In via Ortica 3, Milano

Da una lettrice riceviamo e pubblichiamo questo scritto che ferma l'attenzione su condizioni di vita drammatiche purtroppo sempre più frequenti anche nella nostra città. ()
mani24
L'Ortica, borgo di antiche vestigia e moderne risorse: la storia dipinta sui muri, nuovi negozi, benessere diffuso. Di contro: si chiama Armid (forse), viene dall’Eritrea, ha …..’anni…chissà: “abllà abllà”, mi dice in modo concitato dal suo letto di cartone e io non capisco cosa vuole comunicarmi, muove solo il braccio sinistro (il destro è bloccato da un tutore) per spostare i suoi averi: coperte, borse di cibo, acqua, che i passanti, pensando per il meglio, gli stanno portando sperando di diminuire il disagio. Sono otto giorni che è con noi, abbiamo imparato le intonazioni del “abllà” traducendole in gesti.
Arbid è un senzatetto che Babbo Natale ha perso dal sacco dei doni mentre era in viaggio.

Abito all’Ortica e giocoforza sono spesso davanti ad Armid che, quando mi avvicino e gli parlo, (con la voce per me stessa, ma a gesti per lui), a volte sorride anche. Occhi bianchi che risaltano nella sua pelle nera, occhi grandi che guardano oltre, oltre me, l’orrore. Occhi vuoti persi in un mondo suo, con modi primitivi carpisce ciò che gli viene offerto e difende o suoi stracci.
Penso che per trovare migliore di altre la situazione in cui vive, deve aver attraversato a piedi l’inferno, senza ritorno. Toccare con mano la sua mano, guardare con gli occhi, i miei, la sua figura arrotolata in coperte bagnate di ogni sostanza dicibile e indicibile, odorare ciò che lui aspira costantemente perché ne è intriso, mi ricorda “Se questo è un uomo” di Primo Levi, ma, soprattutto, mi chiedo se noi tutti siamo Uomini se la Legge è umana. Fino a quando lasceremo che la disperazione mangi vivi migliaia di esseri viventi?
è quasi finito il 2024, siamo nell’era dell’intelligenza artificiale, dei milionari che non sanno che farsene dei tanti soldi che possiedono, degli esaltati che vogliono andare su Marte a fare vacanza, era in cui gli infantili despota di tutto il mondo giocano alla guerra usando uomini e Natura al posto dei soldatini di piombo su un tappeto in cameretta, politici bruti che tra loro ruggiscono al posto di giocare allo zoo e chi, tra i timorosi, sputa rabbia sempre più forte per sentirsi qualcuno. Armid ha qualche coperta, qualche giaccone, una sedia a rotelle che al momento non può usare perché non riesce a salirci da solo, l’aiuto di volonterosi che alleviano le sue pene, ma sorride e dice “gud” lo scrivo così perché non sa l’inglese, ma ringrazia.

Il personale delle ambulanze, polizia, carabinieri (che sotto le divise sono Uomini) non possono costringerlo ad andare in ospedale o in altro posto protetto perché lui non vuole andarci spontaneamente: la Legge non consente di raccoglierlo giocoforza, insieme alle carabattole che sono il suo patrimonio e che lui non lascerebbe mai. Ho solo tante tante tante domande e nessuna risposta. Chi vive e passa per l’Ortica si è ormai fatto una cultura sui numeri dell’emergenza, tempi, modi, associazioni, disposizioni legali…capisce il linguaggio sociale, ma non riesce ad accettare di vedere un essere umano nell’abbandono senza poter fare alcunché.

Ciò che mi fa fremere, è il suo diniego a lasciare quest’angolo di Ortica dove quasi tutti i passanti lasciano un loro segno, un’attenzione: perché, a modo suo, credo, si senta a casa. Se andasse perderebbe la sua sedia a rotelle, le sue giacche, le coperte, l’attenzione che noi ortigatt gli dedichiamo. Ho parlato di Babbo Natale perché sto vivendo un Dono: osservo le persone che parlano tra loro, si preoccupano, si occupano di lui, si interessano, si fermano, donano. Davanti a Lui si scambiano emozioni, preoccupazioni, pena per l’Altro che diventa Compassione condivisa.
Se senti dolore sei vivo, se senti dolore per gli altri sei umano - Lev Tolstoj-.
Forse sì, all’Ortica, siamo ancora Umani. Nonostante.

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