I cugini Meyer
Un imperdibile libro a fumetti che racconta una storia esemplare nella sua tragica evidenza.
(Massimo Cecconi)25/06/2025

In attesa che si concluda (speriamo in bene) l’intricata vicenda del Museo del Fumetto di viale Campania, dove torto e ragione sembrano rimpallarsi tra i contendenti in campo, ci occupiamo di un bel racconto a fumetti dovuto all’estro armonico di Vittorio Giardino che del fumetto patrio, e non solo, è uno dei massimi autori.
“I cugini Meyer” è l’ultima fatica iconografica di un autore talmente accurato nella definizione delle sue storie da essere oculato, anzi oculatissimo, nella loro pubblicazione.
Scrupoloso sino ai limiti della perfezione, l’ultimo lavoro di Giardino (classe1946) ci porta nella Vienna della primavera del 1938 giusto nel momento in cui la Germania di Hitler ha compiuto l’annessione (Anschluss) dell’Austria e lì ha esportato, tra l’altro, anche l’odio per l’ebraismo.
Tra le vittime di questa follia razzista c’è anche la famiglia di un noto medico viennese costretta a subire le angherie del potere filonazista.
Le perfette tavole di Giardino, eleganti e ricche di dettagli e particolari, raccontano una storia purtroppo arcinota che ha segnato la storia del novecento con un inchiostro indelebile, carico di odio e di infamia.
Nelle strade e nei palazzi di Vienna, ricostruiti perfettamente dall’autore, si conferma tutta la ferocia del nazismo e dei suoi seguaci nel perseguitare un popolo inerme e spesso vilipeso
164 pagine di avventura e di denuncia che ricorda la posizione pusillanime di altre nazioni del mondo che avevano sicuramente sottovalutato la tragedia che si consumerà in modo irreversibile allo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Il volume è anche arricchito da studi e bozzetti che testimoniano l’accuratezza del lavoro dell’autore.
Nella vicenda avrà un ruolo decisivo Max Fridman, un ex agente segreto dei servizi francesi d’origine ebraica, il cui intervento determinerà le sorti della famiglia Meyer.
Inventato dalla penna di Vittorio Giardino, Fridman è un personaggio ricorrente che l’autore utilizza in alcune storie per raccontare quello scorcio di novecento che si colloca giusto prima della Seconda guerra mondiale.
Va da sé che “I cugini Meyer” è un libro avvincente, ricco di colpi di scena, illustrato splendidamente e raccontato senza enfasi alcuna, inserendosi perfettamente nello scenario di “meditate che questo è stato”.
A conclusione della lettura affiora con evidente imbarazzo tutto lo sgomento, la rabbia e l’impotenza per quello che sta accadendo ai nostri giorni.
Vittorio Giardino
I cugini Meyer
Una nuova avventura di Max Fridman
“I cugini Meyer” è l’ultima fatica iconografica di un autore talmente accurato nella definizione delle sue storie da essere oculato, anzi oculatissimo, nella loro pubblicazione.
Scrupoloso sino ai limiti della perfezione, l’ultimo lavoro di Giardino (classe1946) ci porta nella Vienna della primavera del 1938 giusto nel momento in cui la Germania di Hitler ha compiuto l’annessione (Anschluss) dell’Austria e lì ha esportato, tra l’altro, anche l’odio per l’ebraismo.
Tra le vittime di questa follia razzista c’è anche la famiglia di un noto medico viennese costretta a subire le angherie del potere filonazista.
Le perfette tavole di Giardino, eleganti e ricche di dettagli e particolari, raccontano una storia purtroppo arcinota che ha segnato la storia del novecento con un inchiostro indelebile, carico di odio e di infamia.
Nelle strade e nei palazzi di Vienna, ricostruiti perfettamente dall’autore, si conferma tutta la ferocia del nazismo e dei suoi seguaci nel perseguitare un popolo inerme e spesso vilipeso
164 pagine di avventura e di denuncia che ricorda la posizione pusillanime di altre nazioni del mondo che avevano sicuramente sottovalutato la tragedia che si consumerà in modo irreversibile allo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Il volume è anche arricchito da studi e bozzetti che testimoniano l’accuratezza del lavoro dell’autore.
Nella vicenda avrà un ruolo decisivo Max Fridman, un ex agente segreto dei servizi francesi d’origine ebraica, il cui intervento determinerà le sorti della famiglia Meyer.
Inventato dalla penna di Vittorio Giardino, Fridman è un personaggio ricorrente che l’autore utilizza in alcune storie per raccontare quello scorcio di novecento che si colloca giusto prima della Seconda guerra mondiale.
Va da sé che “I cugini Meyer” è un libro avvincente, ricco di colpi di scena, illustrato splendidamente e raccontato senza enfasi alcuna, inserendosi perfettamente nello scenario di “meditate che questo è stato”.
A conclusione della lettura affiora con evidente imbarazzo tutto lo sgomento, la rabbia e l’impotenza per quello che sta accadendo ai nostri giorni.
Vittorio Giardino
I cugini Meyer
Una nuova avventura di Max Fridman
Rizzoli Lizard 2025, pp. 216, euro 20