Di.Re Cadmi. Violenza invisibile sulle donne
Comunicato stampa relativo alla presentazione dei risultati della ricerca “Sempre libera! Azioni per contrastare la violenza di genere”, realizzata da Bain & Company in collaborazione con la Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate e Differenza Donna, in occasione del WAB Forum 2025.
(Mietta Pellegrini)16/05/2025

Violenza invisibile sulle donne: in Italia il 75% non la riconosce, soprattutto tra i giovani.
A proposito di Bain & Company
Bain & Company è l’azienda di consulenza globale che aiuta le aziende change-makers più ambiziose a definire il proprio futuro. Con 65 uffici in 40 paesi, lavoriamo insieme ai nostri clienti come un unico team con un obiettivo condiviso: raggiungere risultati straordinari che superino i concorrenti e ridefiniscano gli standard del settore. L’approccio consulenziale di Bain è altamente personalizzato e integrato e, grazie alla creazione di un ecosistema di innovatori digitali, assicura ai clienti risultati migliori e più duraturi, in tempi più brevi. Il nostro impegno a investire oltre 1 miliardo di dollari in 10 anni in servizi pro bono mette il nostro talento, la nostra competenza e le nostre conoscenze a disposizione delle organizzazioni che affrontano le sfide di oggi in materia di istruzione, equità razziale, giustizia sociale, sviluppo economico e ambiente. Fondata nel 1973 a Boston, in Italia ha celebrato il trentennale nel 2019: la sua approfondita competenza e il portafoglio di clienti si estendono
a ogni settore industriale ed economico e in Italia la rendono leader di mercato.
La violenza contro le donne è un fenomeno strutturale: una donna su quattro in
Italia subisce violenza fisica, secondo la ricerca presentata. Le forme meno evidenti
— come la violenza psicologica ed economica — continuano a essere sottovalutate.
Solo il 25% degli intervistati le considera estremamente gravi. Le imprese possono
diventare parte attiva del cambiamento. Bain & Company Italia, insieme a CADMI e
Differenza Donna, propone un modello d’intervento efficace per promuovere una
cultura aziendale consapevole e responsabile.
Italia subisce violenza fisica, secondo la ricerca presentata. Le forme meno evidenti
— come la violenza psicologica ed economica — continuano a essere sottovalutate.
Solo il 25% degli intervistati le considera estremamente gravi. Le imprese possono
diventare parte attiva del cambiamento. Bain & Company Italia, insieme a CADMI e
Differenza Donna, propone un modello d’intervento efficace per promuovere una
cultura aziendale consapevole e responsabile.
Milano – 12 maggio 2025. In occasione del WAB Forum 2025, Bain & Company ha
presentato i risultati della ricerca “Sempre libera! Azioni per contrastare la violenza di
genere”, realizzata in collaborazione con CADMI (Casa di Accoglienza delle Donne
Maltrattate) e Differenza Donna, centri antiviolenza che ogni anno rispondono a
migliaia di donne e le sostengono nei loro percorsi di libertà. Il campione dell’indagine
coinvolge oltre 1.000 persone in Italia – equamente divisi tra donne e uomini – e
circa 10 referenti HR, che rappresentano complessivamente un bacino minimo di
oltre 35.000 dipendenti, distribuiti tra aziende di grandi dimensioni, con organici
compresi tra 1.000 e oltre 10.000 dipendenti. L’analisi rivela con dati concreti quanto la
violenza di genere sia ancora profondamente radicata nella nostra società, sia nella vita
privata che sul lavoro.
“Abbiamo il dovere – e la capacità – di generare cambiamento. Come realtà leader nella
consulenza strategica, mettiamo le nostre competenze e risorse al servizio delle grandi
sfide, e la lotta contro la violenza di genere è una di queste. Non possiamo accettare
l’invisibilità di un fenomeno così grave: vogliamo accendere i riflettori, promuovere
consapevolezza e contribuire con analisi rigorose e azioni concrete. Per noi, essere leader
significa anche guidare il cambiamento verso una società più giusta”, chiarisce Pierluigi
Serlenga, Managing Partner Italia di Bain & Company.
“La ricerca svolta con Bain ci conferma ciò che dal 1986 sappiamo grazie all’ascolto di
migliaia di donne che si sono rivolte alla nostra associazione, che abbiamo sostenuto in
percorsi di uscita dalla violenza, anche attraverso l’ospitalità in case rifugio. I dati
rafforzano la nostra convinzione che il contrasto alla violenza possa essere attuato
attraverso la prevenzione, prima ancora che con la punizione, grazie all’intervento in ogni
ambito della società. E quello del lavoro assume un’importanza specifica. Le aziende sono
luoghi di incontro e socializzazione, che possiamo far diventare contesti di libertà e forza
in cui maturino una coscienza e una conoscenza specifica del fenomeno. Possiamo così non
solo sostenere e indirizzare meglio le donne che subiscono violenza dai loro partner, ma
anche contrastare collettivamente e con maggiore efficacia quella stessa violenza,
prevenendone la perpetuazione e degenerazione” spiega Manuela Ulivi, Presidente
Casa Di Accoglienza delle Donne Maltrattate-CADMI.
“Contrastare davvero la violenza maschile contro le donne richiede un cambiamento
culturale profondo. I dati sono strumenti preziosi di consapevolezza, capaci di svelare ciò
che troppo spesso resta invisibile. Con Bain abbiamo scelto di mettere al centro i nostri
saperi basati sull’accoglienza quotidiana di donne, bambine e bambini in uscita dalla
violenza, perché la violenza possa finalmente essere riconosciuta, nominata e soprattutto
contrastata con responsabilità collettiva, da parte di tutte e tutti: individui, aziende e
istituzioni” aggiunge Elisa Ercoli, Presidente di Differenza Donna.
Un fenomeno diffuso, normalizzato e sottovalutato
presentato i risultati della ricerca “Sempre libera! Azioni per contrastare la violenza di
genere”, realizzata in collaborazione con CADMI (Casa di Accoglienza delle Donne
Maltrattate) e Differenza Donna, centri antiviolenza che ogni anno rispondono a
migliaia di donne e le sostengono nei loro percorsi di libertà. Il campione dell’indagine
coinvolge oltre 1.000 persone in Italia – equamente divisi tra donne e uomini – e
circa 10 referenti HR, che rappresentano complessivamente un bacino minimo di
oltre 35.000 dipendenti, distribuiti tra aziende di grandi dimensioni, con organici
compresi tra 1.000 e oltre 10.000 dipendenti. L’analisi rivela con dati concreti quanto la
violenza di genere sia ancora profondamente radicata nella nostra società, sia nella vita
privata che sul lavoro.
“Abbiamo il dovere – e la capacità – di generare cambiamento. Come realtà leader nella
consulenza strategica, mettiamo le nostre competenze e risorse al servizio delle grandi
sfide, e la lotta contro la violenza di genere è una di queste. Non possiamo accettare
l’invisibilità di un fenomeno così grave: vogliamo accendere i riflettori, promuovere
consapevolezza e contribuire con analisi rigorose e azioni concrete. Per noi, essere leader
significa anche guidare il cambiamento verso una società più giusta”, chiarisce Pierluigi
Serlenga, Managing Partner Italia di Bain & Company.
“La ricerca svolta con Bain ci conferma ciò che dal 1986 sappiamo grazie all’ascolto di
migliaia di donne che si sono rivolte alla nostra associazione, che abbiamo sostenuto in
percorsi di uscita dalla violenza, anche attraverso l’ospitalità in case rifugio. I dati
rafforzano la nostra convinzione che il contrasto alla violenza possa essere attuato
attraverso la prevenzione, prima ancora che con la punizione, grazie all’intervento in ogni
ambito della società. E quello del lavoro assume un’importanza specifica. Le aziende sono
luoghi di incontro e socializzazione, che possiamo far diventare contesti di libertà e forza
in cui maturino una coscienza e una conoscenza specifica del fenomeno. Possiamo così non
solo sostenere e indirizzare meglio le donne che subiscono violenza dai loro partner, ma
anche contrastare collettivamente e con maggiore efficacia quella stessa violenza,
prevenendone la perpetuazione e degenerazione” spiega Manuela Ulivi, Presidente
Casa Di Accoglienza delle Donne Maltrattate-CADMI.
“Contrastare davvero la violenza maschile contro le donne richiede un cambiamento
culturale profondo. I dati sono strumenti preziosi di consapevolezza, capaci di svelare ciò
che troppo spesso resta invisibile. Con Bain abbiamo scelto di mettere al centro i nostri
saperi basati sull’accoglienza quotidiana di donne, bambine e bambini in uscita dalla
violenza, perché la violenza possa finalmente essere riconosciuta, nominata e soprattutto
contrastata con responsabilità collettiva, da parte di tutte e tutti: individui, aziende e
istituzioni” aggiunge Elisa Ercoli, Presidente di Differenza Donna.
Un fenomeno diffuso, normalizzato e sottovalutato
La violenza contro le donne è una realtà allarmante e radicata nella nostra società. Una
donna su quattro ha subito violenza fisica, mentre una su cinque ha vissuto episodi di
violenza sessuale. Ancora più frequente è la violenza psicologica, che colpisce una donna
su tre. Anche la violenza economica non è rara: una donna su cinque ne è stata vittima.
A conferma della pervasività del fenomeno, il 50% del campione ha subito
direttamente e/o indirettamente forme di violenza fisica, psicologica o sessuale.
“Nonostante ciò”, spiega Serlenga di Bain “la consapevolezza è disomogenea: solo il 25%
degli intervistati considera estremamente gravi le forme di violenza psicologica ed
economica, a fronte del 50% per quella fisica e sessuale. Ancora più allarmante il dato sui
giovani: tra i 18 e i 30 anni, la percezione della gravità scende ulteriormente”.
Preoccupano le percezioni sulla gravità della violenza
Il cambiamento culturale procede a rilento, e gli stereotipi sulla violenza di genere
restano purtroppo diffusi. Preoccupano anche le percezioni sulla gravità della violenza:
il 65% degli intervistati non considera gravi comportamenti come spintoni o strattoni.
Ancora più allarmante è il fatto che una persona su quattro non ritenga grave uno
stupro all’interno della coppia – una percentuale che aumenta tra i più giovani,
segnalando la necessità urgente di un’educazione più consapevole e rispettosa.
Nel mondo del lavoro: discriminazione presente, ma non (sempre) riconosciuta
La percezione della violenza e della discriminazione sul luogo di lavoro è ampiamente
riconosciuta: infatti, il 78% delle persone le considera gravi, sebbene con differenze a
seconda del comportamento specifico. Tuttavia, alcuni atteggiamenti risultano ancora
normalizzati. Ad esempio, 3 persone su 10 non considerano gravi comportamenti come
i commenti misogini o l’assegnazione di compiti meno rilevanti alle donne. Ancora più
allarmante è il fatto che solo 2 uomini su 10 ritengano estremamente grave il tentativo
di sminuire il successo professionale femminile, evidenziando una persistente
sottovalutazione di certe forme di discriminazione.
Il ruolo delle aziende: azione concreta in 4 direzioni.
Le aziende possono svolgere un ruolo fondamentale nella lotta contro la violenza di
genere, agendo su quattro aree principali: processi, strumenti, cultura e impatto
esterno. Al proprio interno, possono implementare policy specifiche contro la violenza
di genere, integrare tali tematiche nei processi disciplinari e nei sistemi di gestione del
rischio. È altrettanto importante dotarsi di strumenti concreti come help desk aziendali
e servizi di supporto per le donne vittime di violenza. Dal punto di vista culturale, la
formazione dei dipendenti, l’introduzione di figure come il/la “manager del rispetto” e
la promozione di una leadership esemplare rappresentano azioni chiave. Per quanto
riguarda l’impatto esterno, le imprese possono contribuire attraverso il volontariato
aziendale, la collaborazione con istituzioni, il finanziamento di ricerche e iniziative, e il
sostegno ad associazioni impegnate sul tema. Il tutto avviene nell’ottica di una
collaborazione attiva con le associazioni di settore.
Un impegno condiviso: nasce un programma cross-aziendale
A partire delle evidenze della ricerca, emerge quindi la necessità di fare rete. Per questo
motivo, Bain & Company, con il supporto di CADMI e Differenza Donna, lancia un
programma cross-aziendale per il contrasto alla violenza di genere. Ogni azienda
aderente partecipa con un proprio referente a tavoli di lavoro periodici, co-crea
iniziative interne ed esterne e condivide best practice. Un’iniziativa concreta per
costruire una rete di imprese attive contro la violenza e la discriminazione.
“Le aziende non possono più restare a guardare. Hanno il dovere di agire – da dentro e
fuori – per promuovere una cultura di rispetto, sicurezza e parità”, conclude Serlenga di
Bain & Company.
Contatti per i media:
Orsola Randi | Email: orsola.randi@bain.com
Tel: +39 339 327 3672
donna su quattro ha subito violenza fisica, mentre una su cinque ha vissuto episodi di
violenza sessuale. Ancora più frequente è la violenza psicologica, che colpisce una donna
su tre. Anche la violenza economica non è rara: una donna su cinque ne è stata vittima.
A conferma della pervasività del fenomeno, il 50% del campione ha subito
direttamente e/o indirettamente forme di violenza fisica, psicologica o sessuale.
“Nonostante ciò”, spiega Serlenga di Bain “la consapevolezza è disomogenea: solo il 25%
degli intervistati considera estremamente gravi le forme di violenza psicologica ed
economica, a fronte del 50% per quella fisica e sessuale. Ancora più allarmante il dato sui
giovani: tra i 18 e i 30 anni, la percezione della gravità scende ulteriormente”.
Preoccupano le percezioni sulla gravità della violenza
Il cambiamento culturale procede a rilento, e gli stereotipi sulla violenza di genere
restano purtroppo diffusi. Preoccupano anche le percezioni sulla gravità della violenza:
il 65% degli intervistati non considera gravi comportamenti come spintoni o strattoni.
Ancora più allarmante è il fatto che una persona su quattro non ritenga grave uno
stupro all’interno della coppia – una percentuale che aumenta tra i più giovani,
segnalando la necessità urgente di un’educazione più consapevole e rispettosa.
Nel mondo del lavoro: discriminazione presente, ma non (sempre) riconosciuta
La percezione della violenza e della discriminazione sul luogo di lavoro è ampiamente
riconosciuta: infatti, il 78% delle persone le considera gravi, sebbene con differenze a
seconda del comportamento specifico. Tuttavia, alcuni atteggiamenti risultano ancora
normalizzati. Ad esempio, 3 persone su 10 non considerano gravi comportamenti come
i commenti misogini o l’assegnazione di compiti meno rilevanti alle donne. Ancora più
allarmante è il fatto che solo 2 uomini su 10 ritengano estremamente grave il tentativo
di sminuire il successo professionale femminile, evidenziando una persistente
sottovalutazione di certe forme di discriminazione.
Il ruolo delle aziende: azione concreta in 4 direzioni.
Le aziende possono svolgere un ruolo fondamentale nella lotta contro la violenza di
genere, agendo su quattro aree principali: processi, strumenti, cultura e impatto
esterno. Al proprio interno, possono implementare policy specifiche contro la violenza
di genere, integrare tali tematiche nei processi disciplinari e nei sistemi di gestione del
rischio. È altrettanto importante dotarsi di strumenti concreti come help desk aziendali
e servizi di supporto per le donne vittime di violenza. Dal punto di vista culturale, la
formazione dei dipendenti, l’introduzione di figure come il/la “manager del rispetto” e
la promozione di una leadership esemplare rappresentano azioni chiave. Per quanto
riguarda l’impatto esterno, le imprese possono contribuire attraverso il volontariato
aziendale, la collaborazione con istituzioni, il finanziamento di ricerche e iniziative, e il
sostegno ad associazioni impegnate sul tema. Il tutto avviene nell’ottica di una
collaborazione attiva con le associazioni di settore.
Un impegno condiviso: nasce un programma cross-aziendale
A partire delle evidenze della ricerca, emerge quindi la necessità di fare rete. Per questo
motivo, Bain & Company, con il supporto di CADMI e Differenza Donna, lancia un
programma cross-aziendale per il contrasto alla violenza di genere. Ogni azienda
aderente partecipa con un proprio referente a tavoli di lavoro periodici, co-crea
iniziative interne ed esterne e condivide best practice. Un’iniziativa concreta per
costruire una rete di imprese attive contro la violenza e la discriminazione.
“Le aziende non possono più restare a guardare. Hanno il dovere di agire – da dentro e
fuori – per promuovere una cultura di rispetto, sicurezza e parità”, conclude Serlenga di
Bain & Company.
Contatti per i media:
Orsola Randi | Email: orsola.randi@bain.com
Tel: +39 339 327 3672
A proposito di Bain & Company
Bain & Company è l’azienda di consulenza globale che aiuta le aziende change-makers più ambiziose a definire il proprio futuro. Con 65 uffici in 40 paesi, lavoriamo insieme ai nostri clienti come un unico team con un obiettivo condiviso: raggiungere risultati straordinari che superino i concorrenti e ridefiniscano gli standard del settore. L’approccio consulenziale di Bain è altamente personalizzato e integrato e, grazie alla creazione di un ecosistema di innovatori digitali, assicura ai clienti risultati migliori e più duraturi, in tempi più brevi. Il nostro impegno a investire oltre 1 miliardo di dollari in 10 anni in servizi pro bono mette il nostro talento, la nostra competenza e le nostre conoscenze a disposizione delle organizzazioni che affrontano le sfide di oggi in materia di istruzione, equità razziale, giustizia sociale, sviluppo economico e ambiente. Fondata nel 1973 a Boston, in Italia ha celebrato il trentennale nel 2019: la sua approfondita competenza e il portafoglio di clienti si estendono
a ogni settore industriale ed economico e in Italia la rendono leader di mercato.
Per maggiori informazioni: www.bain.it
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