Il disimpegno dal servizio pubblico, il declino della democrazia
Chi si occupa del verde, delle strade, delle case popolari, a Milano? L’amministrazione comunale? No, la società di benefit MM Spa.
(Paolo Burgio)11/06/2025

Sollecitato ad interessarmi, come semplice cittadino che possa aver a cuore la cura della città in cui vive, di alcuni servizi essenziali che direttamente influiscono sulla qualità del vivere urbano, mi sembra valga la pena di riconsiderare e riflettere sulle modalità, ormai date per scontate, con cui le amministrazioni comunali, e in particolare quella milanese, assolvono i loro compiti.
Ad esempio manutenzione del verde, delle strade, gestione delle case popolari, settori una volta di competenza diretta dell’amministrazione comunale vengono sempre più frequentemente affidati a competenze esterne.
Oggi a Milano se ne occupa MM spa, società al 100% partecipata dal Comune, creata nel 1955 come società di ingegneria per realizzare la rete metropolitana milanese. A questa attività principale dal 2003 è stata aggiunto il servizio idrico integrato (acqua potabile e acque di scarico), poi i servizi di gestione dell’edilizia scolastica, poi i servizi sportivi comunali, poi il patrimonio di edilizia residenziale pubblica milanese e recentemente la gestione del verde pubblico, subentrando all’appaltatore privato AVR spa.
Va riconosciuto il merito agli amministratori milanesi che nel 1955 decisero di costituire una società di ingegneria ad hoc per realizzare la linea M1; si trattava di recuperare un divario con le altre metropoli europee, di acquisire le capacità progettuali e tecniche in grado di dotare Milano di una moderna rete metropolitana, dando sviluppo in Italia ad un nuovo settore ingegneristico. Peccato che in anni più recenti con il sempre maggior ricorso al project financing gran parte delle attività di progettazione delle metropolitane milanesi siano passate tra le competenze dei partner privati a scapito di quelli pubblici e che la diversificazione in atto delle attività di MM poco si integri con le sue caratteristiche originarie.
Oggi MM spa si occupa delle sviluppo delle linee metropolitane per l’area milanese ed ha in corso alcuni contratti all’estero, ma ormai il core business sembra centrato sui servizi pubblici conferiti dal Comune ed a conferma di ciò, dando un’occhiata alle relazioni pubblicate sui bilanci ed ai comunicati stampa ,si scopre che la mission aziendale è quella di essere al servizio della città. Tutto bene, occorrono competenze tecniche e gestionali per assicurare un efficiente servizio idrico integrato, per effettuare la manutenzione del patrimonio immobiliare comunale, scuole, impianti sportivi, edilizia residenziale. Ma un conto è la manutenzione di un patrimonio, un altro conto è la cura di questo patrimonio che il nuovo status giuridico di società di benefit, deliberato di recente da Palazzo Marino, attribuisce a MM spa.
Leggiamo che per statuto la società perseguirà specifici obiettivi di impatto sociale e ambientale, ad esempio in tema di diritto all’abitare e di climate change, da realizzarsi attraverso l’impiego di fondi propri. Gli amministratori di una Società Benefit hanno dunque l’obbligo di bilanciare gli interessi degli azionisti, l’interesse del pubblico e gli interessi delle altre parti interessate (stakeholder).
Forse è bene rammentare che gli unici effettivi stakeholder di MM spa in definitiva sono i cittadini che pagano le tasse. Pensiamo che una società pubblica di servizi non dovrebbe utilizzare le tariffe per fare utili, si tratterebbe in sostanza di una ulteriore aggravio delle tariffe stesse, privo di ogni logica, a scapito inoltre della trasparenza amministrativa.
Diverso il discorso sulle attività esterne, quelle commissionate da soggetti diversi dal Comune di Milano, ma occorrerebbe distinguere chiaramente queste ultime dalle altre. Di certo queste attività esterne non rientrano nella mission di una società di benefit e non si capisce entro quale logica imprenditoriale si concilia lo statuto di una società di benefit con quello di una società di ingegneria e contractor di linee metropolitane operante sul mercato.
Come si concilieranno poi l’indirizzo politico e le scelte di un’amministrazione comunale con gli obiettivi che stabilirà il consiglio di amministrazione della società di benefit MM spa non mi è affatto chiaro e non so dove si possano trovare informazioni in merito. D’altra parte ormai il sindaco Sala decide per conto proprio se far abbattere il Meazza o lasciar costruire in deroga alle norme edilizie, mentre per il resto forse potranno bastare eventuali linee guida che chi di dovere si incaricherà di applicare
In ogni modo il diritto all’abitare, la salvaguardia dell’ambiente, la gestione del verde, la ripartizione dei fondi da destinare ai vari comparti di spesa, questioni primarie per la qualità della vita cittadina, vengono sottratti al controllo politico del consiglio comunale, dei rappresentanti eletti dai cittadini ai quali compete il dovere di decidere quante risorse allocare, a cosa destinarle e come spendere i soldi.
Altrimenti la funzione amministrativa viene svuotata di contenuto, si solleva la politica dalla responsabilità delle scelte, si demandano ai dirigenti di un ente organicamente indipendente poteri decisionali, si elimina ogni confronto e discussione di fronte alla cittadinanza, che sarebbe poi in ultima analisi l’azionista unico dell’ente di cui ha perso in realtà il controllo, mentre è dalle sue tasche che vengono prelevati i soldi.
Siamo ad un corto circuito totale del sistema democratico. Se aggiungiamo poi che, grazie alle leggi elettorali vigenti, chi governa, sia in sede nazionale, che locale, si comporta come se l’interesse pubblico non esistesse, si reprimono proteste e manifestazione di dissenso come fossero insurrezioni contro il potere costituito, si impongono scelte scellerate che la maggioranza degli italiani rifiuta, in quale tipo di società stiamo vivendo?
Quando ci renderemo conto di tutto questo e la smetteremo di votare per quelli che non hanno alcuna intenzione di occuparsi del nostro interesse e di quello dei nostri figli?
Ad esempio manutenzione del verde, delle strade, gestione delle case popolari, settori una volta di competenza diretta dell’amministrazione comunale vengono sempre più frequentemente affidati a competenze esterne.
Oggi a Milano se ne occupa MM spa, società al 100% partecipata dal Comune, creata nel 1955 come società di ingegneria per realizzare la rete metropolitana milanese. A questa attività principale dal 2003 è stata aggiunto il servizio idrico integrato (acqua potabile e acque di scarico), poi i servizi di gestione dell’edilizia scolastica, poi i servizi sportivi comunali, poi il patrimonio di edilizia residenziale pubblica milanese e recentemente la gestione del verde pubblico, subentrando all’appaltatore privato AVR spa.
Va riconosciuto il merito agli amministratori milanesi che nel 1955 decisero di costituire una società di ingegneria ad hoc per realizzare la linea M1; si trattava di recuperare un divario con le altre metropoli europee, di acquisire le capacità progettuali e tecniche in grado di dotare Milano di una moderna rete metropolitana, dando sviluppo in Italia ad un nuovo settore ingegneristico. Peccato che in anni più recenti con il sempre maggior ricorso al project financing gran parte delle attività di progettazione delle metropolitane milanesi siano passate tra le competenze dei partner privati a scapito di quelli pubblici e che la diversificazione in atto delle attività di MM poco si integri con le sue caratteristiche originarie.
Oggi MM spa si occupa delle sviluppo delle linee metropolitane per l’area milanese ed ha in corso alcuni contratti all’estero, ma ormai il core business sembra centrato sui servizi pubblici conferiti dal Comune ed a conferma di ciò, dando un’occhiata alle relazioni pubblicate sui bilanci ed ai comunicati stampa ,si scopre che la mission aziendale è quella di essere al servizio della città. Tutto bene, occorrono competenze tecniche e gestionali per assicurare un efficiente servizio idrico integrato, per effettuare la manutenzione del patrimonio immobiliare comunale, scuole, impianti sportivi, edilizia residenziale. Ma un conto è la manutenzione di un patrimonio, un altro conto è la cura di questo patrimonio che il nuovo status giuridico di società di benefit, deliberato di recente da Palazzo Marino, attribuisce a MM spa.
Leggiamo che per statuto la società perseguirà specifici obiettivi di impatto sociale e ambientale, ad esempio in tema di diritto all’abitare e di climate change, da realizzarsi attraverso l’impiego di fondi propri. Gli amministratori di una Società Benefit hanno dunque l’obbligo di bilanciare gli interessi degli azionisti, l’interesse del pubblico e gli interessi delle altre parti interessate (stakeholder).
Forse è bene rammentare che gli unici effettivi stakeholder di MM spa in definitiva sono i cittadini che pagano le tasse. Pensiamo che una società pubblica di servizi non dovrebbe utilizzare le tariffe per fare utili, si tratterebbe in sostanza di una ulteriore aggravio delle tariffe stesse, privo di ogni logica, a scapito inoltre della trasparenza amministrativa.
Diverso il discorso sulle attività esterne, quelle commissionate da soggetti diversi dal Comune di Milano, ma occorrerebbe distinguere chiaramente queste ultime dalle altre. Di certo queste attività esterne non rientrano nella mission di una società di benefit e non si capisce entro quale logica imprenditoriale si concilia lo statuto di una società di benefit con quello di una società di ingegneria e contractor di linee metropolitane operante sul mercato.
Come si concilieranno poi l’indirizzo politico e le scelte di un’amministrazione comunale con gli obiettivi che stabilirà il consiglio di amministrazione della società di benefit MM spa non mi è affatto chiaro e non so dove si possano trovare informazioni in merito. D’altra parte ormai il sindaco Sala decide per conto proprio se far abbattere il Meazza o lasciar costruire in deroga alle norme edilizie, mentre per il resto forse potranno bastare eventuali linee guida che chi di dovere si incaricherà di applicare
In ogni modo il diritto all’abitare, la salvaguardia dell’ambiente, la gestione del verde, la ripartizione dei fondi da destinare ai vari comparti di spesa, questioni primarie per la qualità della vita cittadina, vengono sottratti al controllo politico del consiglio comunale, dei rappresentanti eletti dai cittadini ai quali compete il dovere di decidere quante risorse allocare, a cosa destinarle e come spendere i soldi.
Altrimenti la funzione amministrativa viene svuotata di contenuto, si solleva la politica dalla responsabilità delle scelte, si demandano ai dirigenti di un ente organicamente indipendente poteri decisionali, si elimina ogni confronto e discussione di fronte alla cittadinanza, che sarebbe poi in ultima analisi l’azionista unico dell’ente di cui ha perso in realtà il controllo, mentre è dalle sue tasche che vengono prelevati i soldi.
Siamo ad un corto circuito totale del sistema democratico. Se aggiungiamo poi che, grazie alle leggi elettorali vigenti, chi governa, sia in sede nazionale, che locale, si comporta come se l’interesse pubblico non esistesse, si reprimono proteste e manifestazione di dissenso come fossero insurrezioni contro il potere costituito, si impongono scelte scellerate che la maggioranza degli italiani rifiuta, in quale tipo di società stiamo vivendo?
Quando ci renderemo conto di tutto questo e la smetteremo di votare per quelli che non hanno alcuna intenzione di occuparsi del nostro interesse e di quello dei nostri figli?
L'articolo è pubblicato anche su Arcipelago Milano qui .