In difesa dei servizi sanitari pubblici
In occasione della Giornata Mondiale della Salute, un sit-in contro la sua commercializzazione e un incontro con Agnoletto presso la cooperativa Liberazione.
(Maurizio Bardi)02/04/2025

Tutti gli anni, dal 1950, il 7 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Salute, promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per ricordare la propria fondazione avvenuta appunto il 7 aprile del 1948.
Ricordiamo che Trump e i suoi sodali hanno deciso di uscire dall’OMS e di bloccare tutti i finanziamenti diretti a sostenere il lavoro dell’Organizzazione, proposta per il momento bloccata dal Congresso.
Sulla scia dell’iniziativa dell’OMS, in Europa si è formata da dieci anni una rete di associazioni che si batte contro la commercializzazione della salute e in difesa dei Servizi Sanitari Pubblici. L’Italia con le proprie associazioni è parte attiva e promotrice di queste iniziative che assumono caratteri differenti a seconda della specificità di ogni Stato ma lavorano in sinergia come Rete Europea: la salute non è in vendita.
Quest’anno la giornata coincide con la decisione di destinare 800 miliardi di euro per riarmare l’Unione Europea proponendo una economia di guerra che per definizione mette in second’ordine tutto il resto, a cominciare dal diritto alla salute.
Riteniamo inaccettabile che l’Europa decida di investire in armi invece che in diritti sociali e ambientali.
Del resto sappiamo bene, e le persone lo sanno, che la guerra è da sempre il mezzo più sicuro e veloce per perdere la salute, oggi più che mai soprattutto quella della popolazione civile.
In Europa, obiettivi comuni della rete sono la creazione di un ente pubblico comunitario di ricerca e produzione di farmaci essenziali, la garanzia di universali diritti nell’accesso alle cure, una adeguata considerazione delle diverse culture, prossimità dei servizi, il contrasto alle politiche di austerità e alle varie forme di derive commerciali.
Il nostro Paese, oltre a questo, deve fare i conti con i mille problemi della sanità, messi drammaticamente in luce dall’epidemia da Covid e ben lontani dall’essere non diciamo risolti, ma neppure messi sul tavolo se non come semplice enunciazione. Tra gli altri il sottofinanziamento, le logiche di privatizzazione, l’inefficienza della medicina territoriale, il sovraccarico degli ospedali, la demotivazione e la fuga degli operatori, l’abbandono delle politiche di prevenzione e, non ultimo, la mancanza di strumenti di democrazia in sanità.
Per tacere della spada di Damocle dell’autonomia differenziata che incombe sulle nostre teste.
Per tutto questo il gruppo italiano della Rete Europea invita tutti i cittadini a un
La Cooperativa Liberazione e Medicina Democratica
Ricordiamo che Trump e i suoi sodali hanno deciso di uscire dall’OMS e di bloccare tutti i finanziamenti diretti a sostenere il lavoro dell’Organizzazione, proposta per il momento bloccata dal Congresso.
Sulla scia dell’iniziativa dell’OMS, in Europa si è formata da dieci anni una rete di associazioni che si batte contro la commercializzazione della salute e in difesa dei Servizi Sanitari Pubblici. L’Italia con le proprie associazioni è parte attiva e promotrice di queste iniziative che assumono caratteri differenti a seconda della specificità di ogni Stato ma lavorano in sinergia come Rete Europea: la salute non è in vendita.
Quest’anno la giornata coincide con la decisione di destinare 800 miliardi di euro per riarmare l’Unione Europea proponendo una economia di guerra che per definizione mette in second’ordine tutto il resto, a cominciare dal diritto alla salute.
Riteniamo inaccettabile che l’Europa decida di investire in armi invece che in diritti sociali e ambientali.
Del resto sappiamo bene, e le persone lo sanno, che la guerra è da sempre il mezzo più sicuro e veloce per perdere la salute, oggi più che mai soprattutto quella della popolazione civile.
In Europa, obiettivi comuni della rete sono la creazione di un ente pubblico comunitario di ricerca e produzione di farmaci essenziali, la garanzia di universali diritti nell’accesso alle cure, una adeguata considerazione delle diverse culture, prossimità dei servizi, il contrasto alle politiche di austerità e alle varie forme di derive commerciali.
Il nostro Paese, oltre a questo, deve fare i conti con i mille problemi della sanità, messi drammaticamente in luce dall’epidemia da Covid e ben lontani dall’essere non diciamo risolti, ma neppure messi sul tavolo se non come semplice enunciazione. Tra gli altri il sottofinanziamento, le logiche di privatizzazione, l’inefficienza della medicina territoriale, il sovraccarico degli ospedali, la demotivazione e la fuga degli operatori, l’abbandono delle politiche di prevenzione e, non ultimo, la mancanza di strumenti di democrazia in sanità.
Per tacere della spada di Damocle dell’autonomia differenziata che incombe sulle nostre teste.
Per tutto questo il gruppo italiano della Rete Europea invita tutti i cittadini a un
sit-in sabato 5 aprile alle ore 10
Piazza Santa Maria delle Grazie-Cenacolo
nelle vicinanze dell’Ufficio della rappresentanza dell’UE.
La Cooperativa Liberazione e Medicina Democratica
sostengono questa iniziativa e propongono su questi temi un
incontro con Vittorio Agnoletto
lunedì 7 aprile ore 18, Cooperativa Liberazione, via Lomellina 14.