Le mostre dell’estate negli spazi espositivi, musei e gallerie del Municipio 3

Le proposte di Giò Marconi, Mudima, Spazio Tadini, MEET, Galleria De Carlo, Galleria Vistamare, Fondazione Scanavino e Spazio Mostre del Politecnico. ()
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Con l’ormai prossimo arrivo dell’estate è ancora ricca la proposta di mostre negli spazi espositivi, musei e gallerie nel territorio del municipio 3 di Milano. Eccovi una carrellata delle opportunità di visita. Si consiglia sempre, prima di recarsi nei luoghi segnalati, di consultare sempre i relativi siti web per verificare, i periodi di chiusura estiva, i giorni di apertura settimanali, gli orari e le modalità di accesso.

Fino al 22 giugno, la Fondazione Emilio Scanavino, in piazza Aspromonte 17, Les Monstres Amis: Emilio Scanavino e la X Triennale, una rivisitazione critica e storica della decima Triennale di Milano, del 1954, momento fondamentale per la storia dell’arte e del design e di dialogo tra arte e design industriale. La mostra si concentra sulla partecipazione di Emilio Scanavino e di altri importanti artisti internazionali, e sulla battaglia per ristabilire il primato dell’immagine sulla forma e la libertà rispetto alla struttura che coinvolse molti di loro. Particolare attenzione alla sezione dedicata alla ceramica, con opere realizzate ad Albisola da artisti come Enrico Baj, Sergio Dangelo, Corneille, Asger Jorn, Roberto Matta, Lucio Fontana e dallo stesso Scanavino. Visite su appuntamento previa prenotazione. https://fondazionescanavino.org/

Giò Marconi, in Via Tadino, propone, fino all’11 luglio, Valerio Adami. Laboratorio, un omaggio all'artista a novant’anni dalla nascita e a sessanta dalla sua prima apparizione presso lo Studio Marconi di Milano. Adami è noto per i suoi dipinti dai colori vibranti e per la capacità di raccontare la società moderna: negli anni Sessanta inserisce elementi della vita quotidiana nella struttura narrativa, offrendo una visione critica e innovativa della realtà. L'esposizione evidenzia l'influenza delle atmosfere di luoghi come Londra, città che Adami visita per la prima volta nel 1962, entrando in contatto con artisti come Graham Sutherland, Jim Dine e Richard Hamilton, che esercitano un'influenza profonda sul suo lavoro, come l'uso di parole onomatopeiche ispirate al linguaggio visivo dei fumetti. Poi Adami si trasferisce ad Arona, sul Lago Maggiore, dove allestisce il suo atelier e realizza, in collaborazione con il fratello Giancarlo Romani Adami, il film Vacanze nel deserto (1971), girato in stile Nouvelle Vague e vede la partecipazione, tra gli altri, di Dino Buzzati. Il film viene proiettato in mostra. Parigi diventa poi la sua città d’elezione. Qui l'artista approfondisce il tema degli interni urbani, intimamente connesso all’esplorazione della psiche umana e qui conosce Carlos Franqui, poeta e giornalista di rilievo nella Rivoluzione Cubana, legame che porta Adami a visitare Cuba nel 1967. Il percorso espositivo si conclude con gli "esterni" di New York, dove i toni si fanno più cupi, riflettendo l'atmosfera della metropoli. Qui Adami entra in contatto con l'ambiente underground della città, frequentando Saul Steinberg, Ray Johnson e il poeta Allen Ginsberg. In questa fase, l'artista esplora la fotografia come nuovo mezzo espressivo, integrandola con il disegno. Un ulteriore esempio di questa ricerca artistica è strettamente legato alla città di Milano, che rappresenta un crocevia essenziale nella sua carriera. www.giomarconi.com/it

A Spazio Tadini, in via Jommelli, fino al 18 luglio Da Svevo a me – Un dialogo visivo tra parola e immagine mostra fotografica di Elena D’Alessandro. Fino al 14 settembre La Resistenza Europea. L’uomo che si rialza, mostra di arte e memoria in occasione degli 80 anni dalla Liberazione dai regimi nazifascisti e dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. E’ un percorso espositivo con due percorsi complementari: una cartella d’arte realizzata nel 1983 su progetto di Gianni Colombo e un percorso fotografico con racconti di ritratti di partigiani e sulla costituzione italiana. In mostra opere di Gianni Colombo, Giuliano Collina, Nicola Salvatore, Angelo Tenchio, Luigi Veronesi, Giovanni Cappelli, Gianfranco Arlandi, Alik Cavaliere ed Emilio Tadini. https://spaziotadini.com/

Alla Fondazione Mudima di Via Tadino, fino al 18 luglio Il Cerchio Schiacciato – Nel tempo della Globalizzazione e degli Equilibri Instabili. Cerchio Schiacciato è termine mutuato dall’appellativo che si dà all’Ellisse, che Carmelo Strano - critico e teorico dell’arte - ha assunto quale metafora del suo concetto di Opera Ellittica e, conseguentemente, del movimento Arte Ellittica. Questa prima iniziativa si focalizza sull’Europa e via via l’attenzione si sposterà su altre aree geografiche. In mostra opere di artisti europei di ricerca di varie nazioni, giovani e meno giovani, ognuno con le proprie idee artistiche e un proprio linguaggio. www.mudima.net

Allo Spazio Mostre Guido Nardi del Politecnico, in Via Ampère 2, fino al 25 luglio due mostre: LAN: Espaces sans espèces | Living Matter. Una LAN/Local Area Network (rete locale), è un gruppo di computer e altri dispositivi collegati tra loro in un'area geografica limitata, come un ufficio, un edificio o un campus. Immaginare forme di vita pubblica resta, per LAN, il tratto distintivo di ogni idea di città, che ha influenzato la storia del fenomeno urbano, nelle sue forme e nel suo quadro culturale. La costruzione dello spazio pubblico è quindi fondamentale per il modo in cui LAN “fa la città” e concepisce l'“arte di costruire”. https://www.auic.polimi.it/la-scuola/progetti/spazio-mostre-guido-nardi/

Alla Galleria Vistamare, in Via Spontini, fino al 5 settembre Roberto Cattivelli – Outer, progetto site-specific sul lavoro di Cattivelli che comprende soggetti diversi, legati tra loro concettualmente. Cattivelli è nato nel 1979 a Piacenza, dove vive e lavora. La sua ricerca si concentra in egual misura sulla pittura e sul disegno, praticate come un’indagine visiva e interiore. La scelta dei soggetti, spesso istintiva e di origine personale, è legata all’esigenza di investigare la realtà, rappresentata con grande cura per i dettagli, che in pittura emergono da stratificazioni di nero, mentre nel disegno sono restituiti dalla grafite sul fondo bianco. Nei suoi dipinti ad olio, frammenti del mondo animale e umano affiorano come segreti svelati. Le immagini si rivelano poco a poco, attraverso una sovrapposizione di velature del solo colore nero, come in una immersione graduale nel buio. Nella sua pittura non c’è una intenzione iperrealista, ma piuttosto l’aspirazione ad una dimensione spirituale. https://vistamare.com/

Alla Galleria Massimo De Carlo, in Viale Lombardia, fino al 6 settembreRainbows in Shadows Arcobaleni nell'ombra prima mostra personale di Jenna Gribbon a Milano. Nata a Knoxville, nel Tennessee, nel 1978, la Gribbon attualmente vive e lavora a New York. I suoi dipinti esplorano i sentimenti e le implicazioni del vedere e dell'essere visti. Sono ritratti intimi dei suoi amici, famiglia e colleghi pittori, che incoraggiano lo spettatore a riflettere sul proprio ruolo di consumatori di bellezza, intimità e voyeur delle narrazioni degli altri. Le scene sono dipinte facendo sentire la presenza dell’artista ed enfatizzando il suo particolare punto di vista. Lo spettatore sostituisce direttamente l'artista, vedendo il soggetto dalla sua esatta posizione, immedesimandosi con l'esperienza personale di Gribbon nel guardarlo. https://massimodecarlo.com/

Al MEET/Digital Culture Center, in Porta Venezia, fino al 7 settembre Promptitude: “Siamo animali analogici nell’era digitale. Il pioniere della musica elettronica e precursore dei grandi spettacoli multimediali Jean-Michel Jarre continua la sua esplorazione artistica nel campo visivo con la sua prima mostra di arti visive. E’ un’estensione naturale del suo lavoro di compositore e performer multimediale che ha sempre dato un ruolo centrale alla parte visiva delle sue performance, considerandole parte integrante della sua espressione artistica, che siano scenografie reali o virtuali. Promptitude è un dialogo, una collaborazione creativa tra l’essere umano e la macchina: una breve e illuminante poesia che l’intelligenza artificiale traduce in ritratti di creature ibride. Il dialogo tra l’intenzione umana e l’esecuzione algoritmica diventa il cuore del processo artistico, sottolineando il ruolo fondamentale del linguaggio umano, nelle sue espressioni più alte, nell’orientare gli algoritmi di Intelligenza Artificiale verso risultati artistici significativi. L’intuizione di Jarre è illuminante: diventare più umani, creativi, poetici nelle nostre interazioni con l’AI. Il 19 giugno The Golden Key. La sala immersiva di MEET ospita un’opera creata da Marc Da Costa e Matthew Niederhauser che propone una conversazione infinita tra essere umano e un’intelligenza artificiale “educata” da un database accademico centenario che cataloga e struttura fiabe provenienti da tutto il mondo. The Golden Key invita gli spettatori a confrontarsi con le potenzialità narrative e mitologiche dell’intelligenza artificiale, permettendo loro non solo di osservare ma anche di interagire attivamente con il processo creativo. www.meetcenter.it/it/

Nella foto: opera di Jenna Gribbon, mostra alla Galleria Massimo De Carlo


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