Nell'Italia carente di infrastrutture, Milano è invasa dai motorini

Il rapporto Pendolaria 2023 di Legambiente mette ancora una volta in luce la nostra arretratezza nelle infrastrutture per il trasporto pubblico rispetto agli altri paesi europei. A Milano, che tutto sommato è un'isola felice rispetto al contesto italiano, le politiche sulla mobilità hanno favorito il proliferare di motorini, che vengono parcheggiati ovunque e creano spesso incidenti. ()
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Ritardi infrastrutturali, treni poco frequenti, linee a binario unico, lentezza nella riattivazione di quelle interrotte, chiuse e dismesse. E risorse economiche inadeguate. Sono i segnali di una transizione ecologica dei trasporti ancora troppo lenta. Dal 2018 al 2022 le inaugurazioni di nuovi binari in città sono state insufficienti: il ritmo è di un chilometro e mezzo all’anno di nuove metropolitane. I dati del nuovo report Pendolaria 2023, in cui Legambiente fa il punto sul trasporto su ferro in Italia, mostrano come il nostro Paese resti indietro rispetto agli altri partners europei. Nonostante le nuove risorse stanziate, come quelle del Fondo per la strategia di mobilità sostenibile, un punto dolente per il trasporto ferroviario è l’inadeguata attenzione da parte delle Regioni: nel 2021 gli stanziamenti sono stati, in media, pari allo 0,57% dei bilanci regionali.



Stando ai dati del Conto nazionale trasporti, dal 2010 al 2020 sono stati realizzati 310 chilometri di autostrade, a cui si aggiungono migliaia di chilometri di strade nazionali, a fronte di 91 chilometri di metropolitane e 63 chilometri di tranvie. Legambiente stima che il Governo Meloni dovrebbe prevedere maggiori risorse economiche “pari a 500 milioni l’anno per rafforzare il servizio ferroviario regionale (per acquisto e revamping dei treni) e 1,5 miliardi l’anno per realizzare linee metropolitane, tranvie, linee suburbane”. Si tratta complessivamente di 2 miliardi di euro all’anno fino al 2030 “recuperabili dal bilancio dello Stato specialmente all’interno del vasto elenco disussidi alle fonti fossili”. Nel frattempo, invece, si fa i conti con l’inadeguata attenzione da parte delle Regioni. Nel 2021 gli stanziamenti sono stati, in media, pari allo 0,57% dei bilanci regionali, in miglioramento rispetto allo 0,34% registrato nel 2020, ma in diminuzione rispetto allo 0,65% del 2019.

Dai dati in allegato si evince chiaramente come vi sia un distacco importante nei chilometri offerti di metro e tranvie rispetto al resto d'Europa. Ma dobbiamo, con onestà intellettuale, ammettere che il gap non riguarda solo le infrastrutture: in Italia abbiamo un forte gap culturale che da sempre ci porta a privilegiare la mobilità individuale rispetto a quella collettiva. Nel resto d'Europa non è così.

Se fate un po' d'attenzione, vi renderete conto della quantità di motorini (mezzi altamente inquinanti) che ogni giorno zigzagano nel traffico, spesso senza prestare attenzione alle norme del Codice della Strada, sfrecciando nelle corsie preferenziali che in tutta Europa, giustamente, sono riservate ai soli mezzi pubblici.

Ma perchè i motorini possono accedere alle corsie dei mezzi? La loro imprevedibilità è un pericolo per i conducenti di bus/tram, che spesso si trovano a dover inchiodare per un sorpasso all'ultimo di un mezzo a due ruote. Ma ricordiamoci che a bordo viaggiano decine e decine di passeggeri.



Per non parlare poi del tema parcheggi: passeggiando per piazza Meda e corso Matteotti, in centro, non troverete uno spazio sul marciapiede non occupato da una selva disordinata di motorini. E non va meglio in zona 3, dove tutti i marciapiedi un po' più larghi della media sono automaticamente considerati sosta autorizzata per le moto. Ovviamente della nostra Polizia Locale non v'è traccia. Come si può notare dall'immagine, persino le fermate della 92 in viale Abruzzi sono diventate parcheggi per i motorini...



Ecco, una città che vuole potenziare seriamente la mobilità attiva, le biciclette e i mezzi pubblici deve anche disciplinare e sanzionare di più l'uso smodato dei ciclomotori, partendo proprio dal liberare i marciapiedi dalla sosta irregolare e proibire il passaggio dei motorini nelle corsie preferenziali. Esse, come succede nel resto d'Europa, sono state pensate solamente per il trasporto pubblico.

GUIDA ALLE IMMAGINI: In copertina, marciapiede usato come parcheggio per motorini in via Paracelso; Nell'immagine 1, una slide del rapporto Pendolaria 2023; l'immagine 2 riguarda la sosta selvaggia in piazza Meda e l'immagine 3 si riferisce alla fermata della 92 occupata dai motorini in viale Abruzzi angolo via Donatello.

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