo romanzo, per il quale le furono conferiti sia il Pulitzer che il National Book Award, risultando, in tal senso, uno dei pochi romanzi, nella storia della letteratura americana, ad avere ottenuto i due premi letterari più importanti degli Stati Uniti.

Yoko Ogawa - “L'anulare”
Ci sono testi che sfuggono ad una immediata comprensione, celati, come essi sono, in una loro misteriosa attrazione. Testi in sé esili e impalpabili e, purtuttavia, pregni di una loro densità la quale costringe a riflettere, a porsi domande, a cercare di carpirne il segreto e i segreti. Testi che se pure si sottraggono tuttavia affascinano, che se pure sono immersi nel silenzio tuttavia risuonano di echi profondi. Ed è a tutte queste caratteristiche che risponde “L'anulare” di Yoko Ogawa, una delle più importanti scrittrici contemporanee giapponesi, la quale, nelle sue opere, esplora ed affronta gli aspetti più nascosti della natura umana. E, in questo senso, “L'anulare” è sicuramente un “esemplare” - per usare un termine che sarà un termine chiave di questo romanzo - significativo dell'opera della Ogawa.

Fabrizia Ramondino -“L'isola riflessa”
L'isola che fa da ambientazione de “L'isola riflessa” è l'isola di Ventotene che fu il luogo scelto dalla Ramondino per andarvi ad affrontare un momento particolare della sua vita. Vi è quindi, all'interno del testo, la narrazione di una condizione interiore e dei suoi vissuti, che è una riflessione con se stessa e su se stessa che la Ramondino fa scrivendo, la quale si interseca con la narrazione del quotidiano della vita che ella condurrà sull'isola fatta di incontri e di impressioni, di vagabondaggi e di “osservazioni”. A questa che possiamo definire la dimensione privata farà da contraltare la dimensione pubblica e collettiva della Storia e dell' Utopia, essendo l'isola di Ventotene carica di vicende storiche e “utopiche” che la narratrice rievoca. E, alla fine, dimensione personale e dimensione collettiva trovano, ne “L' isola riflessa”, una saldatura che dà vita a una prova estremamente autentica e personale del fare letteratura. E, come ha scritto Goffredo Fofi - che della Ramondino fu grande amico e partecipò con lei ad importanti esperienze - “Nel suo libro più doloroso e più luminoso, nel suo libro più bello, Fabrizia Ramondino piange la fine di un mondo, o del mondo, e la fine dell’utopia, e si mette in gioco per parlare di noi,..”

Auguro a tutti buone letture e do appuntamento per il prossimo mese di ottobre con “Rivolta dei pescatori di S. Barbara” di Anna Seghers.

La foto di apertura è di Doris Lessing

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