Rivolte

Le rivolte in tante città americane, a seguito dell’omicidio di George Floyd, ci parlano di razzismo, violenza e diseguaglianze sociali, e chiamano in causa anche noi. ()
Daumier   La rivolta
L’omicidio di George Floyd e le rivolte che ne sono seguite in varie città americane chiamano in causa anche noi. David Reminck su The New Yorker (An American uprising) ricostruisce la storia di queste rivolte, una storia fatta di razzismo, diseguaglianze sociali, violenza, di uno Stato che ha rinunciato al suo ruolo di difensore di tutti i cittadini, anche dei più fragili e poveri.

E ci chiama in causa perché, come ci ricorda OMJ, attivista afroitaliano, in un suo video, quel mix di razzismo e violenza è alla base dello sfruttamento dei braccianti di pomodori nelle nostre campagne, degli immigrati che vivono in Italia da oltre quindici anni senza alcun documento, di quell’umanità rinchiusa nei centri di accoglienza senza alcuna colpa se non il desiderio di un futuro migliore.

Questa storia americana ci chiama in causa perché, come diceva Martin Luther King, “più che per la repressione, soffro per il silenzio del mondo”.

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