Di tragedia in tragedia, ma senza responsabili

Una società che non riconosce errori e colpevoli è una società destinata al degrado. ()
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In questi giorni due fatti fanno riflettere sulle responsabilità degli uomini e delle donne che dirigono la cosa pubblica. A loro viene delegato il nostro benessere e il nostro futuro, con un processo di selezione e di partecipazione democratico; in realtà un processo che oggi mette in luce soprattutto la crescente sfiducia verso coloro che, una volta eletti, dovrebbero dimostrare di essere capaci di assolvere al meglio il compito di gestire la cosa pubblica. Dopo le recenti elezioni si constata ancora una volta che gli esiti, sia per la diffusa disinformazione mediatica, sia per l’amnesia derivante dalle proprie visioni personali, non corrispondono alle aspettative della maggioranza dei cittadini e che le ragioni profonde di tale sfiducia vanno ricercate in sostanza nel rifiuto endemico da parte di coloro che si sono assunti il ruolo di gestire la cosa pubblica di assumere le proprie responsabilità.

Le responsabilità politiche per il Covid-19
I due eventi storici in cui i vertici politici e scientifici si sono palesemente dimostrati incapaci sono distanti nel tempo: più di mille giorni l’uno dell’altro. Nel primo siamo stati tutti protagonisti e in vario grado vittime. Lo scoppio della pandemia ha avuto in Lombardia il suo primo e drammatico avvio. Impressionante l’escalation di casi e di morti dal febbraio al maggio 2020. Come massimi custodi della salute dei lombardi nel febbraio 2020 c’erano tre valenti avvocati: Il Presidente della Regione (Fontana), L’Assessore al Welfare (Gallera, responsabile di tutta l’organizzazione sanitaria) e il Direttore Generale della Direzione Welfare (Cajazzo). Solo quest’ultimo, ex questore, aveva avuto compiti gestionali e direttivi nella Sanità: Formigoni lo nominò Direttore Generale dell’Istituto Nazionale dei Tumori a Milano, Istituto di cura e ricovero scientifico di valenza mondiale. Già questa nomina getta una luce sui criteri adottati per l’affidamento di responsabilità importanti e strategici per la salute pubblica. A fronte dell’emergenza Covid, di cui non va sminuita l’eccezionalità e la dimensione, Fontana nominò come consulente Bertolaso, creò una task force e nominò un Comitato Tecnico Scientifico formato da una trentina di illustri clinici o rappresentanti delle professioni e della Dirigenza Sanitaria (Zangrillo, Signorelli, Garattini, Remuzzi, Galli, Pregliasco ecc.).

Individuare le responsabilità
Openpolis, un importante sito d’informazione politica, nel maggio 2020, nell’ infuriare della tempesta e del rimpallo delle competenze, diede allora il quadro delle competenze e delle responsabilità politiche e gestionali inserendo nei quadri di comando anche l’Assessore alla Protezione Civile, Fioroni. (vedi). Nello stesso articolo si evidenziò l’assenza di trasparenza e di pubblicità degli atti regionali. La Storia della pandemia in Lombardia non ha lasciato molte tracce nei siti istituzionali. Mentre abbiamo i testi dei verbali del Comitato Scientifico Nazionale, allora ed oggi non abbiamo nessuna traccia di quanto è stato discusso e deciso nel Comitato Scientifico regionale lombardo. Openpolis ci illumina sul conflitto di competenze tra Governo centrale e regionale. Riporta l’affermazione di Conte (Primo Ministro) del 7 marzo 2020:” Non c’è la minima efficacia nell’avocare a livello centrale le competenze delle Regioni. Sottrarre competenze alle Regioni sarebbe un errore. Sarebbe disfunzionale, non lo si può fare a emergenza in corso”.
D’altra parte il Governo aveva emesso con la Delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 in cui si stabiliva: "per sei mesi - sulla base della dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica per il coronavirus (PHEIC) dell'Organizzazione mondiale della sanità del 30 gennaio 2020 - lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili” .
Nei decreti ministeriali successivi e in particolare quello del 23 febbraio vengono nominati soggetti attuatori i Presidenti regionali. In quanto tale Fontana aveva maggiori oneri e competenze. Openpolis riuscì ad ottenere anche la composizione della Unità di Crisi regionale, non reperibile dai siti istituzionali. Questa struttura deputata a fronteggiare la pandemia in tutti i suoi aspetti era composta da più di centocinquanta persone, di cui novanta provenienti dai ranghi regionali; in particolare dalla Direzione Generale Welfare ma anche dalla Direzione Generale Territorio e Protezione Civile e da altri dipartimenti regionali. Altri quarantanove dipendenti di aziende partecipate della regione (soprattutto la famosa ARIA Spa) e una quindicina di dirigenti delle Aziende Sanitarie pubbliche tra cui una decina di medici specialisti in Malattie infettive e Medicina dell’emergenza. Lo stesso decreto nominava la Task Force e la cabina di regia composta da tutti i funzionari degli Assessorati Regionali. Gli atti del funzionamento di queste strutture sono sempre stati occultati ed ora coperti da segreto istruttorio e dunque non resi pubblici.

La Relazione di Maggioranza della Commissione d’Inchiesta lombarda
Chi volesse rintracciare documentazioni su queste centrali operative non le troverà (chissa perché?) nella Relazione di Maggioranza della Commissione d’Inchiesta. Questo documento più che accertare le responsabilità è un elenco di “scaricabarile” verso tutte le istituzioni internazionali (OMS, Europa ecc.) e verso il Governo. Questa difesa spassionata della gestione Fontana, per troppo zelo, arriva a giustificare la carenza dei dispositivi di Prevenzione (guanti, mascherine ecc.) ricordando che il Governo italiano mandò 2 tonnellate di mascherine in Cina proprio nel febbraio del 2020. Oppure dichiara che non c’erano i soldi per creare delle proprie riserve dimenticando la nota vicenda delle tute del cognato di Fontana e i fallimenti commerciali di Aria SpA. Consiglio la lettura della Relazione, vi troverà la grande impresa, la struttura di terapia intensiva creata alla Fiera, per attrezzare sulla carta 200 posti letto con enorme dispendio di soldi e per renderne attivi in realtà solo una decina a causa della mancanza di personale.
Viene anche glorificata la presenza della spedalità privata che venne regolarmente e (forse) abbondantemente remunerata. Si trovano altre perle del racconto apologetico: la comunicazione e informazione della cittadinanza, la situazione nelle RSA dipinta quasi come ottimale o comunque accettabile a confronto della mortalità riscontrata in altre città europee. Viene esibita una sola ricerca internazionale, mentre nel mondo ne sono state effettuate a centinaia con rilevazioni statistiche certificate. Il numero delle morti avvenute nelle RSA lombarde è ancora un mistero e la Regione (ma anche il Governo) si è ben guardata di rilevarlo. A chiusura della relazione si afferma: Alla luce di quanto riportato nella narrazione della presente relazione, si può sostenere che Regione Lombardia, nel corso della fase emergenziale da Covid-19 analizzata dalla Commissione d'inchiesta Emergenza Covid-19, ha operato attivamente, instancabilmente e con ogni mezzo a propria disposizione per contrastare il deflagrare di un evento sconosciuto e inatteso. In tale contesto, l'amministrazione regionale si è attenuta alle disposizioni nazionali, in linea con il principio costituzionale di leale collaborazione, mettendo in campo, al contempo, mezzi, strumenti, personale e conoscenze tecniche e scientifiche che hanno fatto da esempio per ii resto del sistema Paese. Si è consapevoli che tali sforzi, specialmente nei primissimi giorni, potevano non essere perfettamente adeguati ad un'emergenza sconosciuta, inaspettata e su cui non era pervenuto alcun tipo di informazione dal livello di governo statale. La mancanza di informazioni scientifiche e di indicazioni operative da parte dello Stato nei confronti di Regione Lombardia - e di tutte le Regioni - ha causato un grave ritardo nell'attivazione della macchina organizzativa. Ciononostante, Regione Lombardia ha operato senza risparmiare sforzi e, in taluni casi, ha anticipato le disposizioni nazionali con l'unico scopo di offrire a tutti i cittadini - nessuno escluso - le cure di cui avevano bisogno. La presente relazione finale ha inteso, pertanto, ricostruire in maniera nitida e appropriate le prime fasi di gestione dell'emergenza pandemica da Covid- 19.

Chi sono allora i responsabili?
Ora, i magistrati hanno impiegato tre anni per avere un quadro certo, in particolare per quanto riguarda Bergamo e l’esitazione decisionale che fece rinviare la zona rossa nella valle Seriana, anche su pressioni delle rappresentanze industriali. Non posso certo io dare un giudizio sulle responsabilità, per quel che potrebbe valere. Ho solo ricordato alcuni lati oscuri della vicenda. Ognuno di noi ha potuto provare quel senso di abbandono, di lutto e di paura che ci ha circondato non solo individualmente ma come tragedia di una comunità, di una Regione. Le conclusioni della relazione con la sua ossessiva auto-assoluzione sono un preoccupante esempio di come il Potere cerca a tutti i costi l’impunità e spesso l’ottiene manipolando la verità.

Il rifiuto dell’assunzione di responsabilità, Cutro.
Il secondo evento luttuoso è recentissimo. I settanta morti della spiaggia di Cutro potevano essere salvati si chiedono gli italiani?. Chi assolve le autorità preposte per una tragedia dichiarata inevitabile e chi chiede le dimissioni dei ministri competenti. Si cerca di fare luce su responsabilità operative e politiche nella catena dei soccorsi, nonostante il focus delle indagini rimanga sul reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Brillano per disumanità le dichiarazioni del Ministro PIantedosi che imputa la responsabilità dei bambini morti annegati ai genitori sprovveduti ed incoscienti. Ormai anche la pietà è morta, mentre è vivo e operante il vuoto dell’assunzione di responsabilità. Il rimpallo del mancato invio di soccorsi tra Frontex e le autorità militari italiane è un tragico esempio. L'avviso del primo segnalatore è stata sottovalutato dalla Guardia Costiera di Roma e derubricato come un semplice tentativo di immigrazione clandestina di poche persone invece e non una imbarcazione piena di gente in pericolo. Fatto sta che qualcuno ha pensato solo ad avvertire i mezzi della guardia di Finanza piuttosto che inviare i mezzi della Guardia Costiera (motovedette classe 300 e 800 praticamente inaffondabili). Il nuovo governo aveva già dato segnali che il “clima” di tolleranza verso le navi delle ONG era cambiato. Costringerle a sbarcare a Ravenna o a La Spezia per sabotare la loro attività. Allungare i loro viaggi per aumentare non solo i tempi ma anche i consumi di carburante. Questi e altri strumenti giuridici e propagandistici per squalificare la loro attività. Tutto per difendere la fortezza Italia. Ai profughi è stato detto: “Restate a casa”. Solo che la casa, per la maggioranza di questi, la casa non ce l’hanno più. Distrutta da guerre o abbandonata per fuggire dalle persecuzioni politiche o religiose. Così in Europa c’è la gara tra i vari paesi a chi li tratta peggio per convincerli a non partire. Ungheria con filo spinato. Rinvii e caccia a chi cerca di sconfinare. Furto di scarpe e vestiti per bloccare queste fiumane di popoli. Questa è la democratica Europa.

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Re: Di tragedia in tragedia, ma senza responsabili
16/03/2023 Mariano Maistrello
Lucida e desolante analisi, figlia dei tempi bui che viviamo.
E sfiga vuole che a fronte delle tante, troppe emergenze contemporanee attuali, ci ritroviamo governicchi come il nostro, fatto di persone interessate soltanto al proprio posticino e al proprio orticello burocratico! Ma eletto!
Da una minoranza, ma eletto.
Però, a fronte della conclamata loro IN-capacità dovrebbe corrispondere la nostra IN-dignazione.
Invece nulla, o quasi (nuovo PD? vedremo...).
Quindi la delusione è doppia, purtroppo.


Re: Di tragedia in tragedia, ma senza responsabili
09/03/2023 Paolo Burgio
Ma come mai non ho ancora trovato nessuno, tranne ora lei, soddisfatto della gestione della sanità in Lombardia. Purtroppo credo siamo in molti a subire da decenni questa dissennata politica lombarda, ne patiamo le conseguenze a causa del voto favorevole di una netta minoranza degli elettori (25 % circa) come lei, purtroppo!!


Re: Di tragedia in tragedia, ma senza responsabili
09/03/2023 Franco Meazza
Perfettamente d'accordo sul contenuto temo però di essere dalla parte del torto. La gestione della emergenza sanitaria in Lombardia, stando ai risultati elettorali, è stata eccezionale.
Infatti confrontando i risultati di Fontana nelle ultime elezioni rispetto alle precedenti in vari Comuni (tra quelli con oltre il 2% di morti tra gli over 66 anni nel mese tra il 21 febbraio e il 20 marzo 2020) abbiamo:
Tutta la Lombardia: 54,67% (era 49,75)
Circoscrizione di Bergamo: 60,88% (era 54,98)
Comune di Nembro: 58,01% (era 54,22)
Comune di Albino: 59,58% (era 53,39)
Comune di Scilpario: 83,56% (era 73,10)
e così via.


 
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