La mutazione dello Stato, da custode a oppressore delle libertà civili
A Milano sotto gli occhi di tutti il pacifico corteo pro Palestina è stato interrotto dalle forze di polizia, le manifestazioni popolari vanno abolite?
(Paolo Burgio)16/04/2025

Sabato 13 aprile 2025 ho partecipato insieme ad altre migliaia e migliaia di cittadini al corteo indetto su scala nazionale a favore della Palestina. Una manifestazione assolutamente pacifica per chiedere il cessate il fuoco e la fine dello sterminio di una intera popolazione abbandonata a sé stessa, alla mercé di un governo che si sta macchiando di crimini contro l’umanità. Credo che nessuno di noi possa accettare quello che sta avvenendo a Gaza, il massacro di uomini, donne, bambini, la cui unica colpa è di essere nati dove il destino li ha fatti nascere, un massacro che continua mentre noi stiamo a guardare e i governi occidentali danno il loro sostegno ai crimini di guerra che si stanno commettendo.
La partecipazione della gente comune, famiglie, anziani, giovani è stata imponente e per questo il corteo ha tardato molto ad avviarsi. Ad un certo punto ho deciso con mia moglie di tornare a casa, eravamo stanchi. Ho incontrato un imponente dispiegamento delle forze di polizia, in assetto antisommossa, che sbarravano le strade di accesso al percorso impedendo di lasciare il corteo se non tornando indietro sino alla stazione Centrale, da dove eravamo partiti.
Una manifestazione per il cessate il fuoco e la salvezza del popolo palestinese non credo si possa considerare di natura particolarmente sovversiva, ma evidentemente così non è nelle menti degli attuali tutori dell’ordine. Evidentemente andare in corteo viene reputato di per sé una manifestazione di dissenso e come tale da sottoporre ad uno stretto controllo. Confesso di aver avuto la sensazione di vivere in uno stato di polizia. Non si deve consentire la libera manifestazione di cittadini contrari al massacro degli innocenti e dei loro soccorritori, si vuole criminalizzare la libertà di opinione, schierandosi dalla parte dei criminali di guerra.
Su Facebook sono state pubblicate tante testimonianze e video di denuncia; le forze dell’ordine sono intervenute senza necessità, non si interrompe un pacifico corteo perché qualche sconsiderato ha scritto su una vetrina una frase imbecille.
Dobbiamo davvero preoccuparci se tra i difensori dell’ordine compaiono simboli che inneggiano alla violenza e si tollerano poliziotti fanatici dell’ultradestra e se tra i benpensanti troviamo il sindaco di Milano Sala che a proposito della manifestazione per la pace in Palestina non trova altro di meglio da dire che le minacce al nostro Presidente del Consiglio sono intollerabili.
In effetti questo era lo scopo dell’intervento dei poliziotti contro i manifestanti, far sì che si parli d’altro, fuorché di un massacro in corso, senza reazioni da parte delle nostre coscienze.
Credo sia questo il punto, la sicurezza si deve basare sulla nostra coscienza di esseri umani e su leggi che su questa consapevolezza trovano il loro fondamento, non sui decreti imposti da uno stato che sta diventando sempre più uno stato di polizia. Il recente Decreto Legge sulla “sicurezza “ ne è la conferma evidente e stupisce che il presidente Mattarella, custode e garante della Costituzione e delle libertà democratiche che essa sancisce, l’abbia potuto promulgare, nonostante dall’ONU fossero giunte severe critiche alle norme che il decreto prevede (vedi qui).
Per questo dovremo continuare a scendere pacificamente in piazza, al di là delle inclinazioni politiche personali.
La partecipazione della gente comune, famiglie, anziani, giovani è stata imponente e per questo il corteo ha tardato molto ad avviarsi. Ad un certo punto ho deciso con mia moglie di tornare a casa, eravamo stanchi. Ho incontrato un imponente dispiegamento delle forze di polizia, in assetto antisommossa, che sbarravano le strade di accesso al percorso impedendo di lasciare il corteo se non tornando indietro sino alla stazione Centrale, da dove eravamo partiti.
Una manifestazione per il cessate il fuoco e la salvezza del popolo palestinese non credo si possa considerare di natura particolarmente sovversiva, ma evidentemente così non è nelle menti degli attuali tutori dell’ordine. Evidentemente andare in corteo viene reputato di per sé una manifestazione di dissenso e come tale da sottoporre ad uno stretto controllo. Confesso di aver avuto la sensazione di vivere in uno stato di polizia. Non si deve consentire la libera manifestazione di cittadini contrari al massacro degli innocenti e dei loro soccorritori, si vuole criminalizzare la libertà di opinione, schierandosi dalla parte dei criminali di guerra.
Su Facebook sono state pubblicate tante testimonianze e video di denuncia; le forze dell’ordine sono intervenute senza necessità, non si interrompe un pacifico corteo perché qualche sconsiderato ha scritto su una vetrina una frase imbecille.

In effetti questo era lo scopo dell’intervento dei poliziotti contro i manifestanti, far sì che si parli d’altro, fuorché di un massacro in corso, senza reazioni da parte delle nostre coscienze.
Credo sia questo il punto, la sicurezza si deve basare sulla nostra coscienza di esseri umani e su leggi che su questa consapevolezza trovano il loro fondamento, non sui decreti imposti da uno stato che sta diventando sempre più uno stato di polizia. Il recente Decreto Legge sulla “sicurezza “ ne è la conferma evidente e stupisce che il presidente Mattarella, custode e garante della Costituzione e delle libertà democratiche che essa sancisce, l’abbia potuto promulgare, nonostante dall’ONU fossero giunte severe critiche alle norme che il decreto prevede (vedi qui).
Per questo dovremo continuare a scendere pacificamente in piazza, al di là delle inclinazioni politiche personali.