Per l'Istituto dei Tumori i problemi sono altri
(Beppe Caravita)25/05/2012
Pasquale Brunacci, coordinatore della Rsu dell’Istituto dei Tumori appoggia senza riserve la posizione dei medici e professionisti sulla Città della Salute.
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La lettera sul Corriere è importante. Io la leggo così: se proprio devono spostare il Besta che lo facciano. Ma l’Istituto dei Tumori deve restare in zona.
Siete contrari quindi al
progetto?
No. Noi non siamo contrari alla creazione di una città della Salute. Anche perché tra qualche anno di qualche ospedale in più ce sarà bisogno, sia a livello milanese che lombardo.
A quel punto se si vuole costruire la città della salute bisogna fare un passo preliminare piuttosto semplice. Conoscere le realtà degli istituti. In un incontro a Palazzo Marino ho chiesto se erano mai venuti a vedere l’istituto, e come era messo. Prima di dire tante parole a caso ho scoperto che molti non sanno manco come è fatto. E il Comune la sua sigla sull’accordo di programma deve mettercela.
A differenza di Niguarda, San Carlo e altre strutture pubbliche l’Int si caratterizza per le risorse che ha investito.
E la domanda è: che fine farà tutta la struttura che rimane lì? Amadeolab, nuovo, costato una barca di milioni. Cascina Rosa, concesso per 90 anni. Sale operatorie nuove….
Tra le ipotesi ventilate anche l’insediamento vicino al Cerba di Veronesi.
Inaccettabile. Non esiste.
Quindi?
La situazione ora resta così, in stallo.
I due istituti sono diversi. Li puoi anche mettere insieme ma restano diversi, sono poco integrabili. Qualche servizio minore. La nostra preoccupazione è sui politici della Regione, che da dieci anni hanno fallito, perché manco sanno che cosa vogliono. E fa piacere che qualcuno, nella lettera, abbia scritto qualcosa di importante.
Abbiamo tanti medici bravi. Ma la responsabilità di questa situazione è anche loro. Siccome sono targati politicamente non si sbilanciano. Non hanno mai espresso un documento sul futuro dell’Istituto. L’unica cosa è che quando hanno sentito dell’ipotesi Veronesi hanno fatto fronte comune.
Per il resto nulla, e questo è un punto interrogativo.
Quali sono i problemi urgenti
dell’Istituto Tumori?
Il giorno 9 maggio è stato approvato alla Regione uno stanziamento di 32 milioni di euro, 12 al Besta e 21 all’Int. Per investimenti correnti. Come la bonifica dell’amianto, il controllo della falda acquifera. Il decoro interno, macchinari.
Un contentino?
Pare proprio di sì. Infatti i soldi per la ricerca non ci sono. E ora abbiamo un problema di personale, con mancate sostituzioni. Abbiamo un buco di oltre 30 persone. Non poche. Tra sanitari e tecnici. Siamo in allarme.
Si sta creando un problema di assistenza. Non siamo un ospedaletto. Dobbiamo garantire servizi complessi. Noi trattiamo cancri.
Il risultato sono liste in attesa in aumento. Il centro di medicina preventiva ha tempi da 6 a8 mesi. Preoccupanti. Quindi i nostri problemi sono altri, di funzionamento, di necessità.