Dante on the road

Una manifestazione promossa da Atir per sostenere i valori universali della cultura nel nome di Dante Alighieri. ()
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Il più recente decreto in materia di misure anti Covid-19 sancisce il via libera per la riapertura dei teatri con decorrenza 26 aprile, nel rispetto di regole e precauzioni varie. Le alzate di sipario però non saranno immediate, i teatri hanno bisogno di tempo per riprendere la loro programmazione, il fare teatro presenta delle complessità che richiedono modi e tempi certo non immediati.

In attesa che ciò accada, il più presto possibile ci si augura, la compagnia teatrale Atir, che a Milano gestiva il Teatro Ringhiera di via Boifava, ha deciso di scendere in strada con il suo furgone di colore rosso vivo per una “manifestazione politica per la cultura in forma statica”.

Dice Serena Sinigaglia, che di Atir è il direttore artistico: “Per ricordarci che non di solo pane (e paure e dolori) vive l’uomo e che non vediamo l’ora di poterci riabbracciare. Che abbiamo bisogno, ora più che mai, della cultura fatta di carne e di ossa, di parole che ci nutrono e ci insegnano l’amore per la bellezza, salute dello spirito insieme a quella del corpo”.

Per dare concretezza a tutto ciò, cosa di meglio che una iniziativa itinerante dedicata a Dante Alighieri?
Tre tappe milanesi dal 23 al 25 aprile, dove il furgone diventa teatro e palco, in luoghi simbolo della città come il Piccolo Teatro, il Teatro Leonardo MTM e il Parco Chiesa Rossa, con relativi presidi “per sottolineare e confermare l’importanza per l società civile di poter tornare al teatro e alla parola, all’incontro”.

Durante il presidio attori e cittadini leggono o recitano brani danteschi, così come è accaduto davanti al Teatro Leonardo di via Ampère nel pomeriggio del 24 aprile dove Arianna Scommegna, una delle attrici più significative del nostro teatro, ha invitato addetti ai lavori e non a misurarsi con i versi danteschi on the road.
Intorno al bel furgone rosso fiammante di Atir decine e decine di persone si sono raccolte per ascoltare le parole e per testimoniare la volontà di poter continuare a fare cultura, con l’augurio che presto, dalla strada, si possa tornare nei teatri.

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