Partecipare sì, ma come. I laboratori progettuali 1

Dopo la teoria, la pratica. I partecipanti al corso del Laboratorio di Lambrate si cimentano con un caso reale: il complesso semi-dismesso dell’ex-scuola elementare Maroncelli. ()
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È l’ultima giornata del corso di Lambrate. Era iniziato con la presentazione di alcuni casi virtuosi (Villaggio Matteotti, Albino, Ospedale Militare di Napoli e Via Catullo a Milano), si era poi passati ad un primo approccio teorico con un breve excursus storico, l’analisi dei livelli della partecipazione, le raccomandazioni per un corretto approccio e infine la presentazione di alcune tecniche e modalità.

Dalla teoria alla pratica
Ora, è finalmente venuto il momento di passare dalla teoria alla pratica, sperimentando su se stessi, sia pure in forma di simulazione, le possibilità di ideazione, coordinamento e interazione progettuale fra semplici cittadini che hanno visioni differenti e nessuna specifica preparazione professionale, né in ambito urbanistico, né architettonico o altro.
Si tratta solo di delineare una prima idea di progetto, non certo di un piano operativo, per metafora potremmo dire il soggetto di un film, non ancora la sua sceneggiatura. Ma è sicuramente il momento fondamentale in cui si incontrano, s’incrociano e devono trovare una loro equilibrata sintesi armonica le diverse esigenze, a volte contrastanti, degli abitanti del quartiere.

Il sopralluogo
L’edificio preso in esame dal Laboratorio per sperimentare la propria progettualità è l’ex scuola elementare Maroncelli, la scuola storica dei lambratesi, che ora ospita al piano terra le classi prime e le seconde dell’Istituto Alberghiero “Amerigo Vespucci” che ha la sede principale nella vicina Via Valvassori Peroni, ma che risulta inutilizzata in tutte le altre parti della struttura.
Qualche giorno prima del corso alcuni partecipanti avevano fatto un sopralluogo per capire più esattamente la situazione della scuola e riportare al gruppo alcune informazioni e qualche fotografia.
Le principali risultanze di questo sopralluogo sono state:

• solo gli spazi al piano terra sono agibili;
• aule e palestra sono attualmente usati dalle prime classi dell’Istituto Alberghiero Vespucci;
• uno spazio separato nel cortile ospita una cucina/laboratorio attrezzata e una sala da pranzo, nonché diverse aule;
• il secondo e terzo piano non sono agibili a causa della necessità di interventi sulla soletta di corridoi e aule;
• il cortile, comunicante con l’asilo nido di Via Console Flaminio ha uno sbocco nella piazza di Rimembranze di Lambrate, chiuso da un cancello;
• interessante la palazzina nel cortile, oggi usata come laboratorio-cucina dagli studenti del Vespucci.

I gruppi di lavoro
In plenaria, attraverso il metodo dei post-it, sono stati definiti tre argomenti e si sono formati altrettanti gruppi di interesse e quindi di lavoro.

1. Utilizzo dell’edificio come Casa delle Associazioni o Casa di Quartiere
2. Utilizzo dell’edificio come centro giovanile o per attività ricreative e ludico-sportive rivolte anche a persone di altra fascia d'età.
3. Recupero ad uso sociale dell’edificio

Iniziamo a presentare qui in forma sintetica il lavoro del primo gruppo. La prossima settimana pubblicheremo le proposte emerse dagli altri due gruppi.

Il primo gruppo: la casa di quartiere
Dai lavori del primo gruppo sono emerse alcune indicazioni, anche tenendo conto della grandezza e dall’articolazione degli spazi della Scuola.
Si pensa che una parte dei locali, prevalentemente quelli al pian terreno, possa essere adibita a Casa delle Associazioni e a Servizi vari per i cittadini, compresi i Gas presenti in zona.
In particolare, si sono individuati:
  • locali per le Associazioni della zona anche per attività aperte alla cittadinanza,
  • biblioteca con sale studio e lettura e Auditorium (Cine, Teatro, Ballo, Musica, video, ecc.),
  • centro culturale multietnico (incontro di culture),
  • Municipio dei cittadini e Casa di quartiere (nuovi servizi liberi per la cittadinanza attiva e rispetto della vocazione del quartiere),
  • laboratori formativi e produttivi, di tipo sociale, locali di coworking, anche per gli studenti delle scuole professionali che possono autorganizzarsi per introdursi nel lavoro in ambiti come la cucina, la sartoria, il design, l’illustrazione, ecc.

Decimo articolo sul corso del Laboratorio di democrazia partecipata di Lambrate (qui l'articolo introduttivo, vedi sotto il dettaglio completo dei precedenti

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