Referendum dell'8 e 9 giugno 2025

Quali sono i quesiti e perché è importante votare: il voto è l'espressione della nostra partecipazione alla vita democratica! ()
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1 - Stop ai licenziamenti illegittimi.

Il Primo quesito chiedel’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo.

Votare Sì significa dire BASTA ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo.

2 - Più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese.

Il Secondo quesito riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese. In quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo, oggi una lavoratrice o un lavoratore può ottenere al massimo6 mensilità di risarcimento, anche qualora una/un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto.
Votare Sì significa innalzare le tutele di chi lavora, permettendo al giudice di determinare il giusto risarcimento in caso di licenziamento ingiustificato.

3 - Riduzione del lavoro precario

Il terzo quesito mira a ridurre la piaga del precariato. I rapporti di lavoro a termine possono essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo.
Votare Sì significa rendere il lavoro più stabile, rispristinando l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato.

4 -Più sicurezza sul lavoro

Il quarto quesito interviene sulla sicurezza del lavoro. In Italia ogni giorno tre lavoratrici o lavoratori muoiono sul lavoro. Le norme attuali impediscono, in caso di infortunio negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.

Votare Sì significa cambiare le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche.

5- Più integrazione con la cittadinanza italiana.

Il quinto quesito propone di ridurre da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana. Questo non modifica gli altri requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un determinato reddito, l’incensuratezza penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.

Votare Sì significa riconoscere diritti, tutele e opportunità a cittadine e cittadini di origine straniera che contribuiscono alla crescita economica e sociale del nostro paese.

Ecco 5 falsi miti sul referendum cittadinanza:

1) Votando sì si concede la cittadinanza a persone che non sanno nemmeno parlare l'italiano. FALSO. Anche con la modifica della proposta, rimarrebbero necessari la conoscenza dell'italiano almeno al livello B1.

2) I migranti si faranno i calcoli per portare in Italia una pletora di figli che, in quanto minorenni, si vedrebbero riconosciuti in automatico come cittadini. FALSO.
Secondo i dati forniti da Save the Children dal 2014 a oggi, oltre 1.100 bambini e adolescenti hanno perso la vita nel Mediterraneo. I bambini migrano già oggi. Inoltre la cittadinanza non può essere passata da figli a genitori, ma solo il contrario. In Italia circa un milione di bambini che frequentano le scuole non ha la cittadinanza.

3) Votando sì diamo la cittadinanza a chi non se la merita! FALSO:
La cittadinanza in Italia non si ottiene per merito, ma per la botta di culo di nascere da genitori italiani. Tant'è che abbiamo dato la cittadinanza a Javier Milei, che non sa una parola di italiano, ma il cui nonno Don Ciccio era emigrato da Corigliano Rossano, in Calabria. Inoltre il referendum lascia inalterati i requisiti di reddito stabile ed elevato, conoscenza della lingua, non aver commesso reati e residenza continuativa. Cambia solo il tempo lungo il quale bisogna mantenere, continuativamente, questi requisiti: da 10 anni a 5 anni.

4) 20 milioni di migranti illegali prenderebbero la cittadinanza. FALSO:
In Italia in totale ci sono 5 milioni e mezzo di cittadini stranieri, non 20, e la cittadinanza può essere richiesta solo da coloro che risiedono legalmente in Italia e non hanno riportato condanne penali gravi.

5) Votando sì pagheremmo di più per offrire servizi ai migranti. FALSO.
Il referendum riguarda persone che risiedono in pianta stabile in Italia. Le persone immigrate portano più ricchezza di quanta ne consumino: oggi producono il 9% del PIL italiano, guidano oltre 700 mila imprese, svolgono lavori essenziali per l'economia e la società italiana, da cui gli italiani si sono allontanati, come muratori, operai agricoli, colf e badanti, ma anche infermieri, medici, avvocati, insegnanti, che senza la cittadinanza non possono partecipare a concorsi pubblici. Inoltre, considerando il netto calo demografico e invecchiamento della popolazione italiana, la migrazione e l'acquisizione di nuovi cittadini e cittadine è la prima soluzione fondamentale per salvare il sistema pensionistico italiano.

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