Merito e Nonviolenza

Ci sono approcci differenti nell’educazione. Corrispondono a visioni e valori diversi della scuola e della vita. Sull’argomento riportiamo i pensieri dei ragazzi dell’IIS Besta sulla nonviolenza. ()
FFF  scuola
Come sono i giovani oggi? Certo non sono ingenui come quelli di una volta, ma una volta quando? Certo sono iperprotetti, fragili di fronte alla forte competitività e all'individualismo della vita odierna, con scarse probabilità di intravvedere un roseo, remoto futuro. Eppure… esiste ancora il senso della solidarietà e anche di più.

Una volta gli atti di bullismo venivano liquidati come immaturità della vittima, della sua incapacità di difendersi, retaggio di un sistema educativo che risaliva ai tempi guerreschi della storia italiana, dove la legge della violenza della giungla e del più furbo la vinceva e se uno era nato sfortunato, era colpa sua.

Oggi - forse perché i giovani scarseggiano e quelli rimasti in tanti emigrano -, è emersa l’esigenza di individuare e valorizzare le capacità di ognuno, anche quando il destino picchia duro portando un forte disagio psichico, difficoltà relazionali, comportamentali o, addirittura, disabilità fisiche. Questa attenzione agli altri nel campo della scuola è stata coltivata nel tempo da persone di buona volontà, ma spesso screditate - come non ricordare la scuola di Barbiana di Don Milani, Gianni Rodari, Maria Montessori, Tullio De Mauro e i coltivatori della Nonviolenza.

Molti ricorderanno quando negli stabilimenti balneari o nei ristoranti venivano rifiutati i disabili, soprattutto quelli poveri, per non turbare i “normali”. Era un retaggio di tempi in cui i popoli guerreschi frequentavano la “Rupe Tarpea” e relegavano i diversi, isolandoli nei manicomi o negli istituti speciali. Solo la scuola unica degli anni ’60 e la rivoluzione del ‘68 ci hanno liberato da questo fardello, inserendo i diversamente abili nelle classi con gli altri, ma di questi tempi la memoria è corta.
Per questo ogni volta che si sente parlare di merito, bisogna stare attenti, perché, di quale merito si parla? Di provenire dalle famiglie giuste, che preservano il loro potere e magari si comprano le promozioni, che disprezzano gli altri da sé, stranieri, non convergenti, contestatori…? Chi è carico d’anni ricorda quali meccanismi discriminatori e classisti fossero sottesi in questo concetto.

L’imprinting familiare plasma ogni individuo fin dalla nascita e determina in parte la sua personalità, per questo, nel percorso verso l’età della ragione, la scuola assume una rilevanza riequilibratrice, che può cambiare il resto della vita.
Occorrono però occhi per guardare e orecchie per ascoltare, buona volontà ed empatia.

All’Istituto d’Istruzione Superiore Fabio Besta con la nascita della Human Week è stato avviato un progetto scolastico da un docente attento alle realtà giovanili, che quest’anno ha richiesto l’impegno, minimo e volontario, di esprimere un pensiero rispondendo alla domanda “Che cos’è per te la Nonviolenza?” Girava un papiro con tante caselline su cui si poteva lasciare un pensiero.
Eccone un assaggio: ”Per me la Nonviolenza è…”

“Je ne peux pas te blesser sans ne pas me blesser” (non posso ferirti, senza ferire me stesso)
“Il rispetto di tutte le persone negli ospedali. I medici, gli infermieri devono parlare in modo adeguato con il paziente ed avere un comportamento corretto. Per me la non violenza è anche un rapporto positivo con le persone che mi circondano.”
La nonviolenza è rispetto verso le altre persone
Per me è avere rispetto sia fisico, che psicologico verso le altre persone
Per me la nonviolenza è essere belli
La nonviolenza è rispetto verso gli altri
La nonviolenza è usare i pugni e le parole con più saggezza
La nonviolenza è avere pazienza
Proteggere la persona in difficoltà, essere umano
Rispettare se stesso e gli altri
Fare l’amore non fare la guerra
Per me la nonviolenza è alzare le mani solo per dare carezze
E’ l’arma per distruggere il male
E’ la più forte arma inventata dall’uomo
Per me la nonviolenza è non usare le maniere forti
Il genere umano può liberarsi dalla violenza soltanto con la nonviolenza, l’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore
La non violenza è credere in se stessi e negli altri
E’ soccorrere le persone che sono in difficoltà
La nonviolenza è importante in questi tempi
La nonviolenza è l’unica soluzione.

Per molti giovani, oggi sempre di più, il disagio di crescere e diventare adulti diventa la difficoltà di prendere le giuste misure per inserirsi nel flusso vitale verso il futuro, per questo deve esserci chi sa ascoltarli e dialogare con loro, suscitare riflessioni e curiosità e uno sguardo che guardi lontano.
Esistono e quindi sono: gli screditati, gli invisibili, chi possiede qualità e il senso delle possibilità.

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